Presentato a Palazzo Alvaro il dizionario etimologico del dialetto bivongese
01 Dicembre 2017 - 12:30 | di Vincenzo Comi

Si è svolta nei giorni scorsi presso la sala “Gilda Trisolini” di Palazzo Alvaro a Reggio Calabria, la presentazione del “Dizionario Etimologico del dialetto Bivongese”, edito per i tipi della Città del Sole Edizioni, curato da Padre Damiano Bova che per questo suo lavoro è stato insignito del Premio Anassilaos 2017 per la saggistica.
L’evento si è aperto con i saluti istituzionali delle autorità presenti; il consigliere Filippo Quartuccio, consigliere e delegato alla cultura per la Città Metropolitana ha sottolineato l’importanza di simili iniziative, occasione di arricchimento culturale e sociale e di promozione di valori di amicizia e di rispetto. Un volume, ha aggiunto Quartuccio, importante per la valorizzazione dei dialetti, per la conservazione e trasmissione di questo patrimonio culturale. Il sindaco di Bivongi Felice Valenti dopo aver espresso le proprie congratulazioni a padre Damiano per il premio ricevuto, ha ringraziato la Città Metropolitana per aver supportato da vicino questo progetto. Il dialetto, ha evidenziato il sindaco, è la storia dei paesi e l’Italia è un paese creato dai comuni. I dialetti ne sono una chiara espressione e hanno avuto un’importanza nel tramandare la nostra cultura. Con rammarico il sindaco ha lanciato un monito in difesa dei molti dialetti come quello di Bivongi che stanno scomparendo e dell’intero patrimonio culturale che essi rappresentano.
Il dialetto, ha concluso il sindaco, è un percorso; senza memoria non è possibile costruire il futuro.
L’editore Franco Arcidiaco, intervenuto in rappresentanza del sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, autore della prefazione del dizionario, ha sottolineato come il premio dimostra la quantità di eccellenze del nostro territorio. Operazioni come quella di padre Damiano Bova rendono dignità al dialetto elevandolo al rango di lingua e, forse come già incoraggiava Pasolini, si dovrebbe trovare il coraggio di esprimersi nel proprio dialetto al posto di adoperare la lingua ufficiale. A tal proposito, il lavoro di Padre Damiano Bova ha prodotto un dizionario straordinario. Hanno impreziosito la presentazione del Dizionario i contributi della professoressa Paola Radici Colace, docente di Filologia Classica del dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università di Messina e dello storico reggino Domenico Minuto.
La professoressa Radici Colace ha inizialmente ricordato un passo di Erodoto che sottolinea l’importanza che ognuno deve dare alle proprie tradizioni. Lo storico greco, infatti, primo nella storia a studiare i diversi costumi dei popoli dell’epoca riteneva che ciascun uomo messo di fronte ad una scelta fra le diverse tradizioni avrebbe finito col preferire quella del proprio paese. E il dialetto è espressione della tradizione di un determinato luogo. Il discorso sui dialetti, quindi, non va impostato in modo gerarchico tra lingue e dialetti, ma deve essere considerato una risorsa in più, una possibilità comunicativa al pari delle altre lingue.
Radici Colace ha poi voluto sottolineare l’importanza del lavoro etimologico spesso ignorato dal parlante stesso che ha interiorizzato le regole grammaticali e fonetiche senza doverle necessariamente comprendere a fondo. Immenso e volatile e il patrimonio delle parole di una lingua/dialetto. Infatti, ci accorgiamo dell’importanza delle parole quando ad esempio andiamo all’estero e il nostro bagaglio linguistico si rivela inadeguato. Il dialetto è un’opportunità per recuperare un mondo di significati e valori, perché dentro una parola c’è tutta una fermentazione di storie. La docente di Filologia ha concluso con la lettura di alcune glosse e affermando che il dizionario non è solo un prodotto finito ma anche il principio di un gran numero di nuove possibili ricerche.
Lo storico reggino Minuto ha invece evidenziato il patrimonio di storie che si cela dietro ogni singola, apparentemente anche banale, parola.
Parlare di un vocabolario significa parlare di parole e un dizionario, da questo punto di vista è un museo o più che un museo, ha precisato Minuto in questo caso, un vivaio di parole vive che parlano fra loro, un continuo racconto della vita popolare.
Infine Padre Damiano Bova ha ringraziato le autorità, gli studiosi intervenuti e tutti i presenti commentando che la realizzazione del dizionario è stata per lui un faticoso lavoro, ma anche e soprattutto un gustoso divertimento.
Antonio Brienza
