Reggio, le sardine tornano in piazza: appuntamento al Castello

Dopo il flash mob nel giorno della visita di Salvini, si tirano le somme. Sorgonà: “Manifestazione riuscita, vogliamo attivare un processo ri-costituente”

Le “sardine” reggine non si legano. E nonostante critiche e attacchi, soprattutto sul numero dei partecipanti al flash mob inscenato sulle scalinate del Consiglio regionale nel giorno della visita di Matteo Salvini, si dicono soddisfatti della riuscita dell’iniziativa che, ribadisce Filippo Sorgonà, referente reggino per le sardine calabresi, “ha registrato nel suo clou più di duecento persone”.

Sorgonà spiega anche il senso dell’iniziativa, che “per cause di forza maggiore” si è dovuta svolgere per come si è svolta, con numeri precisi e a tempo, secondo le prescrizioni fornite dalla Questura.

“Dopo aver inoltrato la richiesta di autorizzazione della manifestazione – racconta Sorgonà – sono stato contattato dal vice questore Fusco, il quale volendo predisporre un dispositivo di sicurezza imponente voleva avere contezza della situazione con una premessa che è poi diventata una prescrizione. Ho comunicato che era un semplice flash mob dal carattere goliardico, e non una contestazione. Indicando anche un numero di partecipanti tra le 100 e le 150 unità. Mi è stato detto che se fossimo stati di più sarebbero stati costretti a delocalizzarci nella piazzetta più giù. Ma per noi non avrebbe avuto senso. Noi volevamo stare sulle scalinate del Consiglio regionale”.

In effetti quello che ha accolto Matteo Salvini è stato un servizio d’ordine imponente, di quelli che si riservano generalmente ai componenti del governo. “Ci è stato chiesto anche di arrivare a piedi a destinazione, insieme alla descrizione dettagliata della manifestazione. Cosa che ho fatto, compresi la presenza di striscioni che non dovevano avere contenuti ingiuriosi per evitare istigazioni al popolo di Salvini”. Per questo, spiega ancora Sorgonà, non è stata data troppa pubblicità al flash mob.

L’ora passata sulla scalinata di Palazzo Campanella è trascorsa, per le sardine, ricordando in apertura la strage di Piazza Fontana – “non per un fatto di retorica – ancora Sorgonà -, ma perché ha un collegamento diretto anche a Salvini, perché Freda come altri di Avanguardia nazionale e Ordine nuovo, che hanno avuto appoggi importanti anche nella nostra città negli anni passati, hanno ancora molti seguaci nella nostra realtà, e siccome  coloro che si richiamano a quella situazione politica hanno sostenuto Salvini che non ha preso mai le distanze, noi lo abbiamo voluto sottolineare”.

La manifestazione è proseguita poi con la lettura degli articoli della Costituzione, con particolare attenzione all’articolo 3, rimarcando la necessità di praticare e non solo enunciare la Costituzione e ricordando che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. “Abbiamo parlato di diritti civili, con diversi interventi, riaffermando il concetto che le “sardine” stanno cercando di attivare un processo ri- costituente”.

Insomma, il profilo della manifestazione voleva essere quello di dare “un messagio diverso” alla politica e al suo linguaggio: “Un problema serio – sottolinea Sorgonà – che non riguarda solo la Lega, è che se noi istituzionalizziamo un linguaggio che scade nel penale, lo legittimiamo. L’idea è questa: compiere uno sforzo per riportare la dialettica politica nel recinto della democrazia, che inizia dal rispetto elementare, a parte dei codici, anche e soprattutto della dignità delle persone”. E in tal senso va vista anche l’iniziativa legata al barattolo della nutella, usato “metaforicamente per addolcire il linguaggio della politica, e quindi non legata solo all’uscita retorica di Salvini che nei social funziona molto in termini di viralizzazione, ma se trasposta alla politica sollecita il senso di insicurezza, inventando e strutturando al peggio la figura del nemico che prima era il terrone parassita che rubava ora è la migrazione”. Sorgonà però non nasconde che il problema della sicurezza sociale è un problema reale, “ma la nostra idea – aggiunge – è che se non rispondi con la giustizia sociale, eliminando le cause, il problema rimane. Questa deriva va contrastata con altri linguaggi e modalità. Per fortuna tra le sardine ci sono persone che vengono da mondi diversi, da quello cristiano sociale a quello liberale, favorendo un confronto a tutto tondo”.

Sorgonà che sarà l’unico referente calabrese presente sabato a Roma per la prima assemblea nazionale delle “sardine” che poi si riuniranno a Piazza San Giovanni, dà l’appuntamento alle “sardine” reggine per giorno 27 dicembre quando a Piazza Castello sarà inscenato un nuovo flash mob: “Avremo tempo per organizzarci – conclude – lo faremo in maniera gioiosa con tanti reggini che rientrano a casa, creando così,  anche con loro, un filo unico per lavorare insieme per la città. Sarà un’opportunità per riconoscersi e confrontarsi in piazza con tutti i cittadini. Perché noi non siamo solo anti qualcuno o qualcosa”.