Reggio, un gruppo di lavoratori Teknoservice: ‘Non possiamo più tacere. Ecco la verità’
"Le cause del default sono molteplici. Prima che operatori siamo cittadini di Reggio"
06 Settembre 2023 - 18:06 | di Redazione
Alla luce delle varie posizioni assunte ed esplicitate più o meno compiutamente dai cosiddetti “addetti ai lavori”, riguardo al grave disservizio che si ripropone sistematicamente nella nostra Città relativamente alla raccolta Differenziata ed alla conseguente carente gestione del sistema di smaltimento dei rifiuti, nella qualità di operatori Teknoservice e di Cittadini di Reggio Calabria, abbiamo sentito la necessità di intervenire pubblicamente per chiarire alcuni aspetti importanti della questione, sperando di apportare un contributo di chiarezza facendo sentire la nostra voce.
Il nostro è il punto di vista di chi dall’interno vive le difficoltà operative, è la posizione di operatori che nonostante il Covid, di inverno o d’estate con temperature proibitive hanno fatto sempre il proprio dovere per quanto e come gli è stato consentito farlo. Riteniamo di essere “una voce fuori dal coro” disinteressatamente interessata al buon andamento delle cose, siamo cittadini, che vanno fieri del proprio lavoro, consci dell’alto valore sociale intrinseco a tale attività, siamo reggini la cui soddisfazione deriva nel vedere i nostri luoghi puliti e sgombri da lordure, di contribuire affinché Reggio possa riprendere il proprio cammino di città che nel tempo ha meritato l’appellativo di “bella e gentile”.
Noi siamo gli operatori che hanno vissuto nel tempo e sulla propria pelle l’avvicendarsi di Ditte e di scandali che le hanno accompagnate, cimentandosi nell’applicazione di varie fasi organizzative, compreso l’attuale assetto che ha dato la stura al servizio di raccolta rifiuti denominato “porta a porta” che ha preso il via il 15 settembre 2014, (già dal 2013 con AVR), quindi, siamo nelle condizioni ottimali e “privilegiate” per poter “certificare” che le modalità realizzative si sono rivelate, sin da subito fallimentari, determinando gravi disagi sia ai cittadini che agli operatori del settore.
Le cause del default sono molteplici, da ricercare ad esempio: a) nella mancata applicazione di uno “studio di settore” particolareggiato ed attento, comparato ad altre dimensioni urbane simili alla nostra, vista la particolare morfologia urbana della Città di Reggio Calabria; b) nella quasi totale assenza di indispensabili controlli che addivenissero a conseguenti oculate sanzioni nei confronti dei trasgressori; c) nella mancata sensibilizzazione dei cittadini che, invece, si sono visti calare improvvisamente in una inedita realtà con un servizio sprovvisto di percorso graduale ed una guida precisa.
Alla fine, la mancata razionalizzazione del sistema che avrebbe dovuto prevedere degli step di valutazione graduale, studi e analisi operati da una “consapevole regia tecnica” capace, in corso d’opera, di valutare comparando costi e benefici, altresì, fattibilità e sostenibilità del modello adottato, hanno condotto a palesi lacune trasformando Reggio Calabria in una discarica a cielo aperto.
L’approssimazione, laddove nulla può essere lasciato al caso, la mediocrità quando in un ambito delicato e complesso assurgono a modello organizzativo rappresentano, poi, le principali concause che hanno indotto una deriva gestionale la cui debita conseguenza è stata quella di trasformare ogni via, ogni portone, ogni marciapiede dell’urbe in una mini discarica, disintegrando ciò che rimaneva del decoro urbano.
Se inoltre aggiungiamo il mancato servizio di pulizia delle postazioni di raccolta, che doveva essere previsto ogni qualvolta la spazzatura veniva prelevata dall’operatore, riusciamo a spiegarci il considerevole aumento di insetti, topi, cattivi odori comportanti una pericolosa situazione di reale emergenza igienico sanitaria.
Purtroppo, dobbiamo prendere atto che dal dibattito in corso, manca completamente la voce che riguarda le condizioni lavorative cui siamo sottoposti, nessuno dimostra di dovere garantire il giusto ascolto al disagio, alle difficoltà in cui siamo costretti ad esercitare il nostro ruolo, sembra che chi preposto sia assolutamente distratto ed in altre faccende affaccendato, quindi, il personale è letteralmente abbandonato a se stesso.
