Reggio, anno nuovo vecchi problemi. Giunta (ancora) al palo e maggioranza dilaniata

Il tempo ora è abbondantemente scaduto. Ci si metta d'accordo, per il bene di Reggio

A nulla sono servite le parole di monsignor Morrone. Inutile il messaggio di monito dell’arcivescovo di Reggio Calabria indirizzato ai politici della nostra città, indaffarati alla conquista di una poltrona ‘dalle uova d’oro’ nella formazione nuova Giunta Falcomatà e poco attenti ai problemi della loro (e nostra) meravigliosa Reggio.

Nemmeno il rimprovero di Fortunato Morrone all’intera classe politica reggina è riuscito a smuovere le acque impantanate in cui è finito Palazzo San Giorgio.

Dopo mesi di trattative, incontri, scontri, telefonate notturne, litigi e giravolte last minute, l’ormai famosa giunta, che tutti avrebbero voluto conoscere all’indomani dal rientro di Falcomatà nel post sentenza Miramare, è ancora ferma al palo. Ci si aspettava una svolta, in un 31 dicembre da brividi. E invece nulla.

Il proverbio ‘anno nuovo, vita nuova’ a Reggio non vale. E il 2024 non poteva che iniziare nel peggiore dei modi. Perchè, tranne ultimi ribaltoni (nulla ormai è escluso) assisteremo ancora, ahinoi, ai soliti teatrini, in un triste scenario tipicamente reggino.

Anno nuovo, problemi vecchi dunque.

L’accorato appello dell’arcivescovo Morrone in occasione delle celebrazioni delle solennità natalizie, è caduto inesorabilmente nel vuoto.

La tanto attesa fumata bianca si sperava potesse arrivare il primo dell’anno, come ‘regalo’ alla città. Ma nemmeno questo. E’ l’ennesima dimostrazione di come il futuro della città sia in bilico più che mai. Con una coalizione di maggioranza dilaniata e con i soliti politici agguerriti.

Nessun rispetto per la città e per il popolo reggino. Serietà e responsabilità lasciano ancora una volta spazio alla sconsideratezza che gli stessi hanno nei confronti dei propri elettori.

Se i reggini dovessero poi attenersi alle dichiarazioni ufficiali infatti, nessun litigio, nessuna crisi e nessun caso ci sarebbe nella formazione del nuovo esecutivo. In realtà i ‘normali dialoghi’, come falsamente vengono chiamati, non sono altro che spartizione di comodissime e profumate poltrone, come già detto ‘dalle uova d’oro’.

Tutt’altro che  trasparenza dunque. Il clima di ritrovata unità della maggioranza resta solo di facciata e la corsa alle poltrone certo non fa bene ai partiti e alla città.

Rimaniamo dunque ancora tristemente in attesa, speranzosi che qualcosa possa smuoversi al più presto.

Che si esca, come ha ricordato monsignor Fortunato Morrone, dal ‘sonnambulismo’. Che ci sia uno scatto d’orgoglio e di dignità. Per il bene di Reggio.