Rifiuti, Guerrisi (Ecopiana): 'Solo con l’aiuto dei privati si esce dall’emergenza. La politica si unisca' - VIDEO

Ecopiana è l'azienda che ha affrontato anche l’ultima emergenza di Reggio Calabria, parla il titolare dell'azienda leader nel settore dei rifiuti

“Reggio produce 150 tonnellate di rifiuti solidi e il problema è il surplus. Se oggi riesce a conferire 150 tonnellate poi ti resta quello che non è stato scaricato il giorno prima, e il problema è quello. Voglio giustificare un po’ tutti, la Regione e gli Enti locali. Sicuramente però ora è il momento di ripartire e so che i dirigenti regionali ci stanno lavorando. Credo che la politica debba unirsi per cercare una soluzione definitiva al problema, che appare ancora molto lontana, ma ci arriveremo se la politica si mette in testa che deve anche farsi aiutare da chi ha le competenze, cioè quella parte sana degli imprenditori che vuole investire per migliorare il territorio, che crea occupazione”.

Lo ha affermato nel corso della consueta diretta di CityNow, Girolamo Guerrisi di Ecopiana Srl, azienda leader nel settore dei rifiuti che opera da tanti anni ormai un po’ in tutta la provincia di raccogliere, gestire e smaltire i rifiuti non pericolosi.

L’azienda nasce nel 2004 all’inizio trattando rifiuti da costruzione e demolizione, per poi arrivare ad occuparsi di rifiuti urbani, pericolosi e di bonifiche (ha commesse importanti in Piemonte e Liguria). È un’azienda che ad oggi occupa 60 addetti, tra amministrativi e operatori.

Per Guerrisi bisogna mettere i privati nelle condizioni di poter operare senza ritrovarsi a fare concorrenza al pubblico, incentivandone gli investimenti:

“Un’azienda come la nostra che sta pensando di fare un impianto di trattamento rifiuti organici e sta pensando già a quello che deve realizzare non può pensare poi di avere domani un impianto a soli 20 chilometri che fa la stessa cosa: è inutile, è uno spreco di risorse. Occorre pianificare, vedere quello che stanno facendo i privati, perché non è detto che il rifiuto debba trattarlo solo esclusivamente il pubblico. Ad oggi il privato ha garantito alti standard di efficienza e soprattutto ha risolto i problemi, facendo suoi i problemi della Regione Calabria”.

L’emergenza reggina

Ecopiana è l’azienda che ha affrontato anche l’ultima emergenza di Reggio Calabria: “ne eravamo venuti fuori in maniera eccellente e poi purtroppo si è caduti in questa nuova emergenza” dice amaramente Guerrisi.

Il suo compito era eliminare tutte le micro discariche che erano presenti sul territorio, ed il problema si stava effettivamente risolvendo:

“Avevamo azzerato quartieri come Arghillà che viveva in uno stato veramente di degrado, ma mi sa che oggi la situazione è tornata ad essere come prima. Purtroppo in questo momento sarà difficile tornare alla normalità almeno nell’immediato”.

Rifiuti problema atavico

“Intanto c’è da dire che questo è un problema atavico, un problema che ci portiamo ormai da anni di commissariamenti, anni di amministrazioni, in cui non si sono risolti molti problemi legati agli impianti. Noi veniamo da una gestione impiantistica molto buona che era quella di Veolia, che si è lasciata dietro tanti strascichi economici, per arrivare ad una gestione interna – mi riferisco naturalmente agli impianti della provincia di Reggio Calabria e quindi del termovalorizzatore di Gioia Tauro e dell’impianto di Siderno – che viene affidata addirittura con delle gare al ribasso. Secondo me sbagliando, anche perché hanno bisogno di programmazione e pianificazione. Credo che però la mancanza di pianificazione oggi ci ha portato ad avere i problemi che ci portiamo ormai da tantissimo tempo”.

