Reggio, 279 beni confiscati alla 'ndrangheta saranno riassegnati

"L'utilizzo sociale dei beni confiscati è il modo migliore per rendere visibile la forza dello Stato". Il resoconto della conferenza in Prefettura

Si è tenuta nella mattinata odierna, nel Salone di Rappresentanza del Palazzo del Governo, con inizio alle ore 10:30, la preannunciata Conferenza dei Servizi, indetta ai sensi dell’art. 14 e seguenti della legge n.241/90, per acquisire le manifestazione d’interesse per l’assegnazione di 279 immobili definitivamente confiscati alla criminalità organizzata, siti in questo Capoluogo e in altri 25 Comuni dell’area metropolitana, da destinare a scopi sociali o istituzionali.

PRESENTI

Alla conferenza, introdotta dal Prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani,  e dal Direttore  dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati, Prefetto Bruno Frattasi, erano presenti, tra gli altri, il Procuratore Generale della Corte d’Appello, il Presidente del Tribunale Amministrativo Regionale – sezione di Reggio Calabria, i Presidenti e i Procuratori dei Tribunali di Locri e Palmi, il Questore, il Direttore marittimo della Calabria e della Basilicata, il Comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri e il Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco, il delegato della Guardia di Finanza, Rappresentanti della Corte d’Appello, della Città Metropolitana, del Comune Capoluogo, delle Forze di Polizia e i Sindaci e Commissari Straordinari dei Comuni nel cui territorio ricadono gli immobili confiscati.

Nel suo intervento di saluto, il Prefetto Mariani ha ribadito l’importanza dell’attività svolta dall’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati nell’ambito di una complessiva strategia di aggressione ai patrimoni illeciti, orientata non solo a indebolire le organizzazioni criminali nel loro potere economico, attraverso la sottrazione di ingenti patrimoni illecitamente accumulati, ma  anche a intaccarne il consenso sociale inserendo quei beni nel circolo virtuoso dell’utilizzo sociale, a vantaggio della collettività. In questa direzione, Mariani ha altresì ricordato il ruolo che svolge la Prefettura a supporto dell’Agenzia che, nell’ambito dell’attività volta a verificare che i beni stessi vengano impiegati in modo conforme alle finalità di legge, ha sgomberato, in poco più di un anno, con l’ausilio delle Forze di Polizia, 63 unità immobiliari per consentirne l’effettivo utilizzo da parte della collettività.

Il Direttore dell’Agenzia, nel manifestare soddisfazione per le adesioni ricevute dalle Amministrazioni locali, ha sottolineato la funzione etica, sociale e costruttiva  che si realizza con la destinazione del bene confiscato: pur riconoscendo lo sforzo progettuale ed economico che richiede l’acquisizione al patrimonio comunale  dei beni confiscati, tuttavia, grazie anche al coinvolgimento del terzo settore, quei beni diventano una risorsa, un’ opportunità di aggregazione,  di crescita e di sviluppo per la comunità. La“socializzazione dei beni”- ha rammentato Frattasi-  è il concetto principe sia della normativa antimafia che di quella europea e dimostra che lo sviluppo di un territorio è possibile solo senza  la pervasiva e oppressiva presenza della mafia.

COMUNI INTERESSATI

Hanno manifestato il loro interesse per la destinazione dei beni in conferenza di servizi l’ Agenzia del Demanio, la Città Metropolitana, i Comuni di Reggio Calabria, Africo, Benestare, Bovalino, Candidoni, Cardeto,  Careri, Caulonia, Cinquefrondi, Gioia Tauro, Gioiosa Jonica, Melicucca’, Palizzi, Placanica, Plati’, Riace, Rizziconi, Roccella Jonica, Rosarno, Comune di San Ferdinando, San Luca, San Roberto, Seminara, Siderno, Sinopoli e Taurianova.

Emerge da questa sinergia istituzionale fra Agenzia Nazionale, Prefettura, Forze di Polizia, Enti e Amministratori locali, l’efficacia delle strategie di contrasto alla ‘ndrangheta e alle sue articolazioni nel delicato settore delle misure patrimoniali e la particolare valenza sotto il profilo etico, sociale e culturale: l’utilizzo sociale dei beni confiscati è il modo migliore per rendere visibile la forza dello Stato e delle sue Istituzioni.