Processo a Mimmo Lucano, attesa la sentenza: folla col fiato sospeso in Corte d'appello

Da questa mattina una folla di attivisti e simpatizzanti sostano davanti alla Corte d'Appello di Reggio Calabria in attesa del verdetto

Per l’ex sindaco di Riace è il giorno del verdetto e della sentenza d’appello.

Mimmo Lucano non è a Reggio Calabria ma è rimasto nella sua Riace. Ma è come se ci fosse. I suoi amici e sostenitori, insieme al team di legali, attivisti e simpatizzanti sono tutti lì, davanti alla Corte d’Appello, in attesa del giudizio finale.

C’è l’assessore di Reggio Calabria Demetrio Delfino, il consigliere comunale di ‘La StradaSaverio Pazzano. C’è Maurizio Zavaglia, componente del Comitato 11 giugno oltre a una folla di curiosi e addetti ai lavori.

I giudici della Corte d’appello, presieduta da Elisabetta Palumbo, hanno annunciato per l’ora di pranzo la pronuncia della sentenza del processo “Xenia”, nato da un’inchiesta della Guardia di finanza sul ‘modello Riace’.

La Procura generale ha chiesto la condanna dell’ex sindaco Lucano a 10 anni e 5 mesi di reclusione per presunti illeciti nella gestione dei progetti di accoglienza dei migranti. Circa tre anni in meno rispetto alla sentenza di primo grado.

Il tribunale di Locri lo aveva infatti condannato in primo grado a 13 anni e due mesi, per aver strumentalizzato, così hanno scritto i giudici nella motivazione della sentenza, il sistema dell’accoglienza a beneficio della sua immagine politica.

Difeso dai legali Giuliano Pisapia e Andrea Daqua, adesso si attende solo il verdetto finale.

“Ci siamo sempre schierati a favore di Lucano per l’idea di umanità che c’è dentro e dietro al progetto Riace – spiega Saverio Pazzano – E’ un’idea di umanità che difendiamo con forza e che va comunque difesa, aldilà dell’esito del procedimento, perchè Riace rappresenta un’idea di umanità a cui dovrebbe guardare tutta l’Europa”.