Proteste mondo agricolo, Pd Calabria: 'Indispensabile contrastare le scelte del Governo Meloni'

Le proposte del Pd per il comparto agricolo nazionale epizoozie

Di seguito il comunicato stampa del Gruppo PD al Consiglio regionale della Calabria, Dipartimento Agricoltura, sulle recenti manifestazioni di protesta nel mondo agricolo.

“In concomitanza dell’incontro della Segretaria Nazionale del PD On. Elly Schlein con le rappresentanze del Comparto agricolo, che si tiene a Roma, oggi, 16 febbraio 2024, il Pd Calabria intende sostenere le giuste rivendicazioni del Mondo dell’Agricoltura del nostro Paese”.

Le manifestazioni del mondo agricolo, in atto in questi giorni in molti paesi europei, stanno assumendo anche connotati anti UE, contro la PAC e le scelte europee sul Green Deal, le cui conseguenze sull’uso dei pesticidi, sul consumo del suolo e sulla rotazione delle colture, rischiano di produrre ulteriori danni economici alle imprese agricole.

Mentre in Germania, in Francia e Spagna le legittime proteste, strumentalizzate ovunque dalle forze di destra, hanno avuto parziali risposte dai governi nazionali ( in Francia soprattutto), in Italia, il movimento di protesta mostra connotati più nazionali e localistici, che allargano le proteste motivate anche nei confronti degli effetti delle misure adottate dal governo Meloni (con la legge di Bilancio e il decreto mille proroghe.), nelle scelte effettuate dalle singole regioni sull’utilizzo dei fondi comunitari nonchè contestazioni nei confronti delle associazioni agricole, Coldiretti in particolare, accusate di mancata azione sindacale.

Gli agricoltori italiani, per competenza ed attività, devono essere protagonisti attivi e principali nella fase della transizione ecologica e digitale, per consentire la strutturazione di un nuovo modello di sviluppo improntato: sulla qualità dei prodotti, sulla sostenibilità ambientale ed economica del sistema e sulla giustizia sociale. Occorre, però indirizzare ogni sforzo verso la difesa del comparto agricolo profondamente colpito dalle crisi climatiche ed energetiche e sostenerne il processo di transizione come per gli altri settori produttivi del Paese al di fuori dalla logica di provvedimenti meramente di elargizione occasionale come sta avvenendo sul PNRR con i contratti di filiera.

“È indispensabile contrastare le scelte del Governo Meloni”

Pertanto, accompagnare il comparto agricolo verso la sostenibilità economica e sociale prevedendo misure speciali e straordinarie ( con particolare riferimento ad una spinta verso la riorganizzazione dei sistemi di produzione che consenta l’accorciamento della filiera agroalimentare attraverso investimenti che determinino anche la riduzione dell’uso di pesticidi che risultano impattanti per l’ambiente; e di sostegno ai giovani e alle donne al fine di consentire anche il ricambio generazionale) risulta obiettivo fondamentale e irrinunciabile ed è, a tal fine, indispensabile contrastare le scelte del Governo Meloni operate sul comparto agricolo che per l’effetto della mancata proroga delle norme fiscali e tributarie, hanno determinato conseguenze nefaste per l’intero settore.

In particolare:

  1. la reintroduzione dell’IRPEF agricola ( abolita dal governo Renzi) disponendo che le rendite catastali dei terreni tornino a essere imponibili, rivalutate del 70% per quanto riguarda il reddito agrario e dell’80% per il reddito dominicale;
  2. La esclusione delle agevolazioni sui canoni delle rinnovabili;
  3. La cancellazione dell’esenzione contributiva per gli agricoltori under 40;
  4. L’introduzione della obbligatorietà assicurativa contro i danni climatici ( riducendo , tra l’altro, dal 70% al 40% la percentuale di copertura garantita dallo Stato);
  5. La esclusione delle imprese agricole dal credito d’imposta per i carburanti e per gli investimenti informatici finalizzati al potenziamento del commercio elettronico; tutte misure più volte richieste dai gruppi PD in Parlamento.

Occorre evidenziare, ulteriormente, che, fino alla legge di Bilancio 2023, la copertura per l’esenzione Irpef era di 250 milioni di euro all’anno, mentre erano i 60 milioni per la copertura dell’esenzione contributiva per circa 10 mila giovani agricoltori under 40: in tutto 310 milioni di nuovi costi per le imprese agricole che si vanno ad aggiungere ai maggiori oneri per le assicurazioni, le bollette dell’energia, del costo del denaro che per effetto dell’aumento dei tassi di interesse ha reso di fatto impraticabile il ricorso al credito per nuovi investimenti necessari per ripristinare impianti e attrezzature devastate dalle calamità naturali, da agenti patogeni e da insetti che hanno messo in ginocchio interi settori soprattutto frutticoli.

