Post voto tra reazioni e repliche. Nessuno ammette la disfatta, e c'è chi sceglie il silenzio...

Nessun politico, di quelli perdenti, si è preso la responsabilità della sconfitta. E c'è chi fa ancora peggio, scegliendo il silenzio

E poi si amareggiano quando gli si dice che vivono su un altro pianeta.

I politici non smettono mai di stupirci. Neppure dopo un risultato così eclatante che vede il partito ‘Fratelli di Italia‘ dominare nel Paese alle ultime elezioni politiche. Non si riesce, se non marginalmente ad ammettere la sconfitta, ad analizzare in modo obiettivo, sereno e lucido, la batosta ed il clamoroso ko.

La politica, quella buona, passa anche da qui, dalle sconfitte. Dal saperle ammettere e dal saper riconoscere i propri errori, in modo da amministrare in futuro la cosa pubblica nel migliore dei modi, così da non commettere appunto gli stessi sbagli.

E così nel post voto e nelle ore successive abbiamo assistito a dichiarazioni di ogni tipo. A livello nazionale, abbiamo ascoltato Enrico Letta che ha accusato Conte di aver fatto vincere la destra perchè ha fatto cadere il governo Draghi. Poi è toccato a Salvini che ha ammesso si la sconfitta con dichiarazioni del tipo ‘questo dato non mi soddisfa‘ ma allo stesso tempo è rimasto ancorato al suo ruolo con tanto di dichiarazioni ‘il risultato è un punto di partenza‘.

Ma come, ci chiediamo. Non dovrebbe essere d’arrivo?

Insomma in queste elezioni pare non ci sia stato un vero perdente. Stupisce al contrario Di Maio, che invece ammette con tutta onestà la sconfitta e recita il ‘mea culpa’.

“Non ci sono se, ma o scuse da accampare. Abbiamo perso…”.

In realtà, e lo sanno bene gli altri sconfitti, accanto al disoccupato Di Maio, ci sono altri perdenti. Tra tutti Letta, Salvini e Calenda. Proprio quest’ultimo ha incredibilmente affermato come il flop sia solo ‘colpa degli elettori‘.

In pochi, pochissimi dunque si sono assunti la piena responsabilità della sconfitta.

E a livello locale? Peggio ancora. Il sindaco oggi sospeso Giuseppe Falcomatà, che durante il rush finale della campagna elettorale, ha partecipato attivamente agli incontri del PD, non ha ancora offerto ai suoi amici di FB un solo commento post voto, scegliendo così la strada del silenzio.

Forse sarebbe stato meglio tacere sin dall’inizio.

Ci sono poi i vari Battaglia e Irto che si giocano la carta del ‘contento a metà’. Non ammettono la disfatta e criticano la legge elettorale, esaltando il risultato personale.

Ma c’è chi fa ancora peggio. E’ la segretaria del PD di Reggio Calabria Valeria Bonforte che spiega:

“Il Partito Democratico reggino si è distinto in positivo, registrando una percentuale di consenso, tra Camera e Senato, che risulta addirittura al di sopra della media nazionale, fatto inedito dalla nascita del Pd, e la più alta tra le città calabresi e del Mezzogiorno d’Italia”.

Non contenta la Bonforte esalta il ritorno di Falcomatà:

“che costituirà un ulteriore fondamentale valore aggiunto in questa fase delicata che la nostra città si troverà ad affrontare nei prossimi mesi”.

E non stupisce la valanga di critiche miste ad insulti da parte del popolo di FB.

A quattro giorni dal voto si susseguono ancora dichiarazioni arlecchinesche da parte dei politici.

Ma il risultato è più che chiaro. Nella nostra regione vincono soltanto, e per ragioni diverse, Occhiuto, Meloni e Conte.

Perdono tutti gli altri e clamorosamente.