Miramare, parola alle difese. I legali chiedono l'assoluzione: 'Il fatto non sussiste'

In attesa delle tesi difensive degli imputati Falcomatà, Neri, Zimbalatti e Acquaviva, previste per il 12 novembre, arriva la difesa degli imputati minori

Per i difensori non c’è stato alcun abuso d’ufficio né falso ideologico. Nessuna violazione delle norme, la delibera di indirizzo 111 del 16 luglio 2015 nonché tutto l’iter che ne è seguito è stato per i legali degli imputati regolare e nessuna infrazione è stata commessa dall’ex Giunta Falcomatá.

La parola, dopo la requisitoria di oltre otto ore di due settimane fa del dott. Ignazitto, passa ai legali degli imputati cosiddetti minori. Venerdì 12 novembre verranno invece rese note le tesi difensive degli altri imputati, di Falcomatá, Muraca e del fedelissimo Neri tra tutti.

Zagarella prende la parola e anticipa le difese

Nessuno si aspettava però che questa mattina le prime dichiarazioni arrivassero da Paolo Zagarella, (difeso dall’avvocato Andrea Alvaro) ritenuto dall’accusa amico di Giuseppe Falcomatá.

Il ‘colpo di scena’ lo ha regalato lui ad inizio udienza spiegando alla corte giudicante ‘chi è Paolo Zagarella’.

Concluso il suo intervento di appena 4 minuti è passata la parola agli avvocati degli imputati Spanó, Nardi, Anghelone, Marino e Quattrone. Rispettivamente difesi dagli avvocati Dattola, Suraci, Meduri e Alvaro, Franco e Laura Azzarà e Mazzetti.

Presenti in aula anche i due imputati Saverio Anghelone e Giuseppe Marino che hanno assistito alle discussioni finali dei propri difensori.

La difesa di Nardi: ‘Non vi sono prove, accuse fuori da ogni logica’

E così, prima l’avv. Surace, legale di Rosanna Maria Nardi e poi gli altri, hanno esposto le tesi difensive:

“Nessun rimprovero in termini di falso ideologico e abuso d’ufficio potrete muovere agli avvocati perché non vi sono prove – spiega l’avv. Suraci – La dott.ssa Nardi vive e opera fuori dal contesto reggino, è un ottimo esperto di materie culturali, stimata e apprezzata professionista, e si è sempre battuta per i beni culturali. Pensare che lei abbia partecipato all’idea criminosa rappresentata dall’accusa è fuori da ogni logica”.

I legali puntano dunque all’assoluzione degli imputati perché il fatto non sussiste per entrambi i reati ascritti.

L’avv. Mazzetti, difensore di Agata Quattrone: ‘La mia assistita non è mai stata interessata alla vicenda, nemmeno per sbaglio’

Interviene poi l’Avv. Giuseppe Mazzetti, legale dell’ing. Agata Quattrone.

“Era la prima uscita della Giunta in vista della stagione estiva del 2015 e le casse del comune non erano in condizione di permettere grandi eventi a cittadini e turisti. La giunta Falcomatá voleva custodire il Miramare senza venderlo e trattenendolo per se. Inizialmente si diceva che Falcomatá stava dando il Miramare a Zagarella per farci una discoteca. Dobbiamo concentrarci però sulla sussistenza dei reati. La disposizione di legge alla base della delibera non era l’affidamento diretto e la proposta viene inserita all’interno dell’avviso pubblico dell’estate reggina che raccoglieva tutte le proposte delle associazioni cittadine che avessero voglia a loro spese a realizzare programmazioni culturali meritevoli. E non fino al 10 giugno ma specificando come l’amministrazione avesse preso in considerazione anche le proposte avanzate successivamente. Vi è poi un’altra considerazione da fare. Sappiamo quanto insidiosa sia per un pubblico amministratore quello di doversi districare nel campo minato nella possibilità di incappare in un abuso di ufficio”.

E ancora l’Avv. Mazzetti si domanda:

“Quale sarebbe stato l’ingiusto vantaggio patrimoniale concesso alla associazione ‘Il sottoscala‘? Non si comprende quale sia questo vantaggio dato che le spese erano a carico dell’associazione, tra l’altro l’affidamento era previsto per soli tre mesi. L’ingegnere Quattrone in circa 8 ore di requisitoria inoltre viene menzionata una sola volta. Non vive da molti anni a Reggio Calabria. Quel giorno purtroppo non riesce ad arrivare da Roma in tempo per la riunione di giunta. Non ha mai conosciuto ne saputo dell’esistenza di Paolo Zagarella, non ha mai saputo di eventuali sopralluoghi all’interno del Miramare, non è una proposta di deliberazione che viene dal suo settore. Non è mai stata interessata ma nemmeno per sbaglio”.

Anche l’Avv. Mazzetti chiede infine l’assoluzione per entrambi i capi di imputazione perché il fatto non sussiste.

Anche Anghelone si difende. L’avv. Meduri: ‘Necessario distinguere le posizioni’

Per l’avv. Francesco Meduri, legale di Saverio Anghelone invece:

“Non si può trattare tutte le posizioni in egual maniera. Ed è necessario distinguere le posizioni. Per quanto riguarda la posizione di Anghelone non vi compartecipazione e l’iter della delibera non era di sua competenza nel senso che il dott. Anghelone non ha le competenze per poter decidere. C’erano avvocati, esperti giuristi e dirigenti che avevanon già discusso sulla famosa delibera. Anghelone non è un professore di diritto amministrativo, non poteva rendersi conto di una eventuale illegittimità della delibera. Per quanto riguarda poi il rapporto con Zagarella, Anghelone non lo conosceva affatto e non partecipò mai alle sue feste. Perché Anghelone si sarebbe dovuto opporre all’approvazione di una delibera già discussa abbondantemente da persone competenti in materia? E poi il cognome Anghelone, non se ne parla mai del dott. Anghelone, questo testimonia la sua marginalità. Manca la prova di una sua eventuale consapevolezza, condannarlo non avrebbe senso nel nostro sistema legislativo”.

Insieme al l’Avv. Alvaro dunque viene chiesta, anche per Anghelone, l’assoluzione dell’imputato con formula piena perché il fatto non sussiste.

 

Infine la difesa di Giuseppe Marino che proprio si nostri microfoni, qualche giorno fa, dichiarava:

“Ho piena fiducia nella magistratura. Con la sentenza si farà piena luce sull’intera vicenda e in particolare anche sulla mia posizione. Sono fiducioso possa arrivare l’assoluzione per tutti, dal processo sono emersi atti che spiegano tutta la vicenda in modo chiaro”.

L’avv. Azzarà: ‘Marino estraneo ai fatti’

Gli avvocati Azzarà difendono così Giuseppe Marino:

“Era una delibera che concedeva in via temporanea e sperimentale solo una piccola parte del Miramare, bene storico abbandonato ed escluso dai piani della politica per anni. Si concordava dunque un utilizzo temporaneo e provvisorio. Non si deve intendere l’itera struttura, come erroneamente fatto dal pm ma solo una parte di essa. È necessario distinguere le singole posizioni processuali. È evidente che ci sono notevoli differenze non adeguatamente distinte dall’accusa. Giuseppe Marino è completamente estraneo ai fatti”.