Reggio 'torna' arcobaleno: tutto pronto per il Pride 2023. Calabrò: 'Sarà la festa di tutti'

Il percorso e le tappe della pride week a Reggio Calabria. Martino: "Il Comune abbraccia l'evento". E così anche Camera di Commercio e Confesercenti

“Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure” è stato questo l’involontario fil rouge che ha caratterizzato l’odierna conferenza stampa di presentazione del Reggio Calabria Pride 2023. Una citazione di Italo Calvino, dal romanzo “Le città invisibili” che, se associato, a quella dello Stretto, non può che portare ad una profonda riflessione.

“Siamo sempre impegnati – ha spiegato Salvatore Piromalli, in arte Doretta Drag Queen e madrina del Pride – a tenere alto il morale di una città in cui è rimasto davvero poco per cui ridere. Per noi comici, portare un sorriso sui volti delle persone, è veramente difficile. Eppure ce la stiamo facendo”.

E di fatti, dopo un anno di programmazione da parte di Arcigay I due Mari è iniziato il countdown per l’onda pride reggina, il cui appuntamento è fissato per sabato 22 luglio e, per la prima volta, ha raccolto il consenso della Camera di Commercio e di Confesercenti.

L’onda pride torna a Reggio Calabria

Conferenza Pride 2023 Rc

Calabrò: “Sarà la festa di tutti e tutte”

Di evento “storicizzato” ha parlato l’assessora comunale con delega alle politiche di genere ed alle attività produttive Angela Martino. E, non a caso, visto che il primo pride a Reggio si è tenuto ben 9 anni fa.

“Il 22 luglio a Reggio Calabria torna l’onda Pride – ha raccontato Michela Calabrò, Presidente di Arcigay ai microfoni di CityNow. L’edizione 2023 sarà caratterizzata da alcune importanti novità. Innanzitutto torna protagonista la Villa comunale. È da lì che è prevista la partenza del corteo, così come avvenuto anche nel 2014, lo ricorderà bene chi ha preso parte al 1° pride cittadino”.

Una sorta di ritorno alle origini, dunque, che vedrà poi protagonista il Corso Garibaldi e largo Colombo. La manifestazione terminerà, così come nel 2022, al Waterfront, dove si terranno i discorsi conclusivi.

“Presente, per l’occasione – ha ricordato Calabrò – Natascia Maesi, neo eletta presidente nazionale di Arcigay, siamo felici e onorati di averla con noi già dal venerdì.

Quella di quest’anno, è stata un’edizione non priva di ostacoli, molto complessa da organizzare e che ha richiesto, a tutti i volontari, non poca fatica. In questo momento ci vogliamo concentrare sulla parte propositiva e dunque sul fatto che quella di sabato sarà, di certo, una festa per tutti e tutte”.

Martino: “Comune sempre dalla parte dei diritti”

“È vero – ha confermato l’assessora Martino – ci sono stati degli ostacoli logistici e organizzativi, che per fortuna abbiamo superato. E, il pride, è arrivato al coronamento di un anno di attività sociale davvero intensa da parte di tutti i volontari che operano, ci tengo a precisarlo, non solo per i propri iscritti, ma per tutta la comunità.

Arcigay – ha aggiunto – più di altre realtà associative è chiamata a fare i conti, quotidianamente con “paure e desideri” – ricordando le parole di Calvino-. Noi, dal canto nostro lavoriamo per una città più bella, più giusta, una città che riesce a dare le risposte che ogni singolo ci domanda.

Il senso del Pride credo sia chiaro a tutti, perché grazie alla comunità LGBTQIA+ reggina, la società è riuscita a comprendere il valore di quest’onda finale. Il pride è per il sociale, per ricordare a tutti e tutte che Reggio Calabria è vicina e abbraccia tutte le istanze, anche quelle del mondo arcobaleno in tutte le sue declinazioni – ha ricordato la delegata della Giunta Brunetti. Questo tipo di eventi, nel momento in cui vengono storicizzati, come nel caso del Reggio Calabria Pride, diventano occasioni importanti di crescita da un punto di vista economico. La città diviene, infatti, vero e proprio attrattore.

