Reggina: il duro racconto del Ds Taibi riguardo la lite con l'ex DG Vincenzo Iiriti

"Quando altri invadono il mio settore, difendo il lavoro svolto e la squadra"

L’episodio è noto a tutti, anche perchè l’accesa discussione, molto accesa, è avvenuta davanti a diversi presenti. Il ds Taibi, intervistato da Gazzetta del Sud, torna sull’argomento, ne espone le sue motivazioni e di fatto conferma le dimissioni dell’ormai ex DG Vincenzo Iiriti:

La discussione di terni, i calciatori con Taibi

“Ho sempre messo la faccia, assumendomi le responsabilità soprattutto nei momenti faticosi. Il presidente mi ha sempre consentito di lavorare in libertà, quando altri hanno invaso il mio settore ho difeso il lavoro svolto e la squadra. Dopo quel confronto di Terni, più che di scossa direi che sono state rimesse le cose al loro posto. Ho fatto presente al signor Iiriti che stava creando danni al mio lavoro e che il suo modo di fare era assolutamente deleterio anche nei confronti della squadra. Ovviamente il mio pensiero è stato condiviso in toto dai calciatori, i quali si sono espressi in tal senso pure con il presidente”.

“Le dimissioni di Iiriti con una pec…”

“I problemi relativi alle intromissioni ed alle insopportabili interferenze sul lavoro altrui, erano stati risolti. Qui bisogna pensare al bene della Reggina ed agire nell’interesse della società. Il giorno di una partita così importante come quella con il Perugia, sembrava che l’argomento più importante fossero le dimissioni del DG Iiriti. Tutto ciò lo trovo grottesco e per certi versi anche grave. Non sono io la persona preposta a dire se si è dimesso, però se devo essere sincero fino in fondo, le dico che una cosa del genere, pur trovando ridicole nel caso specifico le dimissioni tramite pec, non mi sorprenderebbero affatto. Conoscendo il presidente e quello che ha fatto per Iiriti, voglio sperare che non abbia mandato una semplice pec, perchè Gallo meriterebbe altro. Io mi occupo comunque di altro, i miei rapporti con il presidente sono solidi, quelli con Iiriti si erano chiusi a Terni“.