Agguato a Reggio, Klaus Davi ricostruisce la dinamica. Bullace: ‘Lotto, ma non mi piego’

Alcune telecamere interne ed esterne alla carrozzeria potrebbero aver ripreso la scena. "Sono vivo per miracolo" ha confidato il carrozziere al massmediologo

Pistola

Klaus Davi ha ricostruito la dinamica di quanto accaduto martedì scorso nel quartiere Saracinello di Reggio Calabria, quando Giuseppe Bullace è stato vittima di un attentato. Bullace, mentre il (o i killer) gli ha sparato, si trovava presso la sua carrozzeria. Lì c’era anche il cognato, mentre in casa – che dista solo 150 metri circa – si trovavano la moglie e uno dei figli.

Il killer ha sparato un solo colpo con un fucile a pallini mentre la vittima era girata di spalle. La raffica di pallini è penetrata nel corpo, ferendolo gravemente in varie parti, tra cui anche il fegato e la spalla. Bullace, che attualmente si trova ricoverato all’ospedale, dovrebbe essere operato oggi alla spalla, come annunciato da Klaus Davi.

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La dinamica dell’attentato

Nel momento in cui ha sentito il colpo alla schiena, il carrozziere è rimasto in piedi ma si è abbassato per paura di riceverne altri e ha avvisato il cognato, rendendosi conto di quello che stava succedendo. In quel frangente la vittima era girata di spalle e il cognato si trovava da un’altra parte nella carrozzeria a lavorare: neanche lui ha visto il o i killer.

La moglie di Bullace era anch’essa lì vicino, sul balcone di casa, e ha sentito un rumore, ma pensava fosse caduto un oggetto. Dopo il botto ha notato che il marito era ancora sulle sue gambe e camminava. Alcune telecamere interne ed esterne alla carrozzeria potrebbero aver ripreso la scena.

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Le indagini e le ipotesi sul movente

Bullace, come riferito da Davi, ha ricevuto il colpo di fucile e i pallini sono finiti anche su due macchine parcheggiate all’interno della carrozzeria. Subito dopo l’accaduto, il cognato ha accompagnato Giuseppe Bullace, sanguinante nella parte laterale destra della schiena, all’ospedale.

Potrebbe essersi trattato di un avvertimento, poiché dopo il primo colpo di fucile il killer si è dileguato immediatamente, evitando di sparare una seconda o terza volta.

“Nonostante l’attentato subito non ho intenzione di abbassare la testa. Sono vivo per miracolo, con la forza non si ottiene nulla. Io lavoro da quando ho 14 anni e ne vado fiero per i miei figli, per mia moglie e per tutte le persone che mi vogliono bene e continuerò a farlo fino alla pensione”,
ha confidato Giuseppe Bullace a Klaus Davi.