Procura off limits a Reggio, Dominijanni: 'Grave valutazione da parte del Comune'

Lo sconforto del procuratore che critica duramente le modalità con cui si è gestita una situazione delicatissima: 'Non siamo una sala da ballo...'

“Sono sconcertato”, aveva dichiarato nella mattinata di ieri il procuratore generale Gerardo Dominijanni, dopo la chiusura ‘last minute’ dei locali della Procura Generale di Reggio Calabria di via Monsignor Giovanni Ferro, gettando nello sconforto centinaia di professionisti tra giudici, avvocati e dipendenti.

A distanza di poco più di 24 ore, dopo la chiusura e la successiva riapertura temporanea degli uffici del Giudice di Pace, ritenuti inagibili con ordinanza firmata dal dirigente del settore urbanistica e pianificazione territoriale, il procuratore reggino ha convocato questa mattina la stampa al Cedir, per manifestare ancora una volta le sue preoccupazioni.

“Credo che ci sia stato un vero e proprio corto circuito. Nonostante la situazione fosse già ben nota al Comune dal 14 febbraio scorso, abbiamo avuto tramite mail e senza neanche preavviso, un provvedimento di inibizione all’accesso agli uffici della Procura Generale e del Giudice di Pace e questo ha comportato il blocco di tutte le attività. Ritengo sia sconcertante non dare preavviso della chiusura di uffici come la Procura che ha competenze in materia di libertà e che tratta procedimenti in materia di ‘ndrangheta. Non siamo una sala da ballo…”.

Secondo il procuratore Dominijanni, il Comune ha sbagliato la valutazione e anche in modo grave, nella gestione di una situazione più che delicata. Nonostante la chiusura di ieri, la Procura generale ed il presidente del Tribunale, continueranno a garantire il servizio.

“C’era un’interlocuzione con il Comune e con il sindaco che ci aveva proposto i locali di viale Amendola e che ringrazio pubblicamente. Abbiamo anche dei lavori in corso nei locali all’interno della Corte d’Appello ma ancora non sono pronti e servono 90 giorni di tempo per attuare il trasferimento, nel frattempo però è arrivato questo provvedimento. Non abbiamo locali e siamo in una situazione di emergenza ma nei limiti del possibile garantiremo comunque il servizio e quindi si celebreranno i processi”.

Questa mattina è stato firmato un provvedimento di sospensione dell’ordinanza per cui il personale ha avuto accesso ai locali per l’organizzazione del lavoro ed il trasferimento del materiale e dei fascicoli.

“Già da lunedì ho predisposto un piano operativo per rendere fruibili alcuni servizi”.

Intanto rimane l’amaro in bocca per come è arrivato il provvedimento che ha decretato l’inagibilità. E rimangono diversi paradossi.

“Da parte nostra c’è stata la massima previsione di questi eventi. Dal 2022 ho contatti con la Città Metropolitana per ottenere dei locali e dal febbraio 2024, quando abbiamo avuto contezza della pericolosità dell’edificio, ho attivato tutti i canali per avere il trasferimento ma ancora mancano 90 giorni. E nel frattempo è arrivato questo provvedimento. Di certo una telefonata era sufficiente per gestire meglio la situazione – conclude Dominijanni – Non so per quale strano motivo il palazzo è inagibile e la chiesa degli Ottimati no. Magari ci saranno delle leggi della fisica che tutelano la Chiesa…”.