«Salute mentale in Calabria, limiti e potenzialità del sistema di cura»

Salute mentale, ecco il quadro della situazione in Calabria analizzato dal Dott. Vittorio Porpiglia, psicologo specialista in Psicoterapia breve strategica

Come già sosteneva Corrado Alvaro «nessuna libertà esiste quando non esiste una libertà interiore dell’individuo».

A distanza di oltre quarant’ anni dalla cosiddetta legge Basaglia, con cui veniva riformato il sistema dell’assistenza psichiatrica, le problematiche legate ai disturbi psichici e alla salute mentale rappresentano ancora oggi una sfida importante per la Sanità pubblica.

La salute mentale è parte integrante della salute generale, essenziale per lo sviluppo di un equilibrio personale e interpersonale.

L’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) la definisce come «uno stato di benessere in cui una persona può realizzarsi a partire dalle proprie capacità, affrontare lo stress della vita di ogni giorno, lavorare in maniera produttiva e contribuire alla vita della sua comunità».

A tal proposito nel 1922 è stata istituita la giornata mondiale della salute mentale (Mental Health Day) – che in Italia coincide con la Giornata nazionale della psicologia e si celebra il 10 Ottobre – con l’obiettivo di fare luce sulla complessità del problema a livello mondiale e sensibilizzare la popolazione sull’importanza del benessere psicologico.

In Italia, nel 2017, le persone che hanno ricevuto delle cure per problemi psichiatrici nei Dipartimenti di salute mentale (Dsm) del Sistema sanitario nazionale sono oltre 850.000.

I NUMERI DELLA CALABRIA

Insieme a Puglia, Piemonte, Emilia Romagna e Liguria la Calabria ha il tasso più elevato di pazienti assistiti dai DSM, comprese le strutture accreditate. Abbiamo il primato di essere la regione italiana con il tasso più elevato di persone assistite presso strutture territoriali psichiatriche.

I tassi standardizzati variano da 70,4 utenti della regione Sardegna a 255,1 per diecimila abitanti della Calabria. (Contro una media nazionale di 155,2).

È quanto emerge dal recente Rapporto sulla salute mentale in Italia, pubblicato a fine giugno dal ministero della Salute (qui il documento integrale). Il documento rappresenta la più vasta e aggiornata fonte di informazioni sugli interventi, sanitari e socio-sanitari, del Sistema sanitario nazionale rivolti alle persone adulte con problemi di salute mentale e alle rispettive famiglie.

In Calabria sono 32.420 i pazienti con problemi psichici assistiti nel 2017 dai Dsm. Nel 54% dei casi di sesso femminile.

Rispetto alla fascia di età è stata rilevata un’ampia percentuale di persone al di sopra dei 45 anni (74%).
Il numero di pazienti sotto i 25 anni risulta decisamente meno elevato (4%). I pazienti che sono entrati in contatto per la prima volta durante l’anno con i DSM sono 18.867, di questi oltre il 70% ha avuto un contatto con i servizi per la prima volta nella vita.

Per quanto riguarda le psicopatologie la maggioranza delle diagnosi risultano in “attesa di definizione” ma il disturbo per cui avviene il maggior numero di accessi risulta essere la depressione.

Al secondo posto troviamo la schizofrenia e altri disturbi psicotici, maggiori tra gli uomini.

Di particolare rilevanza è anche la presenza delle “sindromi nevrotiche” come ansia e attacchi di panico, fobie, ipocondria, disturbo ossessivo-compulsivo e infine demenze e ritardi mentali.

SISTEMA SOTTO ORGANICO E CURE AFFIDATE AI FARMACI

Per il consumo dei farmaci sono state considerate le seguenti categorie: antidepressivi, antipsicotici e litio, erogati in regime di assistenza convenzionata e in distribuzione diretta.

Secondo le stime, la spesa lorda complessiva per gli antidepressivi in Calabria, in regime di assistenza convenzionata, è di oltre dieci milioni di euro per più di un milione di confezioni.  Per gli antipsicotici la spesa lorda è superiore a un milione di euro. Per il litio la spesa è di oltre ottantamila euro.