Guerrisi ricorda che Confindustria (di cui ovviamente fa parte) si sta impegnando per trovare una soluzione, essendo stata incaricata anche di organizzare un tavolo tecnico con l’assessore regionale all’Ambiente, Sergio De Caprio:

“A giorni dovremmo definire qualcosa, iniziare a capire in che cosa le imprese private sane possono affiancare gli enti pubblici per la risoluzione definitiva del problema, che non sarà immediato, ma ci sarà tanto da lavorare. In questa cosa però bisogna veramente essere aiutati anche dai cittadini perché è una questione anche di cultura e lo sappiamo, ne parliamo ormai da tanto, quindi dobbiamo sensibilizzare veramente maniera importante la cultura del riciclo e soprattutto il modo di pensare che quella strada non è tua…”

Un problema culturale

Naturalmente c’è un problema di costi che grava sull’amministrazione ma anche sull’azienda. Guerrisi sottolinea come il contratto con il Comune di Reggio non sia completato, ma anche che ci si è fermati proprio per non appesantirsi troppo dal punto di vista economico e gravare con costi “inutili” sull’amministrazione e quindi sui cittadini:

“L’unico modo per venire fuori da questa emergenza è l’ampliamento della discarica attuale, dell’unica discarica in Calabria, che è Sovreco. C’è poco da fare, e poi occorre pensare a Melicuccà e quindi farla diventare non la nostra discarica, ma un impianto di trattamento degli scarti di lavorazione provenienti della raccolta differenziata. Le discariche non esistono più, sono a tutti gli effetti degli impianti di smaltimento che devono rispettare delle normative precise”.

Un concetto che a Guerrisi serve per sottolineare che

“È inutile tenere ancora questa posizione del cittadino che non vuole rifiuti vicino casa. Bisogna far capire al cittadino che in questo momento la discarica è indispensabile, e per arrivare al concetto ‘zero rifiuti’ ci vorranno anni. È una questione culturale e quindi ci vorrà ancora del tempo per arrivarci”.

Da problema a risorsa

Trasformare il problema rifiuti in risorsa è l’obiettivo principale. Guerrisi parla di economia circolare ricordando però che quello che è oggi il mondo dei rifiuti:

“Le previsioni non sono per niente incoraggianti. Oggi la Banca mondiale ipotizza il raddoppio della quantità di rifiuti prodotti che aumenteranno dagli attuali 3 milioni di tonnellate a 6,5 e solo il 25% viene avviato al recupero o riutilizzo, quindi abbiamo quel 75% che ancora oggi va a finire in discarica o nei termovalorizzatori. Quindi arrivare all’economia circolare significa introdurre un nuovo modello di produzione, consumo e di condivisione, perché implica una condivisione l’economia circolare. Implica un riutilizzo, una riparazione, un ricondizionamento e un riciclo di materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile.Occorre iniziare a pensare al prodotto dalla fase progettuale estendere quindi il ciclo di vita di un prodotto come l’obsolescenza programmata degli strumenti informatici. Perché bisogna partire dalla progettazione per arrivare a stabilire che cos’è l’economia circolare. Tanto è vero che i principi dell’economia circolare si contrastano all’economia lineare proprio perché quella è fondata sull’estrarre produrre, utilizzare e gettare. Ancora ci troviamo ad acquistare delle quantità di materiali ed energie a costi bassi perché facilmente reperibili. L’economia circolare sarà necessaria perché comunque ci sarà una domanda maggiore di materie prime e una scarsità di risorse”.

In questo senso Guerrisi parla di buone pratiche della sua azienda che, attraverso il Por e in collaborazione con il Dipartimento Diceam dell’Università Mediterranea sta sviluppando un progetto di ricerca che recupera i prodotti di scarto di materiali plastici per l’applicazione nel campo dell’ingegneria civile combinandolo con le ceneri di combustione provenienti da termovalorizzazione o biomassa o da centrali termiche.

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