Aloisio (Confesercenti Rc) su indagine del Sole 24 ore: ‘Non chiamiamole “classifiche sulla qualità della vita”‘
"Se chiedete a me dove vorrei vivere tra Bergamo e Reggio Calabria, sceglierei Reggio tutti i giorni della mia vita, domeniche e festività comprese", assicura Aloisio
17 Dicembre 2024 - 10:32 | Redazione

La 35ª edizione dell’indagine del Sole 24 Ore sulla qualità della vita fotografa una realtà di profonda disuguaglianza territoriale. Se al Nord trionfa Bergamo, che conquista il primo posto, al Sud la situazione resta critica. Reggio Calabria si piazza all’ultimo posto, confermandosi come la provincia meno vivibile d’Italia.
Reggio Calabria: ultima su 107 province
Reggio Calabria si colloca al 107° posto, peggiorando di 6 posizioni rispetto al 2023. Il presidente di Confesercenti Reggio Calabria, Claudio Aloisio, ha analizzato quanto riportato dal Sole 24 Ore.
“Il 18 novembre commentavo l’indagine commissionata da Italia Oggi sulla “qualità della vita”, che vedeva Reggio Calabria nelle ultime posizioni. Oggi prendo atto di quella de Il Sole 24 Ore, che ci colloca ultimi nella classifica generale.
Il mio pensiero non cambia rispetto alla precedente: questi studi fotografano una realtà descritta da numeri incasellati in parametri precisi, i quali, proprio per questo, non sono interpretabili, ma oggettivi.
Ciò significa che la nostra Città Metropolitana, sotto molti aspetti, è arretrata, in difficoltà, con servizi insufficienti e spesso inefficienti, una crisi economica ormai perpetua, e un decoro urbano che lascia a desiderare”.
Prosegue Alosio.
“È una città che offre poche opportunità ai nostri giovani e, più in generale, a chi vorrebbe rimanere per investire nella propria terra. Queste classifiche rappresentano la fotografia di una comunità che vive ormai da decenni momenti di grande difficoltà e sofferenza.
Ribadisco però il mio convincimento: questi studi non dovrebbero riferirsi alla “qualità della vita”, che, concettualmente, non può essere descritta solo da freddi numeri e parametri oggettivi. Questi ultimi, peraltro, dovrebbero avere “pesi diversi” in relazione alle conseguenze che riflettono nella vita reale e quotidiana dei cittadini”.
L’importanza dei parametri reali e soggettivi
“Nella classifica di Italia Oggi, il primato spettava a Milano, sicuramente ricca di opportunità lavorative, servizi eccellenti e una grande offerta ludica e culturale, ma anche una delle città considerate tra le più pericolose nel nostro Paese.
Mi chiedo quindi: quanto pesa, nella “qualità della vita”, il rischio di essere derubati, scippati o rimanere vittime di crimini, rispetto al poter usufruire di servizi efficienti?
Oppure, parlando di benessere economico: quanto vale guadagnare 2.000 euro di stipendio se poi ne devi pagare 1.000 per vivere in 14 mq? Di quale “qualità della vita” parliamo in 14 mq?
E valutando i trasporti efficienti: è meglio avere treni, metropolitane e bus nuovi, in numero adeguato e puntualissimi, ma fare due ore di viaggio per arrivare al lavoro, o avere un trasporto pubblico deficitario ma impiegare 20 minuti per raggiungere la propria destinazione giornaliera?
Questo per dire che la qualità della vita deve essere parametrata a una serie molto più ampia di variabili, alcune misurabili, altre non rappresentabili in numeri o grafici. Il calore delle persone, ad esempio, la bellezza dei luoghi, il valore delle tradizioni, della storia, e persino le percezioni e le emozioni trasmesse da un insieme di fattori, alcuni dei quali nemmeno colti a livello conscio.
Come sarebbe possibile, quindi, classificarli in uno studio? Eppure sfido chiunque a non ammettere che questi aspetti hanno un impatto enorme sulla “qualità della vita” di ognuno di noi”.
Differenze di criteri e risultati divergenti
“Inoltre, il fatto che Milano passi dalla prima alla dodicesima posizione tra due ricerche che si occupano dello stesso argomento, redatte nello stesso periodo, dimostra che, se è vero che i numeri sono inconfutabili, è altrettanto vero che i criteri utilizzati per valutarli possono cambiare notevolmente il risultato finale.
Alla fine, però, una costante rimane: tutte le ricerche degli ultimi anni, indipendentemente da come siano strutturate, collocano la nostra provincia, e più in generale la nostra regione e tutto il Meridione, agli ultimi posti.
Uno spaccato che certifica l’atavica arretratezza economica e infrastrutturale del sud rispetto al nord e che, purtroppo, non lascia spazio a discussioni né interpretazioni.
Ma rimane anche il mio convincimento iniziale: non chiamiamole “classifiche sulla qualità della vita”. È un titolo fuorviante, che non rappresenta la realtà”.
Aloisio: “Sceglierei sempre Reggio e non Bergamo”
“Perché Bergamo, la città che Il Sole 24 Ore reputa la migliore d’Italia per la qualità della vita, sarà bellissima, avrà sicuramente una squadra di calcio “simpatica”, che si sta dimostrando anche fortissima, un centro storico affascinante, servizi di altissimo livello, infrastrutture e collegamenti al pari delle migliori realtà europee, avrà tutto quello che volete.
Ma se chiedete a me dove vorrei vivere tra Bergamo e Reggio Calabria, sceglierei Reggio Calabria tutti i giorni della mia vita, domeniche e festività comprese.
C’è tanto, tantissimo da cambiare, migliorare, sviluppare. Ma una cosa è certa: io vivo in uno dei territori più belli che si trovano in Europa e non solo, con buona pace di qualsiasi studio, ricerca o classifica che tenta di convincermi del contrario”, ha concluso Aloisio nella sua analisi.
