Muore Prince, il genio ribelle introvabile in rete


di Laura Maria Tavella – Un megalomane e anarchico. Un ribelle, appassionato della vita e dalla profonda carica erotica.

Uno degli artisti più influenti degli ultimi decenni, Prince, è morto ieri nella sua abitazione di Minneapolis, in Minnesota, in uno degli ascensori di Chanhassen, lo studio in cui il cantante registrava.

La conferma della morte è stata data dall’agente di Prince, Yvette Noel-Schure: “E’ con grande tristezza che confermo il decesso del leggendario e iconico Prince Rogers Nelson, all’età di 57 anni”.

Solo sei giorni fa l’artista era stato ricoverato d’urgenza: il suo jet privato era stato costretto a un atterraggio d’emergenza, in Illinois, “per una brutta influenza”- dichiarò l’agente.

Ad oggi, invece, pare che il ricovero fosse dovuto a un abuso da oppiacei, il Percocet, un farmaco antidolorifico utilizzato da Prince per sopportare un dolore all’anca che lo affliggeva da tempo.

Cantante, musicista, attore, regista e produttore: il finire degli anni ’70 furono gli anni del debutto, ma è negli anni ‘80, con Purple rain (colonna sonora dell’omonimo film, che gli valse l’Oscar), Around the world in a day, Sign O’ the times e Lovesexy, che Prince divenne “Prince, il re del pop”, l’artista dai live trasgressivi e dal sesso libertino, anche nei testi delle canzoni (Insatiable, Scandalous e Cream, solo per citarne alcune).

Un grande vuoto nel panorama musicale, ma anche in rete: se è vero che l’artista fu uno dei primi a diffondere i suoi dischi su internet, è anche vero che è uno dei pochi, forse l’unico che, recentemente, ha deciso di togliere tutte le sue canzoni dalle più famose piattaforme, come Youtube, Spotify e Apple Music, restando solo su Tidal, lanciata dal musicista e produttore Jay Z.

Prince ha così dato vita, con la sua morte, a un grande paradosso: il giorno in cui il mondo intero lo piange è lo stesso giorno in cui è difficile trovare e ascoltare su internet la sua musica.

Un paradosso che solo i grandi artisti possono mettere in atto. Quelli a cui, per farlo, serve il gene della genialità.