Arresto boss Morabito, Bombardieri: 'Andava per locali e curava i suoi traffici'

Arrestato già nel 2017, il boss di Africo era riuscito a comprarsi la libertà corrompendo una serie di funzionari e guardie del carcere

«Un’operazione da manuale» l’ha definita il procuratore capo di Reggio Giovanni Bombardieri durante la conferenza stampa per l’arresto del super latitante Rocco Morabito, cugino del defunto mammasantissima Giuseppe il “tiradritto” e grande tessitore dei traffici di cocaina tra il continente sud americano e quello europeo. Secondo quanto emerso, il broker della ‘ndrangheta, sulla cui testa pende una condanna a 30 anni di reclusione ormai definitiva, si era rifugiato in un appartamento di Joao Pessoa, nello stato di Paraiba.

«Morabito non viveva da latitante – ha sottolineato Bombardieri –  frequentava spiagge e locali della zona senza mai avere smesso di lavorare ai traffici di droga e incontrando esponenti di spicco delle consorterie criminali locali».

IL BLITZ

I carabinieri del Ros e i loro colleghi brasiliani e statunitensi erano sulle tracce di Morabito da tempo, ma la certezza di poter finalmente interrompere la latitanza del boss è arrivata solo mercoledì scorso. Poi il pedinamento lungo le strade della città brasiliana e il blitz all’interno dell’appartamento dove Morabito trascorreva la sua lussuosa latitanza. Gli investigatori lo hanno sorpreso assieme ad un altro pezzo grosso che da tempo aveva fatto perdere le proprie tracce, Vincenzo Pasquino, legato alle ‘ndrine operative in Piemonte e gancio indispensabile sulla rotta sud America – Spagna. «Gli arresti che sono stati eseguiti sono per noi di grandissima importanza – ha detto in conferenza stampa il procuratore capo della direzione nazionale antimafia Cafiero De Raho – Rocco Morabito rappresenta un riferimento internazionale nell’ambito del traffico di stupefacenti. È condannato alla pena di oltre 30 anni per traffico di stupefacenti dall’autorità giudiziaria di Milano, di Palermo e di Reggio Calabria».

PEZZO DA 90

Lo chiamano “Tamunga” a causa del vecchio fuoristrada su cui andava in giro per l’America Latina durante la sua prima, lunghissima, latitanza. Rocco Morabito è accusato di essere uno degli ingranaggi fondamentali per i traffici di cocaina sulle due sponde dell’Atlantico. Appartenente alle famiglie del mandamento jonico, Morabito era riuscito a ritagliarsi uno spazio importante nel panorama della droga, emergendo come broker in grado di impegnare ingentissime somme di denaro da investire in cocaina con cui inondare le piazze di spaccio europee. Nel suo appartamento, gli investigatori dei carabinieri hanno trovato numerosi cellulari, schede telefoniche e altri documenti che sono ora al vaglio degli inquirenti.

LA FUGA DA FILM

Morabito era già stato arrestato nel 2017, mentre si trovava in Uruguay. Arrestato e trasferito nel carcere di Montevideo, il boss di Africo era riuscito a comprarsi la libertà corrompendo una serie di funzionari e guardie del carcere, e facendo perdere le proprie tracce assieme ad altri tre reclusi sfruttando un passaggio sotteraneo nel 2019. Da quel giorno, hanno sostenuto gli investigatori durante la conferenza stampa, Morabito non si è limitato a nascondersi, ma è tornato pienamente “in affari” continuando a gestire e organizzare i suoi milionari traffici di droga.