Reggio, Hermes replica alle dipendenti licenziate: 'Loro la scelta di non lavorare'

Con la riorganizzazione della pianta organica la società ha proposto alle due lavoratrici un contratto con stipendio mensile di 2300 euro che è stato "ostinatamente rifiutato"

Abbiamo preso atto con assoluto sconcerto della manifestazione cui hanno partecipato 2 lavoratrici sui 120 dipendenti della Hermes. Sconcerto per l’evidente tentativo di travisamento dei fatti, che merita una inevitabile correzione.

La Hermes è una società che svolge un servizio pubblico. Al fine di assicurare efficienza ai servizi svolti, ha siglato un accordo di riorganizzazione della pianta organica, prevedendo in favore di ben 46 dipendenti la possibilità di una progressione di carriera, dopo 15 anni di blocco totale. Nell’ambito di tale riorganizzazione, è stata concordata con le Organizzazioni Sindacali la soppressione dell’Area quadri, cui appartengono le Lavoratrici che oggi hanno protestato.

Alle stesse, al fine di mantenere il rapporto di lavoro, è stato offerto un inquadramento al 1 Livello, cui il Contratto Nazionale di Lavoro garantisce uno stipendio mensile pari a € 2.300,00 circa, oltre al trattamento di anzianità maturato.

Offerta che è stata ribadita nel corso di tre mesi di incontri, anche alla presenza dell’Amministrazione Comunale, che ha accolto la richiesta di ascolto delle dipendenti, durante i quali la società ha sempre percorso la via del dialogo.

Le Lavoratrici hanno ostinatamente rifiutato detta proposta, rivendicando i trattamenti salariali (c.d. superminimi) in precedenza goduti, che la società aveva già da tempo revocato, perché ritenuti illegittimi.

A fronte di richieste inammissibili, rispetto ai principi di trasparenza, economicità e parità di trattamento, dai quali non ci si può, né ci si intende, allontanare, la risoluzione del rapporto è divenuta una scelta che è frutto esclusivamente della volontà delle dipendenti, che, alla tutela del posto di lavoro loro offerto, hanno preferito la battaglia dei superminimi.

Tale rifiuto si scontra con il bisogno di lavoro dei nostri giovani, che avrebbero tutti, senza tentennamenti, accettato anche una proposta inferiore.

Ne è prova la circostanza che nessun dipendente della società ha aderito al sit-in, confermando l’incomprensibilità di una protesta, resa ancor più evidente dagli sforzi che la Hermes sta facendo per migliorare la qualità lavorativa di tutti gli addetti.

Ci auguriamo che le lavoratrici possano tornare sui loro passi e, valutata con oggettività la proposta loro formulata, giungano a dare il giusto valore al lavoro, che è superiore a qualunque superminimo.