Operazione Cenide, il ruolo di Morabito tra cene, capretti e regali graditi

Il "metodo delle cene" rappresentava una consolidata pratica corruttiva

Nelle oltre 600 pagine dell’ordinanza del GIP Valentini, riguardante l’operazione ‘Cenide‘, che ha portato all’arresto del sindaco di Villa San Giovanni Giovanni Siclari, tra i paragrafi più interessanti, e tra quelli che destano più curiosità c’è sicuramente quello relativo alla “benevolenza” dei destinatari dei favori illeciti di Morabito tra cene e regali graditi.

Ristobottega

Ne emerge, anche qui, una squallida restituzione dei favori attraverso cenette a base di pesce e non che gratificavano Francesco Morabito & family.

Gli esiti delle indagini descrivono Francesco Morabito come un personaggio alla costante ricerca di occasioni di lucro, tramite la strumentalizzazione del proprio munus pubblico.

Il molti casi le sue illecite condotte si rivelavano foriere di utilità di sicuro rilievo, quali posti di lavoro e proficui incarichi professionali. L’indagato, tuttavia – con una singolare voracità, si legge nell’ordinanza – non disdegnava di accettare di buon grado anche più modesti sconti, regalie ed inviti a cena, a titolo di ricompensa per il canale preferenziale che garantiva agli “amici”.

Come quando, il 13 aprile 2018 Morabito, in procinto di recarsi presso un noto ristorante di Reggio Calabria, già pregustava la possibilità di cenare gratuitamente, essendo il pagamento prerogativa di Giovanni Scappatura che, a sua volta, avrebbe potuto far leva su quanto dovutogli dal ristoratore per le pratiche istruite in suo favore.


Anche la scelta dei locali dove pasteggiare, insieme alla moglie ed agli amici Scappatura e Giustra, non era mai casuale. Venivano infatti sistematicamente individuati ristoratori che, avendo presentato istanze presso l’Ufficio urbanistico, dovevano sdebitarsi garantendo una gratuita ospitalità.

Emblematiche le parole di Francesco Morabito che, il 28 agosto 2018, dopo essere stato interpellato per una pratica dal titolare del ristorante “Autostello” di Santa Trada, si rivolgeva entusiasticamente alla moglie, nella prospettiva di poter scroccare una cena gratis

[MORABITO: “Andiamo all’autostello?” “Mangiamo gratis! (sottovoce n.d.r.) Forse, speriamo, mi ha chiamato oggi! “].

Il giorno successivo, la moglie di Morabito, Patrizia Arena, conversando con la propria madre, si diceva compiaciuta per la cena offerta, specificando che lei ed il marito avevano sfruttato la necessità del ristoratore di ottenere un’autorizzazione presso l’Ufficio tecnico.

Il tutto è stato confermato dal collaboratore Vincenzo Cristiano che con le risultanze dell’attività di intercettazione, ha dato assoluta certezza del fatto che Francesco Morabito fosse solito indirizzare i vari utenti presso lo studio tecnico di Giovanni Scappatura, dato ormai pacifico nella comunità secondo cui l’unica strada per ottenere celermente un titolo edilizio e/o una semplice concessione è rivolgersi al citato geometra, proprio in virtù del canale preferenziale di cui quest’ultimo gode all’interno dell’ufficio tecnico.


In cambio della corsia privilegiata, l’ingegnere Morabito non era solito ricevere denaro per le sue opere corruttive quanto piuttosto, ottenere utilità di varia natura, come le cene gratuite.

Il “metodo delle cene”, dunque, rappresentava una consolidata pratica corruttiva attraverso cui l’ingegnere Morabito riceveva da Giovanni Scappatura compensi derivanti dalle agevolazioni delle pratiche edilizie di suo interesse.

Tale prassi ha inciso gravemente negli anni sulla legalità della “macchina amministrativa” del Comune di Villa San Giovanni. Sono infatti emersi elementi che dimostrano l’illecita prassi da parte di chi, interessato ad ottenere concessioni o autorizzazioni, abbia conferito all’ingegnere Morabito benefici di varia natura.

L’ingegnere Morabito precisava inoltre che la benevolenza da parte dei soggetti interessati ad ottenere titoli concessori, una volta ricevuto quanto richiesto, prima o poi era destinata ad esaurirsi:

“In genere la benevolenza passa, perché se io gli faccio una concessione edilizia ad uno e magari gli spettava o non gli spettava (aveva diritto o non aveva diritto n.d.r.) prima che gliela rilascio, mi offre il caffè, viene, mi prende, mi porta il capretto, mi fa, e dopo che gliela rilascio, dopo un anno, due, si dimentica”.


L’eloquenza di tali affermazioni, per di più provenienti direttamente da Francesco Morabito, non necessita per il vero di particolari commenti, poiché fa esplicito riferimento al sistema corruttivo. Questi sono dunque gli illeciti interessi che connotano la personalità di Francesco Morabito tanto da definire “benevolenza” qualsiasi forma di regalia e di utilità finalizzata al conseguimento, da parte degli utenti, di trattamenti di favore nell’espletamento delle sue attività d’ufficio.