Reggio, operazione 'Monopoli'. Il procuratore Paci: "La 'ndrangheta non conosce confini"

"Quando si tratta di gestire attività economiche la 'ndrangheta non conosce confini territoriali". Le dichiarazioni del procuratore Paci riguardanti l'operazione 'Monopoli'

Al tavolo della conferenza riguardante i dettagli dell’operazione ‘Monopoli‘ vi è anche il Procuratore della Repubblica aggiunto di Reggio Calabria. Gaetano Paci svela ai presenti il modo in cui i noti imprenditori reggini riuscivano ad intascare, illecitamente, denaro apparentemente pulito.

“I sequestri di questi giorni, che hanno interessato i soggetti prima indicati, evidenziano un modello di imprenditore ed associato mafioso, che riesce ad imporsi sul mercato grazie alla capacità dell’organizzazione criminale (di cui fa parte) di creare condizioni di egemonia ed esclusività”.

IL MODELLO DI IMPRENDITORE MAFIOSO

“Tra tutte le vicende facenti parte delle indagini, quella che risalta maggiormente riguarda, non a caso, la gestione dell’unica sala bingo di Reggio Calabria. Qui – prosegue Paci – si innesta un episodio particolarmente esplicativo delle capacità delle organizzazioni criminali di svolgere anche un ruolo di interdizione nella gestione dei fenomeni concorrenziali. Ad esempio ad un imprenditore che intendeva aprire una sala bingo concorrente rispetto a quella già esistente è stata negata la possibilità di farlo, ovviamente utilizzando tutta la capacità intimidatoria di cui l’organizzazione dispone.

Il modello di riferimento che emerge dalle indagini che riguardano Ficara, il bingo ed il duo Surace e Giordano, sono  attività investigative estremamente complesse che, grazie al lavoro delle forze di polizia qui presenti, è stato possibile mettere a sistema. Le vicende riguardano infatti sia il distretto di Reggio che quello di  Catanzaro (attività nel settore delle acque minerali), arrivando persino a Milano (sala bingo incendiata col proposito di intascare i premi assicurativi e utilizzarla come ulteriore fonte di approvvigionamento di denaro da investire)”.

Il procuratore aggiunto di Reggio Calabria conclude il suo intervento con delle forti dichiarazioni:

“Quando si tratta di gestire attività economiche la ‘ndrangheta non conosce confini territoriali è in grado di spaziare in ambiti estremamente ampi, a livello sia nazionale che internazionale. Estremamente significativo è che uno dei soggetti di riferimento sia Scimone. Al centro dei rapporti economici c’è proprio lui, già noto alle forze dell’ordine per essere a capo di società sparse in tutta Europa, utilizzate per trarre provviste di denaro, illecitamente acquisito e reinvestito, giustificato attraverso un complesso sistema di false fatturazioni e frodi carosello.

Nell’aprile 2018, Scimone portò ad un collegamento tra le procure di Reggio e Firenze e nel contesto di questo coordinamento vennero eseguite anche numerose ordinanze di custodia cautelare”.