Reggina: alla quarta sconfitta serve una riflessione, soprattutto per come è arrivata

Le statistiche su ogni match sono indicative, ma alla fine conta mettere la palla in rete

La Reggina ha perso ancora, la quarta volta in questa stagione su dieci partite giocate. Una media che inizia a preoccupare con l’aggiunta di un dato di fatto che conferma quanto accaduto fino al momento: se si passa in svantaggio non si riesce più a recuperare il match. E’ successo anche con il Perugia, formazione arrivata al confronto da ultima in classifica e con una montagna di problemi. Il passo falso è il primo al Granillo, lo stadio che fino alla partita precedente aveva dato l’impressione di essere un fortino inespugnabile e dove si erano conquistate quattro vittorie su altrettante partite senza mai subire gol.

Una partita questa dalla narrazione complicata perché piena di una serie di situazioni a partire dai clamorosi errori individuali, passando per quelli arbitrali, poi alcune scelte iniziali che avevamo già messo in dubbio in precedenza, l’incapacità a rimontare una volta sotto di una rete ed elemento ancora più preoccupante, l’aver subìto due gol nel momento in cui si era addirittura in vantaggio di un uomo, seppur sotto di un gol. Le statistiche snocciolate da Inzaghi a fine gara possono avere una validità ma fino ad un certo punto, in questa circostanza l’analisi deve essere più profonda perchè il possesso palla superiore rispetto agli avversari come il numero di tiri verso la porta, rimangono solo dati nel momento in cui l’avversario riesce ad essere più cinico e porta a casa i tre punti. La squadra soffre quando le corsie esterne vengono bloccate e si fa grande fatica ad andare per vie centrali. Pecchia aveva lavorato su questi aspetti, Castori lo ha ribadito in conferenza stampa. Inzaghi, sollecitato sull’argomento, ha dichiarato che centralmente abbiamo fatto fatica a sfondare. La difesa aveva subìto solo tre reti in otto gare e addirittura cinque in due, qualcosa è successo negli equilibri di squadra e la sensazione, al momento, che quel qualcosa possa essere rappresentato da un centrocampo meno solido che da tre gare si priva di Crisetig (vittoria con il Cosenza e due sconfitte). Forse è arrivato il momento di fare nuove scelte, in tutti i reparti, l’ampio organico e la qualità di ogni singolo giocatore di questo gruppo lo permettono.

Così, per una partenza che sembrava straordinaria, mettendo le due classifiche a confronto rispetto a quella della passata stagione, ci accorgiamo che gli amaranto si trovano un punto dietro, seppur con un gioco decisamente più brillante, in virtù proprio di questo imprevisto rallentamento e pensando a quello che sarà il calendario a seguire, subentra anche un pizzico di preoccupazione.