Minatore d'oro, Verduci e Mariani consegnano il premio ai Vigili del Fuoco - FOTO

Nomine speciali alla memoria di Nino Candido, Italo Falcomatà e Cesare Diano. Verduci: "Grazie al sacrificio dei nostri padri, la nostra comunità è coesa"

Emozioni e ricordi hanno caratterizzato la cerimonia di consegna del Minatore d’oro, premio internazionale istituito dall’Amministrazione comunale di Motta San Giovanni, giunto alla sua decima edizione, per ricordare il sacrificio dei minatori mottesi e destinato a figure che si sono distinte nel mondo del lavoro, della cultura, della medicina, della ricerca e del sociale.

Il premio, unico nel suo genere e realizzato dal maestro orafo Michele Affidato, è stato consegnato questa mattina, a Piazza della Municipalità, dal primo cittadino Giovanni Verduci e dal prefetto Massimo Mariani al Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Guido Parisi.

“Grazie al sacrificio dei nostri padri, la nostra comunità è coesa, unita, determinata a far diventare Motta San Giovanni il paese del ricordo, l’altare del minatore, l’elogio del lavoro inteso come riscatto sociale ed economico delle nostre famiglie – afferma il sindaco Verduci -. Il Minatore è il brivido che corre lungo la schiena quando le foto mostrano una realtà dura, è la voce tremolante degli orfani, è il volto delle donne mottesi scavato da lacrime che non hanno mai smesso di scorrere, sono gli occhi increduli di chi ha vissuto questa esperienza e a ragione non può comprenderne l’importanza”. Come il Minatore d’Oro, il vigile del fuoco affronta quotidianamente ogni pericolo mettendo in conto che “qualsiasi intervento non è per nulla semplice”.

Lo sa bene il Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Guido Parisi che postilla:

“I vigili del fuoco rischiano la vita ogni giorno affrontando la morte, sanno che i rischi ai quali vanno incontro sono tanti e si scontrano sempre con l’imprevisto. Sono uomini che conoscono bene cosa sia la paura ed è quella che gli consente di mantenere razionalità e lucidità di fronte ad interventi difficili e rischiosi”.

E in uno di questi interventi mentre era in servizio a Quargnento in provincia di Alessandria, ha perso la vita il giovane pompiere reggino Antonino Candido al quale, insieme al professore Italo Falcomatà (storico, politico, sindaco di Reggio Calabria dal 1993 al 2001) e all’imprenditore Cesare Diano (presidente Confindustria Calabria, amministratore comunale), l’Amministrazione comunale ha assegnato un riconoscimento speciale alla memoria.

“Antonino era fiero della divisa che indossava, amava il suo lavoro e sin da bambino, aveva sognato di entrare nella grande famiglia dei vigili del fuoco – afferma la mamma Maria Stella Ielo accompagnata dal marito Angelo Candido – Una famiglia che, da quella tragica notte, non ci ha mai lasciato soli e ancora oggi, ci sta accanto donandoci quell’affetto che ci aiuta ad andare avanti”.

A ricordare l’esempio del giovane vigile del Fuoco anche la professoressa Rosetta Neto Falcomatà che si sofferma sul marito, “ex docente di lettere, un uomo che ha fatto tante battaglie per il bene comune e della sua città, un politico onesto che ha saputo imprimere con un atteggiamento ed uno stile pacato, calmo, mai gridato la legalità”.

Commozione anche nel dolce ricordo del figlio dell’imprenditore Diano, “un capitano d’industria che ha rappresentato per lungo tempo uno dei pilastri del mondo imprenditoriale reggino e non solo”. All’evento non sono volute mancare le autorità civili, militari e religiose, l’Associazione Minatori mottesi Commemorare per ricordare, gli studenti dell’Istituto comprensivo, la comunità mottese tutta.