Miramare, i legali di Neri e Zimbalatti: 'Totalmente all'oscuro del presunto accordo Falcomata-Zagarella'

Domani l'attesa sentenza di appello: sul tavolo non c'è solo il presente (e il prossimo futuro) di Falcomatà ma anche possibili ripercussioni sull'attuale amministrazione

Ultime udienze del Processo Miramare, attesa per domani (8 novembre) la sentenza della Corte d’Appello del Tribunale di Reggio Calabria. Oggi gli interventi in aula dell’avv. Belvedere per Giovanna Acquaviva, dell’avv. Panella per Giuseppe Falcomatà, dell’avv.Giuseppe Alvaro per Saverio Anghelone, dell’avv.Zampano per Nino Zimbalatti e dell’avv. Andrea Alvaro per Armando Neri.

Si chiuderà domani con l’arringa dell’avv. Caiazza ancora per il sindaco sospeso, prima della sentenza attesa per il pomeriggio.

Dopo l’arringa dell’avv. Panella per Giuseppe Falcomatà, l’udienza odierna ha visto le arringhe dei legali dell’ex assessore Nino Zimbalatti e dell’ex vicesindaco Armando Neri. Due esponenti di rilievo della prima giunta Falcomatà, che in comune hanno rapporti più che inesistenti con il sindaco sospeso.

La differenza tra i due è che mentre Zimbalatti, come affermato dal suo stesso legale, già all’epoca non era certamente vicino a Falcomatà, Neri negli anni è passato da fedelissimo ad una fragorosa rottura.

“Che prove abbiamo di conversazioni relative al Miramare tra Zimbalatti e Falcomatà? Dove è la prova? Non ci sono chat intercettazioni o altro, lo supponiamo e basta. Non c’è prova nemmeno che Falcomata abbia interloquito con giunta prima della seduta del 16 luglio. Viene detto tutti dovevano conoscere rapporto di amicizia tra Falcomata e Zagarella…e per quale motivo?”, spiega l’avv. Zampano.

Il legale di Zimbalatti assicura che l’ex assessore viene punito “solo per aver fatto parte di quella giunta e aver votato favorevole, non emerge nient’altro. Parliamo di una persona integerrima, dalla lunga attività professionale e politica, che ha subito una condanna ingiusta”.

Zampano inoltre evidenzia in modo particolare della distanza tra i due, ricordando come all’epoca l’ex assessore appoggiava apertamente Mimmetto Battaglia nel duello con Falcomatà alle primarie.

“L’attività politica di Zimbalatti è sempre stata parallela a quella di Falcomatà. Non c’è mai stata ingerenza o convergenza, anzi si è evidenziata distanza politica tra i due. Non a caso, Falcomatà ha nominato quale vice sindaco f.f. Paolo Brunetti, arrivato dietro Zimbalatti alle elezioni ma decisamente più vicino a lui”.

A seguire gli interventi in aula, oltre ai diversi imputati (con Falcomatà intento a prendere appunti), anche il consigliere comunale con delega al Palazzo di Giustizia Carmelo Romeo e l’ex assessore Rosanna Scopelliti, secondo alcuni ben informati in pole position per rientrare a Palazzo San Giorgio una volta terminata la sospensione del primo cittadino.

L’avv. Alvaro, legale di Neri, ha incentrato gran parte del suo intervento sulla mancanza di dolo da parte del suo assistito. “E’ del tutto improvabile. ”Se è dolo per uno è dolo per tutti”, cosi si è preferito fare. Ma il dolo di ciascuno dovrebbe essere provato”,

Alvaro, nell’approfondire il concetto di realtà, verità e prospettiva, si è soffermato anche sulla stretta attualità, citando il gol annullato a Danilo nel corso di Juventus-Inter. “La verità ci appare in un modo, ma ci può apparire in un altro da una diversa prospettiva. Quando Neri si siede al tavolo il 16 luglio non sapeva nulla di eventuali incontri precedenti, o di eventuali accordi tra Falcomatà e Zagarella”.

La figura dell’ex vicesindaco, secondo Alvaro, non emerge in modo concreto all’interno della vicenda.

“Perche’ avrebbe dovuto votare si ad una delibera che lo avrebbe portati in tribunale? Non bisogna fare transfer temporali, le chat sono il mal di pancia di chi votò quella delibera, il 16 luglio quei mal di pancia non c’erano. Non possiamo fare copia incolla delle varie posizioni, diventa una scorciatoia per non risolvere il problema del dolo e cosi facendo lo si spalma su tutti”, ha concluso Alvaro.

Attesa per la sentenza di domani. Tocca alla Corte d’Appello confermare o smentire quanto deciso in primo grado, sul tavolo non c’è solo il presente (e il prossimo futuro) di Giuseppe Falcomatà e buona parte della giunta del primo tempo, ma anche possibili ripercussioni sull’attuale amministrazione.

Processo Miramare Appello