'Ndrangheta, Gratteri sull'arresto Bonavota: 'Indispensabili le intercettazioni'

"Senza le intercettazioni non saremmo arrivati alla cattura del boss". Le parole del procuratore di Catanzaro

Nella mattinata di oggi, 27 aprile, è stato arrestato il boss calabrese Pasquale Bonavota.

Il superlatitante, inserito dal Ministero dell’Interno, nell’elenco dei ricercati più pericolosi d’Italia, è stato fermato all’interno della Cattedrale del capoluogo ligure. L’operazione, condotta dal Ros e dai Comandi provinciali dei carabinieri di Vibo Valentia e Genova, è stata commentando dal procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, cui il boss era sfuggito nel dicembre 2019 nell’ambito della maxi inchiesta “Rinascita-Scott“.

“Un risultato importante, frutto di anni di collaudata sinergia tra il Ros e la Dda. Questa indagine conferma l’indispensabilità delle intercettazioni, senza le quali non saremmo arrivati alla cattura del boss Pasquale Bonavota” ha spiegato, commentando la cattura del latitante, sottolineando, come più volte già fatto anche in passato l’importanza degli investigatori di poter disporre di un mezzo che permetta di ascoltare le conversazioni degli indagati.

“L’arresto – ha aggiunto Massimiliano D’Angelantonio, comandante del II reparto investigativo del Ros – è il frutto della costante collaborazione tra la Dda di Catanzaro e l’Arma dei carabinieri in tutte le sue componenti, Ros, Territoriale e Cacciatori. Giunge a seguito di una complessa strategia di contrasto decisa dai vertici del Raggruppamento nei confronti della ‘ndrangheta e che oltre all’operazione Rinascita-Scott ha riguardato anche le operazioni Stige e Petrolmafie sempre coordinate da Dda di Catanzaro”.

Il 2023 sembra essere, dunque, un anno particolarmente buono per il reparto operativo speciale dei Carabinieri, che dopo la cattura di Matteo Messina Denaro nel mese di gennaio e quello di Rocco Morabito, ha messo a segno un altro importante risultato.