A tale proposito, è bene far presente che nel momento in cui i rifiuti si accumulano la situazione, dal punto di vista dell’agibilità lavorativa, si complica esponenzialmente, in quanto, il materiale depositato si trasforma tout court in una massa indifferenziata, informe e pericolosa per la sicurezza e l’incolumità delle maestranze, atteso che tutte le operazioni di raccolta vengono effettuate “rigorosamente” a mano.
Infatti, le percentuali di infortuni, di malattie legate a problemi muscolo-scheletrici sono in costante aumento, ogni giorno ciascun operatore raccoglie a mano il contenuto di300/400 mastelli a cui si aggiungono le buste di rifiuti esterne al mastello (a seconda della zona assegnataci) senza l’ausilio di appositi camion con carrelli elevatori.
Lo stress lavorativo è giunto a limiti insopportabili atteso il mancato turnover, considerato il fatto che la forza lavoro già esigua diminuisce ulteriormente nel periodo festivo per il godimento delle ferie. La pianta organica languendo per le mancate sbandierate e dovute assunzioni produce un eccessivo carico di lavoro che nel periodo estivo raggiunge il suo apice. Il nostro intervento è teso a far comprendere che non risponde ad una operazione intelligente scaricare sugli operatori tutto il peso di una situazione drammatica.
Durante il mese di luglio a causa del caldo record ed eccezionale, il Presidente della regione Calabria On.Roberto Occhiuto ha emanato un’ordinanza con la quale vietava il lavoro all’aperto nei cantieri edili o affini, abbiamo chiesto più volte di posticipare l’orario di inizio del turno pomeridiano, non ci è stata data alcuna risposta in merito e nonostante tutto abbiamo continuato a lavorare per il bene della città evitando di bloccare un servizio essenziale di pubblica utilità.
Si comincia a comprendere quali siano le motivazioni per le quali i costi da sostenere per i cittadini siano esorbitanti, in quanto il risparmio si consegue solo nel caso in cui la percentuale della raccolta differenziata è più alta della percentuale dell’indifferenziata – solo così si ha un minor conferimento dell’indifferenziato in discarica e i costi per i contribuenti possono diminuire.
Il dato riferito alla percentuale di raccolta differenziata fornita dal Comune di Reggio Calabria si attesta intorno al 41%, ma è un dato falsato dalle tonnellate di rifiuti indifferenziati che rimangono sul marciapiede e per le strade della Città (basta pensare al Rione Marconi, ai Mercati Generali di San Gregorio, San Giovannello, Arghillà).
Stiamo incontrovertibilmente dimostrando fattualmente come con il “porta a porta” i costi sono aumentati.
Dulcis in fundo Il Comune di Reggio Calabria nel 2021 ha deciso “per correggere gli errori del passato” di modificare tale servizio presentando un nuovo progetto e in concomitanza ha redatto il bando per l’affidamento del servizio di raccolta rifiuti ad una nuova società.
La gara è stata vinta dalla Teknoservice, ma a causa di alcune irregolarità presenti nel bando la società “rivale” Ecologia Oggi ha presentato ricorso contro la Tecknoservice e contro il Comune di Reggio Calabria, lasciando di fatto la Società Teknoservice e l’intera Città nel limbo.
Tale condizione non ha permesso alla società vincitrice del bando di realizzare il nuovo progetto del Comune, per il quale erano già stati acquistati i mezzi di raccolta rifiuti specifici, cassonetti intelligenti per i rifiuti che risultano ormai da diversi anni ammassati in un terreno di proprietà privata.
I costi per i cittadini continuano così ad aumentare. Innumerevoli sono le riunioni a cui abbiamo partecipato o che in primis abbiamo richiesto per cercare di risolvere le criticità esposte, senza sortire alcun risultato tangibile.
Prima di essere operatori della raccolta rifiuti siamo Cittadini della Città di Reggio Calabria, non possiamo più tacere o rimanere ad aspettare che le cose cambino, qualora dovessimo registrare uno stato di stallo faremo conoscere le nostre determinazioni che non esulano dal blocco delle attività.