Reggio, la bella storia di speranza dal Gom: ‘Quando i supereroi indossano il camice’

"Un tumore rarissimo, un caso su un milione, ha messo alla prova non solo Serena e la sua famiglia, ma anche un’intera struttura sanitaria, che ha risposto con competenza, umanità e straordinaria professionalità"

gom ospedale

“A Reggio Calabria i supereroi non indossano mantelli, ma camici. Sono loro che, nei momenti più difficili, riescono a restituire speranza, forza e vita. Questa è la storia di Serena T. M., una giovane donna diventata per molti un simbolo di rinascita, tanto che al Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria il suo caso è ormai conosciuto come “Effetto Lazzaro”.

Inizia così una lettera di speranza, inviata alla nostra redazione.

“Un tumore rarissimo, un caso su un milione, ha messo alla prova non solo Serena e la sua famiglia, ma anche un’intera struttura sanitaria, che ha risposto con competenza, umanità e straordinaria professionalità.

Tutto ha avuto inizio il 3 febbraio 2025, quando l’attesa si è improvvisamente trasformata in un codice rosso per la gravità della situazione. Nonostante le paresi, Serena è riuscita ad arrivare al Pronto Soccorso grazie a una forza di volontà fuori dal comune.

Fin dal suo arrivo, il personale medico si è dimostrato immediatamente disponibile. Un ringraziamento particolare va alla Dott.ssa Stefania Mantuano, la cui dolcezza ed efficienza hanno permesso di avviare senza esitazioni il percorso diagnostico e terapeutico. L’assistenza ricevuta è stata sin da subito impeccabile”, si legge nella lettera.

L’eccellenza della Neurochirurgia e il percorso riabilitativo

“Determinante è stato l’intervento del reparto di Neurochirurgia del GOM. Il Primario Dott. Mauro Campello, il Dott. Claudio Zaccone e tutta l’équipe hanno unito altissima professionalità e profonda umanità, rendendo la degenza meno stressante e più sopportabile.

Il Dott. Campello, definito dalla famiglia “mani di fata”, è riuscito a rimuovere un tumore encefalico lasciando solo una cicatrice, oggi simbolo di una nuova possibilità di vita.

Fondamentale anche il contributo di OSS, infermieri e fisioterapisti, che hanno permesso a Serena di tornare in piedi e di essere trasferita al Policlinico di Reggio Calabria per iniziare il percorso riabilitativo. Un grazie sentito va alla Dott.ssa Smorto, che ancora oggi segue Serena nel centro di fisioterapia, insieme a professionisti competenti e profondamente umani.

Un riconoscimento speciale va al Blocco Operatorio, in particolare a Francesco Luppino, presenza costante e forza silenziosa durante l’intervento, che ha tenuto la famiglia informata in ogni fase, insieme a tutti gli anestesisti e infermieri coinvolti”.

Ricerca, diagnosi e il supporto dei reparti specialistici

Prosegue il racconto.

“Il percorso di cura è proseguito con il reparto di Radioterapia, grazie al lavoro del Dott. Tuscano e del Primario Sayd, che hanno affrontato lo studio di un tumore occulto con grande scrupolo.

La speranza è che questo caso possa rappresentare un punto di riferimento per salvare altre vite, dimostrando come la medicina possa unire scienza e cuore. Un ringraziamento altrettanto importante va al reparto di Anatomia Patologica, per l’estrema accuratezza nello studio dell’esame istologico, grazie anche al Dott. Naisano, e al Laboratorio Analisi, definiti dalla famiglia “angeli silenziosi”.

Il grazie si estende anche all’Humanitas di Catania e al Dott. Macrì, che si è immediatamente messo a disposizione. Eccellente anche il lavoro del reparto di Neuroradiologia, con un ringraziamento particolare alla Dott.ssa Porcelli, che con la sua umanità ha saputo infondere forza e speranza a Serena, e alla Dott.ssa Morano di Anatomia Patologica.

Un sentito grazie va anche al Primario di Dermatologia, Dott.ssa Valeria Falcomatà, la cui esperienza e dolcezza hanno reso il suo operato un esempio di medicina attenta alla persona.

Importante il sostegno del reparto di Oncologia e del Dott. Antonino Mafodda, la cui dedizione rappresenta una fonte costante di speranza. A Serena, instancabile guerriera, va un messaggio di speranza: la strada è lunga e tortuosa, ma grazie ai medici, alla famiglia e a tutti quegli amici silenziosi, questa battaglia può essere vinta.

Il GOM di Reggio Calabria ha dimostrato che anche quando il cammino sembra impossibile, l’unione tra professionalità e umanità può renderlo più lieve.

Che il Natale possa portare serenità, forza e riconoscenza a chi cura, assiste e combatte al fianco dei pazienti, spesso in silenzio.

A loro, e a tutte le famiglie che stanno affrontando percorsi difficili, va l’augurio di un Natale di speranza, di luce e di rinnovata fiducia nel futuro”.