'Ndrangheta, Gratteri: "Più bonifici e operazioni bancarie che conflitti a fuoco"

"La 'Ndrangheta non spara più, ma compra tutto". Le parole del procuratore Nicola Gratteri

La ‘Ndrangheta compie più bonifici e operazioni bancarie che conflitti a fuoco. A sostenerlo è il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, che vive sotto scorta dal 1989, in un’intervista alla rivista “Famiglia Cristiana”.

Il magistrato ha fatto il punto della situazione riguardo la ‘Ndrangheta quella che a oggi è la mafia più potente, la più ramificata, una holding capace di fatturare 50 miliardi di euro all’anno, in grado di reinvestire il 75 per cento dei suoi guadagni nell’economia legale.

“Con i proventi del traffico di droga e di altri reati oggi la ‘Ndrangheta sta acquistando quante più attività imprenditoriali può da Roma in su, in tutti i Paesi d’Europa, in Australia e a New York: alberghi, ristoranti, pizzerie – ha detto – La ‘Ndrangheta non spara più, ma compra tutto”.

Durante l’intervista il procuratore capo ha spiegato come mai nel Paese si sia abbassata la guardia:

“Il modo d’agire della ‘Ndrangheta non prevede sparatorie, auto bruciate o omicidi. Non crea allarme sociale. L’opinione pubblica, al Nord ma non solo, è convinta anche oggi che nel proprio quartiere non ci sia la Mafia. Adesso, invece, anche le mafie sudamericane stanno comprando al Nord. I cartelli, soprattutto quelli colombiani, che portano la cocaina in Europa, solo per il 9 per cento dell’importo vogliono essere pagati in Europa, investendo qui i loro proventi”.

Nel concludere, il magistrato ha detto:

“La ‘Ndrangheta ha fatto un grande salto di qualità negli anni Settanta con la fondazione della ‘Santa’, un ulteriore grado gerarchico dell’organizzazione che ha consentito la doppia affiliazione alla ‘Ndrangheta e alla massoneria deviata. Questo ha comportato contatti sempre più stretti tra i mafiosi e i quadri della classe dirigente e delle istituzioni. Al netto dei buoni risultati investigativi, la situazione è sfuggita di mano un po’ a tutti: alle forze dell’ordine, alla Magistratura, agli educatori, anche alla Chiesa. E’ un segnale culturale inquietante”.