Brogli, il Tar boccia il ricorso. Falcomatà audace: 'Elezioni regolari'. Ma il lavoro della Procura prosegue

Voti falsi ma pochi. La sentenza dice questo ma il ritardo del deposito ed i motivi generici sono stati decisivi per dichiararle il ricorso inammissibile

Il Tar ha dichiarato inammissibile ed irricevibile il ricorso presentato da Nuova Italia Unita a seguito delle ultime elezioni comunali a Reggio Calabria. Bocciato e respinto dal Tribunale amministrativo regionale, adesso il ricorso potrebbe essere ripresentato, con appello al Consiglio di Stato. Il motivo principale del rigetto, lo ricordiamo, è stato il ritardo nel deposito del ricorso oltre il termine di 30 giorni dalla proclamazione degli eletti.

I giudici amministrativi, che nella sentenza hanno sottolineato più volte la gravità dei fatti che sono emersi nel corso dell’inchiesta della procura, hanno specificato inoltre come il processo amministrativo sia indipendente da quello penale.

Intanto in attesa di capire le prossime mosse di Nuova Italia Unita (di oggi la conferenza stampa convocata da Luigi Catalano‘, il sindaco Falcomatà mostra ottimismo.

IL TAR: NO AL RICORSO, TEMPO SCADUTO. PER FALCOMATA’: ‘ELEZIONI REGOLARI’

Il sindaco Falcomatà nel day after, torna a parlare dei brogli che, a suo avviso, continuano ad essere ‘regolari’.

“Elezioni regolari – esordisce il primo cittadino – È ciò che ha stabilito ieri il TAR respingendo il ricorso presentato sugli ormai famosi “brogli elettorali” perché irricevibile e inammissibile. Come sapete sono molto rispettoso dell’operato della magistratura e anche su questo ricorso non ho dichiarato nulla aspettandone, in silenzio, gli esiti”.

In realtà il Tribunale amministrativo regionale mette l’accento sulle schede falsificate, evidenziando come sia ancora in corso il lavoro della procura, e rileva come il ricorrente avrebbe dovuto dimostrare, l’incidenza concreta di quelle 100 schede ‘manomesse’ sui risultati elettorali.

In sintesi i voti falsi ci sono stati ma sono stati pochi. E dunque, le elezioni sono state sicuramente macchiate di irregolarità. Altro che regolari.

“Non rileva a tal fine che non sia possibile risalire alla concreta individuazione delle schede elettorali “falsificate”, trattandosi, comunque, di un numero determinato di 100 voti la cui concreta incidenza sui risultati elettorali avrebbe dovuto essere oggetto di specifica e puntuale dimostrazione da parte ricorrente”.

Questo, nel dettaglio, quello che riporta la sentenza di ieri.

BROGLI A REGGIO, PER FALCOMATA’ PARTITA CHIUSA MA IL PROCESSO PENALE CONTINUA

Il primo cittadino commenta, col sorriso sulle labbra, la sentenza:

“Abbiamo sopportato, insieme a tutta la maggioranza, azioni e gesti che con la politica hanno poco a che vedere nella convinzione che la politica sia qualcosa di più alto, che gli striscioni vanno bene allo stadio e le felpe si indossano se hai freddo.
Ho letto post con immagini in cui mi si augurava la sepoltura, mi sono sentito definire “abusivo” e ho ascoltato discorsi sulla democrazia da chi indossava maglie nere con il motto delle SS naziste. Ma essere sindaco significa mantenere la calma e la lucidità anche quando leggi negli occhi dei tuoi concittadini il dubbio che non ti considerino una persona perbene. Ed è la cosa che fa male più di tutto. Adesso tutto è concluso e noi continueremo a rimanere concentrati sul futuro di questa città”.

Insomma per Giuseppe Falcomatà la partita è chiusa dimenticando però come ci sia ancora un processo penale in itinere e ignorando le parole del procuratore Bombardieri che nel corso dell’ultima conferenza ha annunciato un terzo atto sui brogli in città.

“Le sfide che abbiamo di fronte sono da far tremare le vene ai polsi…Noi continueremo a farlo col sorriso sulle labbra e i problemi sotto braccio, perché il sorriso non ce lo toglie nessuno. Neppure la mascherina”.

Falcomatà dunque rimane fiducioso annunciando che ‘tutto è concluso’.

All’audacia mostrata dal primo cittadino ci chiediamo se non fosse stato meglio, anzichè gioire e gongolare per un ricorso rigettato per ‘tempo scaduto’, continuare a mantenere invece un basso profilo. Magari proseguendo il cammino del ‘mea culpa’, evidentemente già interrottosi.

Ai ritardi, alle inefficienze e alle mancanze dell’amministrazione, Falcomatà avrebbe potuto continuare a chiedere scusa ai reggini anche per la frequentazione ormai quotidiana della stessa amministrazione nelle aule di giustizia, la cui presenza continua fa arrossire da anni tutti i cittadini.