Per quanto riguarda il personale in dotazione all’interno delle unità operative psichiatriche pubbliche purtroppo la Calabria è l’unica regione a non aver fornito alcun dato.

Dai dati più recenti sappiamo, però, che l’investimento economico e in risorse umane per la salute mentale è al di sotto della media nazionale. Infatti rispetto al resto dell’Italia la dotazione del personale risulta inferiore del 24%, come indicato dalla Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica.

Negli ultimi tempi quota 100 ha contribuito ad aggravare la carenza di personale e anche se è stato dato il via libera allo sblocco del turn over per nuove assunzioni la situazione continua ad essere di stallo.

Nonostante nella nostra regione ci sia una discreta presenza di servizi territoriali dal documento emerge una marcata carenza di strutture residenziali e semi-residenziali capaci di rispondere alle esigenze terapeutico-riabilitative dei pazienti.

Da una prima analisi dei dati contenuti nel Rapporto sulla Salute Mentale in Calabria è possibile trarre alcune prime considerazioni.

Prima, però, va specificato che in questa relazione sono contemplati solo i pazienti che hanno raggiunto la maggiore età. Inoltre, bisogna tenere conto del fatto che una percentuale di persone con disagio psichico non si rivolge ai servizi specialistici ma in parte viene trattata nella medicina di base o in ambito privato ed in parte rimane fuori dalla Sanità pubblica.

Il dato che salta subito all’occhio è lo squilibrio tra il numero elevato – e in aumento – di situazioni di disagio psichico (rispetto alle altre regioni), e il progressivo impoverimento delle risorse umane, economiche e strutturali che dovrebbero far fronte alle sofferenze dei cittadini.

Nonostante la evidente capacità dei nostri servizi territoriali di gestire e intercettare l’utenza, come evidenziato dai dati del ministero della Salute, gli psichiatri, gli psicologi, gli infermieri e tutti gli operatori affrontano, con grande spirito di sacrificio, un carico di lavoro sempre maggiore e turni massacranti.

Basti solo pensare che in Calabria nel 2017 sono stati assistiti 7276 utenti in più (+29%) rispetto al 2016 con almeno un contatto nell’anno con le strutture dei Dsm.

E le risorse purtroppo non sono aumentate, casomai diminuite.

Ma portare allo stremo delle forze queste poche e preziose risorse che garantiscono a tutto il sistema di non collassare non è una soluzione. Il rischio di rimanere schiacciati da questi ritmi e il conseguente rischio di patologie da stress lavoro correlato, come il burnout, è altissimo.

Questa situazione critica e precaria potrebbe compromettere, ulteriormente, la qualità dei servizi, anche quelli essenziali (LEA), che il Servizio Sanitario Nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini.

POCHE STRUTTURE RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALI

In Calabria grava anche la criticità dettata da una scarsa presenza di strutture residenziali e semiresidenziali. Nella nostra regione tali strutture di accoglienza risultano quasi del tutto assenti, con una conseguente riduzione del numero di presenze e nuove ammissioni.

Mancano risorse sufficienti per prendere in carico tutti i pazienti e questo ha reso la Calabria una delle Regioni con il più alto tasso di mobilità sanitaria in Italia, anche per i pazienti con gravi problemi psichici.

In Italia la situazione complessiva è altrettanto preoccupante. Basti pensare che il budget per la salute mentale nel nostro paese costituisce meno del 3,5% delle spese sanitarie totali rispetto al 15% degli altri paesi europei.
Alla carenza di personale e risorse va aggiunta anche una maggiore propensione a trattare certe problematiche attraverso approcci farmacologici. Nei Dsm tra le prestazioni erogate il 31,2% degli interventi è rappresentato da attività infermieristica al domicilio e nel territorio, il 24,1% da attività psichiatrica, il 15,6% da attività di riabilitazione e risocializzazione territoriale.

Tra le prestazioni erogate gli interventi più utilizzati sono le visite psichiatriche (22,4%), la somministrazione di farmaci (21,9%) e i colloqui (15,9%).

Anche questo rappresenta un’anomalia, non solo in Calabria ma in tutta Italia: depressioni, gravi fobie, disturbi ossessivo-compulsivi, disturbi psicotici, vengono trattati, prevalentemente, attraverso terapie farmacologiche e visite psichiatriche. Imposte, in molti casi, senza possibilità di scelta. La psicoterapia e l’intervento psicologico rappresentano solo il 6,5% delle attività.

