Oggetti preziosi reggini pre-terremoto nel caveau romano di Bankitalia
01 Febbraio 2017 - 14:27 | di Federica Geria

Nel numero di ‘Panorama’ del 19 gennaio scorso, a firma del noto giornalista Antonio Carnevale, è stata pubblicata un’inchiesta dal titolo accattivante: «I misteri del caveau di Bankitalia». Ci si riferisce a una congerie di oggetti preziosi e storicamente significativi, conservati da decenni o addirittura da più di un secolo nei sotterranei blindati della Banca d’Italia, a Roma, e contenuti in alcune centinaia di pacchi, molti dei quali mai ispezionati per vedere cosa c’è dentro.
Perché ne parliamo: perché fra le tantissime cose importanti (perfino il Collare dell’Annunziata di Benito Mussolini) lì depositate, c’è anche un certo numero di anelli, spille, orecchini e persino orologi, tutti di notevole valore, che furono recuperati fra le macerie dei palazzi di Reggio demoliti dal terremoto del 1908, i cui proprietari non furono mai identificati; da qui il passaggio fra i beni dello Stato.
La notizia è veramente struggente! Quelle sono testimonianze della vita economica e sociale della nostra Città. Ognuno di quei ‘pezzi’ ha certamente una sua storia, parla un suo linguaggio; ma tutto è stato nuovamente sepolto nell’anonimato di una conservazione anòdina e generalizzante. Mentre potrebbero rivelare, a noi contemporanei, tanti aspetti della condizione di Reggio alla vigilia di quel terribile evento sismico.
E allora una richiesta è d’obbligo: ottenere che quei tormentati oggetti tornino a Reggio, possano essere visti e ammirati da noi, che di essi siamo gli eredi morali.
Da noi che crediamo nella forza del Ricordo.
Come? Realizzando, negli eleganti ambienti della Filiale reggina della Banca d’Italia, una loro Mostra, ci augureremmo Permanente.
Il giornalista Carnevale, meritevole autore di una tanto eclatante inchiesta, evidenzia più volte l’istinto conservatore delle istituzioni pubbliche interessate alla vicenda. Ma Reggio è una Città; e una Città ha diritti speciali, quando si tratta della sua Storia!
Per questo crediamo che non ci sia niente di sconvolgente nella proposta che qui avanziamo.
Tra l’altro, conosciamo bene la sensibilità culturale del Direttore della Filiale, dr. Antonio Signorello, dimostrata in più di una significativa occasione.
Auspichiamo, quindi, che essa venga sostenuta con convinzione nelle sedi competenti: sarà un altro mattoncino nella costruzione di una Reggio sempre più consapevole del proprio illustre Passato.