Il Pride è soprattutto – ha rimarcato Martino – una rivendicazione di spazi civili e l’amministrazione, e la politica più in generale, hanno il dovere di stare al fianco delle persone che, per immaturità di alcune frange sociali, possono sentirsi in difficoltà. Il mondo dell’associazionismo va sempre ascoltato ed è per questo che il Comune partecipa in maniera corale, per dare un segno tangibile, soprattutto ai ragazzi che hanno bisogno di non sentirsi diversi, semplicemente perché non lo sono.

La città di Reggio Calabria – ha concluso l’assessora – nel solco della tradizione tracciata dal sindaco Falcomatà, che nel primo anno della sua sindacatura, ha “inaugurato” il primo Pride cittadino, continua a credere fermamente in questa manifestazione. Il vento non si ferma neanche con le mani e chi nega la realtà fa una “cattiva” politica, nutrendo sentimenti pericolosissimi come l’omofobia”.

La sinergia con la Camera di Commercio e Confesercenti

Un sentito ringraziamento da parte della Presidente di Arcigay è stato rivolto ai presidenti della Camera di Commercio Ninni Tramontana e di Confesercenti Claudio Aloisio:

“Insieme abbiamo costruito un dialogo per organizzare il Reggio Calabria Pride, per me questa collaborazione ha un significato veramente importante perché dimostra, a tutti gli effetti, che il Pride non è la manifestazione dell’associazione Arcigay, ma è un’iniziativa che vuole coinvolgere con sempre maggiore frequenza tutto il territorio e tutte le realtà commerciali”.

Soddisfatto anche Tramontana, per aver preso parte all’organizzazione che porterà tantissime persone nella città dello Stretto:

“In questi mesi ho scoperto un mondo, un’associazione che è fortemente radicata sul territorio e che lavora 365 giorni l’anno. Una realtà che cerca di rivendicare diritti,

Vi ringrazio perché in questi incontri mi avete arricchito. Sono qui convintamente, pronto a lavorare per la buona riuscita dell’evento conclusivo di un anno di lavori e come modo imprenditoriale abbiamo cercato di stimolare le attività della città. Compito che i nostri imprenditori ci hanno reso abbastanza semplice, perché trattasi di persone aperte ad un’iniziativa che non è la manifestazione di Arcigay, ma un evento di tutta la città”.

“La nostra associazione – ha affermato il Presidente Aloisio – che persegue gli scopi della valorizzazione e dell’arricchimento del territorio in cui viviamo e del tessuto economico imprenditoriale, non poteva che sposare convintamente una manifestazione che avrà, indubbiamente, delle ricadute economiche su Reggio. Lo diceva giustamente il Presidente Tramontana, un evento che riesce a portare in città circa tre mila persone è una cosa che nella città è molto importante perché crea un indotto dal punto di vista dell’accoglienza.

Molti associati hanno aderito alla richiesta di aderire e sostenere il pride con una particolare scontistica che danno il segno della volontà del tessuto imprenditoriale di voler essere inclusivi a 360°. Come Confesercenti ci siamo mossi non solo per “patrocinare” l’evento, ma anche cercando di fornire un aiuto pratico, mettendo a disposizione una WebApp turistica che è attiva per chiunque arriverà sul nostro territorio”.

E a proposito di numeri, che nella città dello Stretto sono sempre stati davvero esorbitanti e per questa edizione si attende una folla ancor più numerosa, la madrina dell’evento Doretta ha ricordato:

“Non serve essere in mille per parlare il Pride, basta un singolo individuo pronto a manifestare il suo modo di essere”.

La Pride Week  e gli eventi collaterali

Come ogni anno, il Reggio Calabria Pride arriverà a conclusione di una settimana di eventi collaterali:

  • giovedì 20, alla galleria Toma;
  • venerdì 21, all’Asp di via Willermin (dalle 08:00 alle 10:00), Test gratuiti per l’HIV aperti a tutta la cittadinanza (info a [email protected]);
  • sempre venerdì 21 luglio ultimo aperi-pride (19:30) con la presenza della Presidente nazionale di Arcigay Natascia Maesi.

L’evento si è concluso con una riflessione della Presidente Calabrò che riferendosi a Reggio Calabria ed alle “crociate” condotte dai suoi cittadini ha preso in prestito un’altra delle famose citazioni di Calvino, tratta da “Le città invisibili“:

“L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.