Reggio, il caso 'piste inciclabili' entra in Procura: 'Normativa disattesa e computo metrico introvabile'

Gravissime le supposizioni da parte di chi ha presentato l'esposto in Procura. Adesso tocca alla Magistratura verificare irregolarità e responsabilità

Continua a fare discutere in città il caso delle piste ciclabili o come le ha definite lo stesso sindaco Falcomatà ‘inciclabili’.

Questa mattina, all’interno del gazebo del Caffè Chapeau, si è tenuta la conferenza stampa durante la quale alcuni esponenti politici hanno comunicato alla stampa e ai cittadini il deposito dell’esposto in Procura per accertare le irregolarità ed individuare le responsabilità di tecnici, dirigenti e politici che hanno permesso la realizzazione delle piste ‘inciclabili’.

In particolare, due i partiti promotori dell’iniziativa, MSI Fiamma Tricolore e Democrazia Sovrana Popolare.

“Sulle piste ciclabili il problema si è iniziato a porre a fine ottobre – afferma il Coordinatore Regionale Calabria di Democrazia Sovrana Popolare, Giuseppe Modafferi – All’epoca Giuseppe Minnella ha evidenziato alcune anomalie in riferimento alla pista di Pentimele. Da lì i social si sono scatenati. Da ottobre 2023, siamo arrivati a marzo 2024 e la politica di risposte non ne ha date nonostante la nostra richiesta di accesso agli atti per la verifica dei lavori. Da novembre non abbiamo ancora avuto risposta dall’amministrazione. E allora per avere contezza e chiarezza di come i soldi dell’Unione Europea siano stati spesi, siamo stati costretti ad interpellare e a rivolgerci alla Magistratura”.

Accanto a Modafferi, anche Giuseppe Minnella, Coordinatore Provinciale MSI Fiamma Tricolore che per primo ha segnalato sui social le anomalie della pista di Pentimele.

“Siamo qui con Democrazia Sovrana Popolare, insieme dal lato della legalità. L’amministrazione  cerca di tapparci la bocca. E’ bene specificare come il sindaco Falcomatà e l’ex sindaco f.f. Brunetti siano i primi due responsabili del disastro delle piste ciclabili. Tutto nasce da un mio video del 31 ottobre sulla pista di Pentimele. Il giorno dopo, il primo novembre, mi chiama il RUP dott.ssa Santagati gridando ed accusandomi di strumentalizzazione. Siamo stati due ore a discutere. Dopo la telefonata si cercò di correre ai rimedi, con qualche intervento. Adesso però il punto è: chi ripara i danni? Le piste, così, sono pericolose”.

Parola poi ai tecnici.

“C’è un decreto ben preciso che definisce le caratteristiche che le piste ciclabili devono avere – spiega il dott. AntonioIero – La verità è che nessuno sembra avere letto quel decreto. Era necessario fare delle indagini, studiare le intersezioni, le dimensioni. La pista non può essere inferiore a 1,50 metri. C’è un’inerzia in vigilandum. E’ necessario individuare dirigenti e tecnici che hanno realizzato questo disastro. La pista deve essere nelle intersezioni semaforizzata o indicata con dei cartelli specifici. La normativa è stata totalmente disattesa. Chi l’ha progettata va identificato, deperito. Nella nuova Giunta ci sono due professionisti, l’ing. Costantino e l’arch. Malara. Sono competenti, seri e sicuramente non hanno bisogno di denaro. Invito i colleghi ad interessarsi a questo tema.

Infine Pietro Marcianó del Coordinamento Nous Per Reggio esperto in finanziamenti e PNRR ha dichiarato:

“Ho letto tutta la documentazione sulle piste ciclabili e sulle bike line. L’unico responsabile del controllo è il Responsabile Unico del procedimento fermo restando che tutta la comunità può intervenire per denunciare i difetti di realizzazione. Sul sito trasparenza manca il computo metrico del progetto. Non c’è il documento più importante, supponiamo che c’è dunque qualcosa di losco. Suppongo che ci siano delle negligenze, non solo da parte della dott. Santagati nel verificare lo stato dei lavori ma non si è nemmeno premurata di verificare la contabilità che viene generata dalle attività per verificare se i lavori realizzati erano corrispondenti al computo metrico. A Reggio la mentalità è la seguente, progettare, prendere i soldi e poi se si riesce, si cerca di ultimare l’opera …”