Rosario in Calabria simbolo di 'ndrangheta. Morra a Rai 3: "Salvini agisce per ignoranza"

"Un ministro dell'Interno non può non sapere che in Calabria ostentare platealmente il rosario manda un messaggio alla 'ndrangheta". L'intervista di Morra a Rai 3

“In terra di Calabria ostentare il rosario, votarsi alla Madonna lì dove c’è il Santuario cui la ‘ndrangheta ha deciso di consegnarsi, significa mandare messaggi in codice a certe forze che soprattutto uomini di Stato, ministri dell’interno devono combattere, non favorire”.

Sono queste le parole professate, ieri in aula, dal Senatore Nicola Morra. Il presidente della Commissione Parlamentare Antimafia scaglia, contro Matteo Salvini, parole dure come pietre. L’intervento, applaudito dai presenti, non è però passato inosservato. La Calabria è famosa per essere sede della ‘ndrangheta, così come San Luca è nota per esserne il cuore pulsante. Da anni, decenni sarebbe più giusto affermare, i calabresi tentano di scrollarsi di dosso questa etichetta, ma la forza di volontà non sembra essere sufficiente per far smettere le persone di pensare (e parlare) male della nostra terra.

“Sicuramente il gesto compiuto è stato messo in atto per ignoranza, non per intenzione” prosegue Morra nel suo lungo discorso. Ma così facendo il Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Nicola Morra offende anche i fedeli calabresi senza macchia e senza colpa.

Di questo intervento si è parlato anche ad Agorà, il programma di Rai 3, durante il quale Morra è stato intervistato da Monica Giandotti. Anche in tv non può non farsi riferimento ai recenti avvenimenti, e così, ancora una volta, viene fuori il nome della Calabria.

“Quello che ho detto – spiega Morra, privo dell’esaltazione che aveva accompagnato il suo precedente discorso – è che un Ministro dell’Interno che si reca a Isola Capo Rizzuto, non può non sapere che in terra di Calabria ostentare platealmente il rosario, non soltanto offende i sentimenti religiosi di tanti che pensano alla religione in tutt’altro modo senza farne strumento di propaganda, ma manda anche, inconsapevolmente forse, un messaggio ad una consorteria criminale. Un’associazione mafiosa che in questo momento è la più pericolosa non soltanto a livello italiano e che ha, nel Santuario della Madonna di Polsi, in Aspromonte il suo centro ‘criminale’. D’altronde nel 2017, c’è stato proprio lì un incontro durante il quale i rappresentanti ecclesiastici hanno ammesso le responsabilità da parte dei precedenti ‘gestori’ dello stesso santuario”. 

Nell’intervista a Rai 3, Morra parla anche del futuro della Calabria e del governo che verrà:

“Noi vogliamo ‘far cose’ per gli italiani. E’ovvio che un senatore eletto in Calabria voglia porre al primo posto nell’agenda politica mettere fine alla ‘ndrangheta, restituire occupazione (di qualità) ai giovani calabresi e meridionali, fermare l’emorragia demografica. Alle parole bisogna però far corrispondere i fatti”. 

Guarda il video