Ponte sullo Stretto, Repaci: 'Né favorevole, né contrario. Vogliamo solo risposte certe'

"Vigileremo affinchè i lavori non stravolgano la vita dei nostri cittadini" la promessa del sindaco

Mentre la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina continua a dividere l’opinione pubblica, il progetto sembra andare avanti, anche se l’avvio dei lavori – come già accaduto diverse volte negli ultimi decenni – è slittato.

La società Stretto di Messina, infatti, ha chiesto una proroga di 120 giorni per rispondere ai rilievi del ministero dell’Ambiente e Sicurezza energetica.

Vana, dunque, la speranza del ministro Salvini di avviare il cantiere entro l’estate. Si arriverà al 2025. Oltre al MASE, però, anche i territori interessati dalla maxi opera vorrebbero dei chiarimenti. È il caso, ad esempio, del Comune di Campo Calabro, che avrà un ruolo chiave nell’attraversamento stabile dello Stretto, in quanto ospiterà una delle rampe di accesso.

Il Ponte sullo Stretto e l’impatto su Campo Calabro

Il sindaco Sandro Repaci, ai microfoni di CityNow, ha ribadito la sua posizione:

“Non sono pregiudizialmente favorevole, né contrario. Qui nessuno perderà casa, ma a preoccuparci è l’impatto che il cantiere avrà sul nostro territorio”.

Il primo cittadino ha espresso, dunque, la ferma volontà di far luce su tutte quelle che potrebbero essere le criticità per il Comune.

Al contrario della vicina Villa San Giovanni, a Campo, dove sono in programma circa settanta espropri, questi non riguarderanno abitazioni e attività, ma terreni agricoli, che saranno destinati a servizi e sottoservizi per l’opera.

“Uno degli aspetti più significativi del progetto – ha spiegato Repaci – riguarda la costruzione della rampa C e di una galleria a doppio fornice, che si estenderà per 70 metri di profondità. E qui il primo quesito, come sarà attraversato il Comune? Ed ancora, è stato previsto un ciclo per il trattamento degli inerti? Come funzionerà?”.

Le domande, però, non finiscono qui. Il previsto aumento demografico dovuto al cantiere rappresenta un’altra fonte di preoccupazione per il primo cittadino:

“Campo Calabro dovrà affrontare un’espansione demografica rapidissima, che metterà a dura prova le nostre infrastrutture”.

Repaci sottolinea problemi come l’incremento del traffico e la disponibilità d’acqua, che potrebbero sovraccaricare le risorse locali.

“Quanta acqua sarà necessaria? Quella che abbiamo soddisfa appena i nostri bisogni.  L’aumento della percorrenza delle nostre strade, sarà retto dalle infrastrutture  metropolitane?”.

E poi ancora:

“Noi ci limitiamo ad osservare, come fatto in conferenza dei servizi, una serie di problemi che riguardano il nostro Comune. Non ci interessano le opere compensative, a noi interessa “non essere sciolti nell’acido della costruzione dei cantieri“. Non vorremmo – ha detto – che il comune fosse sventrato. Come amministrazione, il nostro compito è quello di vigilare affinchè questi lavori impattino il meno possibile sulla vita delle persone. Vigileremo affinché ciò che accade non si trasformi in un danno per la popolazione”.

Con una posizione così strategica nel progetto del Ponte sullo Stretto, gli occhi, sulla sponda calabrese, sono puntati su Campo Calabro e sulle sue risposte alle sfide che il futuro prossimo potrebbe portare.