'Presa Diretta' al centro delle polemiche per la puntata su 'Rinascita Scott'

'In Calabria è normale: si attacca chi denuncia, non chi delinque', afferma Carlo Tansi. 'Le mafie si combattono anche in questo modo', il pensiero di Klaus Davi

La puntata del programma di Rai 3 ‘Presa Diretta’ interamente dedicata all’inchiesta ‘Rinascita Scott’ è al centro delle polemiche.

“Un attacco strumentale, che va ben oltre il libero diritto di critica di uno qualunque dei telespettatori paganti di una produzione televisiva del servizio pubblico garantito dalla Rai”, il pensiero in merito di Unci Calabria, vale a dire l’articolazione territoriale delle Camere Penali.

Tansi: ‘Silenzio della politica una vergogna’

Carlo Tansi, già candidato a Governatore della Calabria e adesso al fianco di Luigi De Magistris, replica in modo secco a quanto sostenuto da Unci Calabria.

“Una posizione, quella assunta dalle Camere Penali calabresi, che francamente non sta in piedi, considerato come per un procedimento di tali dimensioni e così sfaccettato, con centinaia di presunti colpevoli alla sbarra, diventa impossibile creare una qualche forma di condizionamento di natura mediatica della Corte giudicante.

Nell’occasione di Presadiretta si discute di uno squarcio coraggiosamente aperto su un mondo blindato, impenetrabile, protetto a ogni livello ovvero quello della più potente consorteria criminale del mondo. Fatto che va molto oltre al medesimo processo Rinascita-Scott, assumendo peraltro una valenza altissima secondo il principio sancito dall’art. 21 della Costituzione mediante cui i nostri Padri Costituenti hanno tutelato la libertà di espressione e informazione.

Quello che mi fa più male, addirittura sconvolgendomi, non è tanto l’affondo dell’Unci regionale a salvaguardia dei suoi interessi fra avvocati secondo l’accusa asseriti burattinai di certi giochi di potere e soldi, tantissimi soldi, imputati eccellenti e capimafia ottimi clienti, bensì l’assordante silenzio della politica.

Un’Istituzione che avrebbe dovuto urlare tutto lo sdegno e la rabbia per quanto mostrato da Rai3 in diretta nazionale e viceversa chiusa a riccio, per i troppi inconfessabili strusci con quel mondo di..mezzo, in attesa di veder passare la tempesta. Una vergogna senza fine. Ecco perché è arrivato il momento di dire basta, ma serve una rivoluzione dal basso. Ogni persona perbene, per quel che può, inizi dunque a rendersi promotrice e artefice del cambiamento”, il pensiero di Tansi.

Sull’argomento è arrivato il pensiero anche del massmediologo Klaus Davi, esperto delle tematiche legate alla criminalità organizzata. Secondo Davi, il compito di chi fa giornalismo è anche combattere le mafie con questo tipo di comunicazione.

Klaus Davi

Davi: ‘Le mafie si combattono anche in questo modo’

La ‘riservatezza’ lasciamola alla criminalità organizzata. È una ‘qualità’ che ha ammazzato questa terra e mi spiace che rappresentanti dell’avvocatura e anche qualcuno delle istituzioni condividano la strategia del ‘basso profilo’. Anche no! Lasciamolo alle ‘Ndrine questo stile. Le mafie si combattono anche con la trasparenza e la comunicazione. Non si possono citare gli esempi di Falcone e Borsellino a ogni piè sospinto e poi invocare lo stile dei carbonari e dei massoni nella comunicazione. Pur rispettando tutte le opinioni, la polemica su Riccardo Iacona la trovo strumentale”, le parole del già candidato a Sindaco di Reggio Calabria.