Salvini 'tende la mano' a Falcomatà: "Legge Severino è sbagliata"

'Passa pa casa Salvini', aveva affermato Falcomatà il giorno della rielezione. Il leader della Lega 'risponde' con un assist involontario

La Legge Severino riesce nell’impresa di avvicinare esponenti politici non esattamente dalle stesse idee. E’ il caso di Giuseppe Falcomatà e Matteo Salvini

Il primo, all’indomani della sentenza di condanna e sospensione da sindaco di Reggio Calabria, aveva criticato apertamente la Legge Severino.

“La palese incostituzionalità di questa legge è riscontrata dai magistrati stessi. C’è la consapevolezza che non si possa bloccare un’intera amministrazione comunale con una sospensione che avviene in primo grado di giudizio. Abbiamo già preparato il ricorso contro la sospensione, alla stregua di quanto hanno già fatto il presidente della Regione Campania De Luca, l’ex sindaco di Napoli De Magistris e l’attuale sindaco di Catania Salvo Pugliese”, le parole di Falcomatà.

Riavvolgendo il nastro alle scorse elezioni comunali reggine, il sindaco oggi sospeso aveva esultato dopo la vittoria al ballottaggio nei confronti di Nino Minicuci ‘salutando’ con ironia Salvini: ‘passa pa casa’ il messaggio inviato al leader della Lega prima del brindisi davanti ai suoi elettori.

Salvini dal canto suo, seppur in modo involontario, ha teso la mano a Falcomatà.

“La legge Severino è sbagliata. Se in Italia sei colpevole dopo tre gradi di giudizio non si capisce perche’ per gli amministratori la colpevolezza debba essere anticipata al primo grado. Fare decadere un amministratore pubblico senza una condanna definitiva mi sembra eccessivamente punitivo”, aveva affermato Salvini, da Catania, esprimendo vicinanza al sindaco Salvo Pogliese, reintegrato dopo una iniziale sospensione a seguito della condanna in primo grado nel processo sulle cosiddette ‘spese pazze’ all’Ars. Da due settimane però Pogliese è nuovamente sospeso, complice il decreto prefettizio originario di sospensione che ha ripreso efficacia.

La tanto discussa Legge Severino intanto si avvicina al bivio. Il prossimo 15 febbraio infatti la Corte Costituzionale si pronuncerà sull’ammissibilità di otto referendum: i sei referendum sulla giustizia e quelli su eutanasia attiva e cannabis legale.

In particolare, il quarto referendum sulla giustizia chiede di abolire la legge Severino nella parte in cui prevede la sanzione accessoria dell’incandidabilità e del divieto di ricoprire cariche elettive e di governo dopo una condanna definitiva. Lega e Radicali vogliono superare gli automatismi della legge e lasciare ai giudici la libertà di decidere caso per caso se applicare o no l’interdizione dai pubblici uffici.

In caso di ammissibilità si potrebbe andare a votare in primavera, a quel punto la Legge Severino sarebbe a un solo step da possibili modifiche. Spettatori più che interessati della vicenda i (tanti) amministratori sospesi a causa della Legge Severino, tra questi Giuseppe Falcomatà.

Giorni delicati per il sindaco sospeso, atteso anche dalla sentenza in merito al ricorso presentato presso il Tribunale di Reggio Calabria. Come già riportato su queste pagine, le ragioni esposte dai legali di Falcomatà si basano anche sui mancati chiarimenti presenti all’interno delle motivazioni (che saranno pubblicate dal Tribunale entro marzo) e al vago riferiment0 ‘al capo A’ del dispositivo che non permetterebbe di comprendere nel dettaglio i riferimenti che giustificano la condanna.

Allo stesso tempo, il ricorso presentato fa riferimento anche alle intenzioni di parte delle forze politiche, a livello nazionale, di riformare la Legge Severino rimandando l’eventuale sospensione soltanto in caso di condanna definitiva. Sono due i ricorsi diversi presentati dai legali di Falcomatà, con uno incentrato più sul merito del giudizio e l’altro su questioni giuridiche e la decisione della Prefettura di sospendere il primo cittadino.