EPPURE L’ALTERNATIVA ESISTE

Ma, per curare questi disturbi, solo i farmaci non bastano.

L’efficacia e l’efficienza degli interventi psicologici e psicoterapici è ampiamente dimostrata, con effetti significativi e duraturi per un’ampia gamma di patologie, in genere equiparabili o superiori a quelli dei farmaci. Come riportato dallo studio condotto già nel 2013 dall’American Psychological Association (APA).

Con questo argomento non si vuole certo negare l’importanza degli interventi farmacologici in particolari forme di disturbo mentale e la loro necessità in certe situazioni; si vuole solo evidenziare che un approccio prevalentemente farmacologico difficilmente può rispondere da solo alla complessità ed eterogeneità delle principali psicopatologie sopra menzionate.

Nella maggior parte dei quadri patologici, la psicoterapia, o una integrazione tra psicoterapia e intervento farmacologico può essere la scelta più adeguata.

Nella stessa direzione si muove anche il Piano d’Azione per la Salute Mentale 2013-2020 promosso dall’Oms, che sottolinea l’importanza di offrire alle persone e alle famiglie la possibilità di scelta del trattamento e delle terapie. Argomento, questo, che sarà approfondito nei prossimi articoli.

Dai numeri rilevati in Calabria, si evidenzia, inoltre, che la maggioranza delle diagnosi dei pazienti seguiti dai Dsm risultano “in attesa di definizione” e ciò ne impedisce il tempestivo riconoscimento del disturbo e il suo trattamento. A tal riguardo è doveroso sottolineare come in quest’area sembrerebbero rientrare tutte quelle situazioni subcliniche in cui proprio l’intervento dello psicologo potrebbe rivelarsi efficace, come suggerito dall’Ordine degli Psicologi della Liguria (Report “Il benessere psicologico nella popolazione Ligure”).

LE POTENZIALITÀ DELLA RETE DI ASSISTENZA

In Calabria i Dipartimenti di salute mentale dimostrano di dover gestire un numero davvero elevato di pazienti, superiore, in proporzione, a quello di regioni ben più popolate della nostra. Nonostante le evidenti difficoltà e il precario stato di salute della Sanità della nostra regione, l’assistenza territoriale rappresenta uno dei punti di riferimento principali per le persone con disagi psichici.

Questo dimostra quanto sia essenziale attuare dei programmi di intervento che tutelino la crescente richiesta di aiuto da parte dei calabresi.

L’incidenza sempre maggiore dei disturbi mentali nella nostra regione rappresenta una nuova sfida per la Sanità calabrese.

Ancora di più se teniamo in conto il fatto, che rispetto ad altre comunità, la Calabria vive da tempo una prolungata esposizione a numerosi fattori di rischio per la salute psicologica, come la povertà, la disoccupazione e un generale svantaggio sociale.

Come ci ricorda lo psicologo Bronfenbrenner, noto per i suoi studi sull’influenza dell’ambiente sociale nello sviluppo degli esseri umani, la vita di ogni individuo è strettamente interconnessa a quella del proprio nucleo familiare, della comunità e del territorio che lo circonda; se determinate circostanze colpiscono violentemente un membro della famiglia, come un problema di salute fisica e un disturbo psicologico, inevitabilmente avranno ripercussioni sugli altri familiari. Questo, di conseguenza, potrebbe creare una spirale di sofferenze in grado di minare le basi dell’intera società.

Ecco perché diventa prioritario fornire un supporto che assicuri non solo di rispondere ai bisogni delle persone con specifici disagi psichici, ma più in generale che salvaguardi e promuova il benessere psicologico di tutta la comunità.  Se la comunità è solida lo è anche la persona e viceversa. Un po’ come le radici di una grande quercia, così forti e ben salde al terreno da non farla cadere. (www.vittorioporpiglia.it)

*Psicologo-Psicoterapeuta, Specialista in Psicoterapia Breve Strategica

http://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_2_1.jsp?lingua=italiano&id=2841