Giuffrè (Agedo): "Vicine a Patrizia Gambardella. Diciamo basta all'odio sessista"

"Con linguaggio d’odio sessista è stata attaccata la nostra amica Presidente del Cuore di Medea, insulti che coinvolgono tutte noi donne". Le parole di Mirella Giuffrè Agedo Reggio Calabria

“Le parole sono pietre, le parole possono trasformarsi in pallottole, bisogna pesare ogni parola che si dice e far cessare questo vento d’odio”.

Con queste parole di Andrea Camilleri vorremmo riflettere e far riflettere sul linguaggio, che leggiamo e ascoltiamo giornalment , carico di odio, violenza, sessismo, razzismo, omofobia mirato esclusivamente a colpire, denigrare, discriminare le persone e non più a discuterne le idee. Una dinamica che ritroviamo soprattutto sui social dove l’aggressività è ormai tono di voce abituale, dove l’altro, chi ha opinioni o stili di vita diversi dai nostri diventa automaticamente un nemico da abbattere a colpi di insulti, minacce, offese.

Con questo linguaggio d’odio sessista è stata attaccata la nostra amica e socia Patrizia Gambardella, Presidente del Cuore di Medea, insulti che  coinvolgono e offendono tutte noi donne, da sempre nel mirino di uomini (?) che ci apostrofano con parole misogine e assumono un atteggiamento d’odio e di violenza, soprattutto verso quelle donne che difendono altre donne vittime di violenza maschile, come nel caso di Patrizia che con l’associazione Il Cuore Di Medea lavora da anni per sostenere e proteggere donne contro la violenza di uomini.

Diciamo basta! Denunciamo e facciamo fronte comune contro un linguaggio sessista che è ormai sdoganato sul web, ma anche in famiglia e sul luogo di lavoro. In una società sempre più digitalizzata si pone il tema di come garantire il rispetto di diritti costituzionalmente riconosciuti: da una parte quello alla libertà d’espressione, dall’altra quello al rispetto della dignità e alla non discriminazione delle persone attraverso il contrasto a tutte le forme di linguaggio sessista, razzista, xenofobo, omofobo e in genere discriminatorio e di incitazione all’odio e alla violenza.

Come associazione di genitori e famiglie sosteniamo che lo strumento per fermare il linguaggio dell’odio è quello di educare i giovani sin dalla scuola primaria a una comunicazione rispettosa degli elementari principi di civile convivenza. Superare i germi della violenza quando è ancora solo verbale, ma non per questo meno pericolosa.

Fonte: Mirella Giuffrè – Presidente A.GE.D.O. Reggio Calabria