Prevenzione tumori, l’urologo reggino che opera in robotica al Gemelli: ‘Un controllo può salvare la vita’

Novembre è il mese dedicato alla salute maschile. Il Dott. Simone Assumma, urologo reggino, spiega l’importanza della prevenzione e i progressi della chirurgia robotica

dott assumma urologo

Ogni anno, novembre si tinge di blu per ricordare un messaggio spesso trascurato: la salute maschile conta. È il mese dedicato alla prevenzione dei tumori maschili – in particolare del carcinoma alla prostata – e alla promozione del benessere fisico e psicologico degli uomini.

In questo contesto, abbiamo incontrato il Dott. Simone Assumma, urologo presso il Policlinico Gemelli di Roma, diretto dal Prof. Bernardo Rocco. Da anni, il medico calabrese si dedica con passione alla diagnosi e al trattamento dei tumori urologici, con un’attenzione particolare alle nuove tecnologie e alla vicinanza ai pazienti.

La prevenzione che salva la vita

“Novembre è un’occasione fondamentale per sensibilizzare gli uomini sulla prevenzione dei tumori maschili, in particolare del carcinoma della prostata, che rappresenta oggi il tumore più frequente nella popolazione maschile”, spiega Assumma.

Troppo spesso gli uomini rimandano i controlli per timore o superficialità, convinti di stare bene. “In realtà – sottolinea – la diagnosi precoce può fare la differenza tra una malattia curabile e una situazione molto più complessa. Un semplice controllo urologico annuale, soprattutto dopo i 50 anni (o dai 45 in presenza di familiarità), può letteralmente salvare la vita.”

La prevenzione passa da esami semplici ma decisivi: il dosaggio del PSA nel sangue, la visita urologica e, quando serve, la risonanza magnetica multiparametrica, che guida la successiva biopsia prostatica fusion. “Grazie a questi strumenti possiamo individuare eventuali anomalie in fase iniziale, spesso quando la malattia non dà alcun sintomo. Agire in tempo – aggiunge – significa offrire ai pazienti trattamenti con prognosi eccellenti.”

La rivoluzione della chirurgia robotica

Negli ultimi anni, la chirurgia urologica ha vissuto una trasformazione profonda grazie all’introduzione dei robot chirurgici. “La chirurgia robotica ha rivoluzionato l’urologia moderna. Ci consente di eseguire interventi estremamente precisi, con un approccio mini-invasivo che riduce il dolore post-operatorio, la perdita di sangue e accelera il recupero del paziente”, racconta il dottore.

Al Policlinico Gemelli sono oggi disponibili diverse piattaforme robotiche – dal celebre Da Vinci alle più recenti Hugo e Toumai – tutte al servizio della stessa missione: offrire sicurezza e risultati ottimali, sia funzionali che oncologici.

“Il chirurgo resta sempre al centro dell’intervento, ma con una visione tridimensionale e una precisione impensabile fino a pochi anni fa”, spiega Assumma. Oltre alla prostatectomia radicale, la chirurgia robotica viene impiegata anche per i tumori del rene e della vescica e per interventi ricostruttivi su stenosi ureterali o calcolosi renale.

“Il robot non sostituisce il medico, lo potenzia”

All’inizio, ammette Assumma, i pazienti mostrano un po’ di diffidenza verso la parola “robot”. “In realtà, quando spieghiamo che si tratta di uno strumento guidato interamente dal chirurgo per aumentare la precisione dell’intervento, comprendono subito i vantaggi. La soddisfazione più grande è vedere persone che, a distanza di pochi giorni dall’operazione, tornano alla loro vita normale con ottimi risultati clinici.”

Tra le principali preoccupazioni dei pazienti sottoposti a prostatectomia radicale ci sono la continuità urinaria e la funzione erettile. Ma la tecnologia e l’esperienza dei centri specializzati stanno cambiando radicalmente lo scenario.

“Grazie ai progressi della chirurgia robotica – spiega Assumma – oggi otteniamo risultati funzionali eccellenti, sia in termini di continenza urinaria sia di conservazione della funzione erettile.”

Una delle tecniche più importanti è il ‘punto di Rocco’, una sutura anatomica che ricostruisce il corretto collegamento tra vescica, uretra e muscoli del pavimento pelvico. “Questa procedura favorisce un recupero più rapido e completo della continenza”, precisa.

Per quanto riguarda la potenza sessuale, invece, quando le condizioni oncologiche lo permettono, viene adottata la tecnica nerve-sparing, cioè la preservazione dei fasci neurovascolari che controllano l’erezione. “La visione tridimensionale del robot ci permette di identificare e salvaguardare strutture molto delicate”, aggiunge.

Il recupero varia da paziente a paziente, ma i risultati sono sempre più incoraggianti: “Oggi possiamo dire che la prostatectomia radicale robotica è un intervento sicuro ed efficace sul piano oncologico, ma anche rispettoso della qualità di vita del paziente.”

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L’importanza del lavoro di squadra

La cura, sottolinea Assumma, non può essere un atto isolato.

“Il mio consiglio è di rivolgersi sempre a centri ad alto volume. La differenza la fa il lavoro di squadra: urologi, oncologi, radioterapisti, anatomo-patologi e fisioterapisti che collaborano fianco a fianco, discutendo ogni caso e definendo insieme la strategia terapeutica più adatta.”

Questa sinergia consente di personalizzare il trattamento, valutando quando operare, quando scegliere la radioterapia o la sorveglianza attiva. “Solo unendo competenze diverse – afferma – si può offrire al paziente sicurezza, qualità e continuità di cura.”

La Calabria nel cuore

Pur lavorando stabilmente a Roma, il legame del Dott. Assumma con la Calabria resta fortissimo. “La Calabria occupa un posto speciale nel mio cuore – racconta – anche se ormai sono molti anni che non vivo più lì. Ogni mese torno a Reggio Calabria, Lamezia Terme e Cosenza per effettuare visite specialistiche e di prevenzione urologica, ma anche per i controlli dei pazienti operati presso il Policlinico Gemelli.”

Un modo concreto per garantire cure di qualità a chilometro zero, riducendo disagi e costi per chi affronta percorsi oncologici complessi. “Il Policlinico Gemelli accoglie ogni giorno moltissimi pazienti calabresi in tutte le specialità – conclude – e poter essere un punto di riferimento anche sul territorio per me è una vera priorità. Essere vicino alla mia terra, professionalmente e umanamente, è un impegno a cui tengo profondamente.”