Reggio, le sardine si stringono a Piazza Castello dispensando “speranza”- FOTO

Jasmine Cristallo chiarisce: “Andate a votare, ma nessuna indicazione dal movimento”

È una piazza gioiosa, musicante, speranzosa. Piazza Castello stasera non era solo un’agorà, ma un crocevia di lingue diverse, di generi diversi, di sensibilità diverse. Ci sono i resistenti, uomini e donne di mezza età, giovani e soprattutto giovanissimi. Il movimento incuriosisce, e fa proseliti. L’impostazione data dagli organizzatori alla manifestazione si fonda sulla partecipazione, sulla parola e sulle idee. Per una volta il numero dei partecipanti può passare in secondo piano. Ma la piazza c’è. Parla al cuore della gente che è evidentemente cosciente del senso della manifestazione stessa. E la parola d’ordine rimane sempre la stessa: “Basta odio”.

Ad orchestrare il “Sarda Claus – Reggio non mbucca”, in quella che è la prima, vera, manifestazione delle sardine reggine, è il referente Filippo Sorgonà, che ha posto una questione di fondo che parte dal fatto che Reggio ha dato un contributo di fondo – “attraverso l’ala scopellitiana di quel modello Reggio che ha devastato la città” – all’ascesa di Matteo Salvini, bersaglio numero uno delle sardine, chiamato “la bestia”: “Non abbiamo bisogno di protettori, ma di democrazia” – ha detto – ricordando le aggressioni verbali subite dalla leader calabrese del movimento Jasmine Cristallo. Lei, da parte sua, mostra di non arrendersi. Si indigna, ma sottolineando di non sentirsi una vittima.

“Purtroppo in Calabria abbiamo un’emergenza. Abbiamo un’emorragia di giovani, è questa l’emergenza reale. E vedere una piazza gremita fa ben sperare” ha esordito a margine del suo intervento.

Jasmine Cristallo parla di un movimento in crescita, ma forse ancora acerbo:

“Ci stiamo guardando in faccia, ci stiamo parlando perché ci si aspetta tanto da questo movimento, ma ricordiamoci che le piazze hanno cominciato a riempirsi il 14 di novembre, quindi stiamo parlando proprio di una creatura che deve avere anche il tempo di orientarsi in un contesto così complesso. Intanto abbiamo riempito delle piazze, abbiamo fatto delle cose importanti e forse abbiamo riacceso la speranza in chi sentiva forte un vuoto di rappresentanza e quindi già questa cosa ha portato le persone ad uscire fuori di casa, ed è una grandissima conquista”.

La sfida è naturalmente tradurre in maniera concreta l’onda dell’indignazione. Magari con il voto, magari occupando quel vuoto di rappresentanza politica. Anche se è già risaputo che in questa imminente tornata elettorale le sardine non prenderanno parte in prima persona perché i tempi sono ristretti.

Non siamo contrari alla rappresentanza politica, ma bisogna avere anche il tempo di capire che cosa di buono si può fare. Sinceramente credo che oggi l’attenzione deve essere rivolta a chi può e a chi ha gli strumenti per fare e richiamare alle proprie responsabilità chi non ha fatto”.

Per la Cristallo, a differenza di movimenti di protesta analoghi del passato, è il contesto attuale a dettare i tempi:

“A differenza del passato quello che vien fuori oggi è proprio l’urgenza, la necessità di venir fuori e di dover dire delle cose, di dover dire basta. La differenza è che c’è voglia di costruire, e forse così la storia cambia”.

Soddisfatta del fatto che la Cei abbia in qualche modo “benedetto” il movimento e le sue ragioni, Jasmine Cristallo ha chiarito che il movimento non impartisce indicazioni di voto:

“Il voto non è solo un diritto, ma anche un dovere. Bisogna andare a votare, ma non si può dare un indirizzo perché ci si è augurati fino alla fine che ci fosse una volontà di unità che potesse in qualche modo fronteggiare la deriva delle destre a trazione salviniana, ma non c’è stata. Quindi l’invito è quello di andare a votare per non legarsi, ma nessuna indicazione di voto”.

QUI IL VIDEO DELLA MANIFESTAZIONE