Reggina, il perché di un mercato senza precedenti


di Michele Favano – Dieci movimenti in entrata, nove in uscita. Ventisette i giocatori in organico e la rivoluzione annunciata è stata servita. Decifrare questa sessione di calciomercato della Reggina non è operazione semplice, o forse si.

Una simile rifondazione l’avremmo data per scontata, qualora nel percorso vi fossero state evidenti problematiche tecniche e di conseguenza anche di risultati, cosa non avvenuta tenuto conto dei punti conquistati dalla Reggina fino ad oggi e della posizione in classifica, oggi fuori dalla zona pericolo.

LA RIVOLTA, IL RINNOVO – Ed allora la riflessione è ancor più profonda, perché tocca aspetti comportamentali e gestionali che hanno fatto e faranno ancora discutere. Sembra un secolo fa, ma la rivolta della squadra nei confronti del tecnico Maurizi risale a poco più di un mese addietro, con la vibrante protesta del gruppo intero, che la società ha rispedito al mittente, aggiungendovi il rinnovo di contratto all’allenatore come risposta e iniziando a programmare quello che poi è accaduto, la rivoluzione.

PORCINO E DE FRANCESCO – Sulle vicende che hanno riguardato Porcino e De Francesco ci si è già espressi, ognuno ha dato la propria chiave di lettura, nella sostanza la società, a torto o ragione, ha chiaramente fatto intendere che averli persi a costo zero è stato un problema di altri non il loro. Liberi di fare qualunque tipo di valutazione, ma a prescindere dalle mancate plusvalenze, la problematica altrettanto seria potrebbe essere rappresentata dalla qualità tecnica dei due che si è andata a perdere.

LA GESTIONE – Su Maurizi più volte ci siamo espressi. Giudicandolo come un tecnico preparato, profondo conoscitore della materia, ma con quel limite che probabilmente anche in passato ne può avere condizionato il suo percorso: la gestione del gruppo.  Qui torniamo al nodo cruciale della questione. A dispetto di un cammino secondo programmi, si è dovuti intervenire in maniera massiccia su questa finestra di calciomercato, bocciando scelte e uomini fatte appena sei mesi addietro.

E se avesse ragione l’allenatore ci si chiede? Significherebbe aver messo le cose a posto in maniera definitiva, fermo restando l’errore che comunque c’è stato, nel momento in cui la scorsa estate si è investito su elementi che venivano ritenuti validi e congrui al progetto dal punto di vista tecnico, ma anche umano. Chi invece sostiene che le responsabilità siano da addebitare a Maurizi, teme che quanto accaduto rischia di potersi ripetere.

ABBONDANZA E MEZAVILLA – Dicevamo in apertura del numero esagerato di giocatori in organico. In realtà ci si è mossi quasi alla pari tra elementi in entrata ed uscita, o quasi. Quel meno uno è rappresentato da Adriano Mezavilla, purtroppo non un calciatore qualsiasi, bensì il più pagato e quello con una posizione contrattuale abbastanza scomoda. Fa parte di quelle valutazioni errate fatte la scorsa estate e per le quali oggi si rischia di pagare conseguenze pesanti. Sui 27 calciatori in rosa, era stato lo stesso presidente Praticò a manifestare il desiderio di poterne ridurre il numero.

 

 

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