Ecco perché abbiamo detto e stigmatizzato il fatto che il Governo abbia messo le mani nelle tasche degli agricoltori. È stato, inoltre, immotivatamente respinto, nel DL Energia, l’emendamento PD che prevedeva misure finalizzate a includere anche le imprese agricole a forte consumo di energia elettrica nelle misure introdotte per promuovere l’autoproduzione di energia rinnovabile nei settori energivori e che il PD ha anche chiesto, ulteriormente, che venissero valorizzate quelle imprese agricole che svolgono un ruolo importante nel campo della produzione di energie da fonti rinnovabili, e che concorrono in modo rilevante al progetto di transizione ecologica ed energetica e al contrasto al climate change, di inserire nel decreto-legge la produzione di energia elettrica e calorica da fonti agroforestali e fotovoltaiche e di carburanti e prodotti chimici di origine agroforestali mentre è stato respinto l’emendamento che tendeva a individuare con più precisione, anche alla luce dei numerosi impegni che si stanno delineando per le Regioni, la definizione delle aree idonee all’insediamento di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e la necessità di avere dati e supporti indispensabili sia per accelerare lo sviluppo delle rinnovabili, sia per garantire un equilibrato inserimento nel territorio e soprattutto nelle aree agricole.

Le proposte del Pd per il comparto agricolo nazionale epizoozie

  1. Sostegno ai settori agricoli in grave difficoltà per crisi pandemica, energetica e climatica.
  2. Approntare un vero e proprio piano straordinario per il rilancio e la rigenerazione di specifici settori che hanno subito ingenti danni a causa degli eventi climatici estremi, e dal conseguente sviluppo incontrollato di fitopatie, anche attraverso la diffusione delle migliori tecnologie disponibili per la gestione digitale dell’impresa, per l’utilizzo di macchine, soluzioni robotiche, sensoristica, piattaforme e infrastrutture 4.0, per il risparmio dell’acqua;
  3. Istituire un Fondo Unico per le emergenze fitosanitarie in agricoltura. Anche mediante il finanziamento agli enti di ricerca, per la messa a punto di nuove molecole a basso impatto.
  4. Istituire un Fondo per l’indennizzo per le gravi perdite di produzione dovuta ad eventi estremi;
  5. Incremento del Fondo di solidarietà nazionale per garantire l’erogazione dell’aiuto sui premi assicurativi nella percentuale massima.
  6. Integrare il Fondo Nazionale di solidarietà (qualora il rimborso del premio fosse inferiore al 70% oltre a comportare una inaspettata perdita di liquidità creerebbe una sfiducia da parte delle imprese agricole sul sistema di assicurazioni agevolate con conseguenze negative, in termini numero di imprese assicurate, per le annualità successive);
  7. Integrazione dotazione finanziaria del Programma nazionale triennale della pesca e della acquacoltura 2022-2024.
  8. Sostenere la liquidità delle PMI agricole colpite dai rincari record dei costi di produzione e dagli incrementi senza precedenti delle tariffe energetiche.
  9. Proroga credito di imposta gasolio utilizzato in agricoltura e pesca.
  10. Moratoria al credito che garantisca la possibilità di sospendere per dodici mesi il pagamento delle rate e dei canoni di leasing in scadenza.
  11. Sostegno agli agricoltori che attuano la conversione ecologica.
  12. Rifinanziamento del fondo per il rimboschimento e la tutela ambientale e idrogeologica delle aree interne.
  13. Valorizzare le aziende agricole che si occupino di sostenibilità e benessere animale attraverso la stipulazione di accordi di filiera.
  14. Favorire investimenti volti a sostenere la realizzazione e lo sviluppo di progetti di innovazione nei settori dell’agricoltura, della pesca e dell’acquacoltura attraverso la diffusione delle migliori tecnologie disponibili per la gestione digitale dell’impresa, per l’utilizzo di macchine, di soluzioni robotiche, di sensoristica e di piattaforme e infrastrutture 4.0, per il risparmio dell’acqua e la riduzione dell’impiego di sostanze chimiche.
  15. Sostegno al ricambio generazionale e di genere – Incentivare l’ingresso in agricoltura di giovani con meno di 40 anni di età, rendendo strutturale e stabile la misura dello sgravio contributivo per i giovani agricoltori imprenditori; in questo senso il PD riconferma tutte le proposte avanzate in sede di approvazione della legge sull’imprenditoria giovanile agricola tendente anche a mantenere i 100 milioni destinati alla sua attuazione e ridotti dalla maggioranza a soli 15 milioni di euro, il credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali, le agevolazioni fiscali per i redditi derivanti da agricoltura multifunzionale ed il recupero delle spese per la riqualificazione di fabbricati rurali.
  16. Favorire l’accesso al credito e al microcredito.
  17. Favorire la realizzazione di filiere “corte” con la conseguente riduzione dei costi a favore degli agricoltori e dei consumatori.
  18. Differire al 2025 l’entrata in vigore di sugar tax e plastic tax.
  19. Sul ddl sulla “carne coltivata”, “inattivato” dalla commissione UE, nel mentre si sostengono le motivazioni in favore della cultura del cibo di qualità e contro il cibo artificiale e di laboratorio, si riconferma la proposta di istituire, presso i Ministeri della Salute e dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, un tavolo tecnico-scientifico composto da ricercatori, tecnici del settore, rappresentanti delle associazioni di categoria e della filiera alimentare, operatori del settore, nonché da enti del terzo settore specializzati, allo scopo di assicurarsi che le restrizioni imposte dalla legge fossero “necessarie alla tutela della salute e ad essa proporzionate” e di raccordare ruoli e funzioni del Ministero della Salute, prevedendo che sia, comunque, sentita l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) anche al fine di non incorrere in una quasi certa procedure di infrazione.