Brogli elettorali, Davi a CityNow: 'Ragazzini incompetenti, città sputtanata'

Il massmediologo, già candidato a sindaco, torna sullo scandalo elezioni: ‘Non ci volevano lì. Hanno usato dei killer per farci fuori’

La domanda che si pongono in tanti, dopo il nuovo capitolo dell’inchiesta sui brogli elettorali illustrato dalla Procura reggina, è se l’amministrazione comunale era al corrente del sistema architettato da Nino Castorina per alterare il voto degli scorsi 20 e 21 settembre.

Lapidario nella risposta è stato il già candidato a sindaco Klaus Davi, intervenuto in diretta a Live Break, premettendo che la narrazione che è emersa ieri dalla Procura è veramente inquietante, perché la manipolazione presunta della Commissione elettorale, quella che decide poi i presidenti di seggio, e che conta i voti, è più che imbarazzante, per i diretti interessati e per i reggini.

“Incompetenti? Fino a che punto…”

Poi, sui “non ricordo” e le leggerezze amministrative di Falcomatà e Delfino, non fa giri di parole:

“Vogliono convincere l’opinione pubblica di essere dei ragazzini incompetenti e diciamo che le spese di questa incompetenza, questa boria, la stanno pagando i reggini perché questo scandalo sta distruggendo ulteriormente la reputazione della città. C’è incompetenza, fino a che punto? C’è malafede? C’è qualcos’altro? Che Delfino fosse un incompetente me ne ero accorto, perché la sua prima preoccupazione è stata affidare un appalto ad un imprenditore citato in una importante indagine della Dda”.

Davi, che confida di aver avvertito l’imbarazzo dei procuratori stessi, in quanto cittadini, di dover descrivere un degrado simile, amplia il raggio delle responsabilità:

“I pm hanno fatto un accenno allo scambio di delibere, dicendo chiaramente che lo staff del sindaco era al corrente di quello che stava succedendo, e poi anche che chi doveva controllare non ha controllato. Dal punto di vista istituzionale è un fatto di una gravità assoluta”.

E d’altra parte, per lui che ha bussato alle case dei boss di ‘ndrangheta, alcuni cognomi arrivati ieri lo hanno fatto ‘pensare’. “Andranno fatti degli accertamenti – aggiunge – su che tipo di persone sono state coinvolte in questa associazione”.

Città svergognata

L’ennesimo capitolo della vicenda dei brogli elettorali in riva allo Stretto ha naturalmente occupato i titoli dei maggiori tg nazionali, meritandosi anche una buona posizione sui più importanti quotidiani cartacei. Davi, da sempre attento all’immagine della città, che ha provato anche a rilanciare con un suo brand in campagna elettorale, sottolinea il danno subito da Reggio:

“Ancora una volta siamo stati su tutti i telegiornali nazionali descritti come un’associazione a delinquere, in  una città in cui la delinquenza non è solo la ‘ndrina, ma purtroppo è insediata fortemente in Comune. Insomma, gestiti da presunti imbroglioni seduti nelle istituzioni, quando non imbroglioni, incapaci, quando non incapaci in mala fede. Questa narrazione a noi ci fa male. Non se la meritano i cittadini”.

Siamo stati fatti fuori

Klaus Davi, come si ricorderà, proprio la sera di domenica 20 settembre, quindi a voto in corso, fu il primo ad aver capito che stava succedendo qualcosa ad Archi. Non perse tempo e fece una vera e propria denuncia di quanto stava accadendo all’Ansa. Oggi torna su quei momenti:

“Siamo stati esclusi per 60 voti… il problema è che hanno usato dei killer per farci fuori, poi bisognerà vedere chi è il mandante e chi il killer. Io non ho interessi, ma solo affetto amore e passione per questa terra. Non ero manipolabile, non ho cordate, niente. Il fatto è che non ci volevano lì. Il giorno della proclamazione, mi vengono i brividi solo a pensarci, Falcomatà ha fatto i complimenti al presidente della Commissione elettorale dicendo ‘è una garanzia’. Ma di che? Di quale garanzia parlava il sindaco? Se chi doveva controllare la linearità del voto ha chiuso gli occhi. Forse, a questo punto il sindaco dovrebbe chiarire se era riferito alla Commissione elettorale, o a Castorina”.