Caos Sanità, Azzarà: 'Qui non ci si può salvare, rapporti istituzionali vergognosi' - VIDEO

Nuccio Azzarà non le manda a dire. La fotografia impietosa e vergognosa del sindacalista reggino, recentemente intervistato anche da Giletti e dalle Iene'

Nuccio Azzarà non è uno che le manda a dire. Chiaro, concreto, e spesso fuori dal coro, il segretario della Uil reggina, non ama nascondere le pecche della sanità di casa nostra, per la risoluzione delle quali porta avanti una battaglia decennale.

“Bisogna dire a chiare lettere che noi, in atto, non siamo nelle condizioni di fronteggiare la seconda onda d’urto del virus, e auguriamoci che non peggiori questa situazione. Ci sono i numeri che lo dicono. Mentre in Lombardia hanno due mila posti di terapia intensiva, in Calabria contiamo 113 posti. Le politiche messe in atto fino ad oggi hanno portato allo sfascio. Oggi non ci sono strutture organizzative e uomini in grado di fronteggiare la situazione. E la dobbiamo anche smettere di pensare che il personale infermieristico, medico, tecnico, gli Oss sono degli eroi. La situazione è drammatica. Il personale è veramente stremato. Non è nelle condizioni perché vive nella paura e in condizioni di stress emotivo. Il contagio è qualcosa di pauroso anche per chi lavora dentro l’ospedale”.

SANITA’ IN CALABRIA, SITUAZIONE DISASTROSA

E ai microfoni di CityNow, non si smentisce. Soprattutto quando deve riconoscere che la dichiarazione della Calabria quale “zona rossa” della prima ora non è una misura sproporzionata:

“Dividersi su questo punto è sciocco. È un dato di fatto, che scaturisce dalla situazione effettiva sul tappeto. C’è una situazione disastrosa sanitaria che solo questa ci tinge di rosso, ma rosso di vergogna. Quel colore è il minimo indispensabile per poter fronteggiare la situazione attuale. La consapevolezza sta maturando nei cittadini, i quali alla luce di queste vergogne stanno trasformando la loro rabbia in qualcosa che potrebbe riguardare l’ordine pubblico. Le manifestazioni di questi giorni lo dimostrano”.

‘QUA NON CI SI PUO’ SALVARE’: LA FOTOGRAFIA IMPIETOSA DELLA SANITA’ IN CALABRIA

L’istantanea che offre Nuccio Azzarà è un pugno nello stomaco, anche per i più convinti assertori della “zona gialla”:

“Il Gom è la realtà sanitaria che funziona meglio sul territorio provinciale. In questo momento all’interno dell’azienda ospedaliera ci ritroviamo una capacità di assorbire la patologia individuata in 40 posti letto che è stata subissata dal numero di ricoveri. In atto ci sono 100 persone ricoverate e la palazzina dedicata al covid è fuori ogni controllo. Abbiamo pazienti ricoverati in barella e nei corridoi. Abbiamo 25 persone ricoverate dentro Malattie infettive. Ma la cosa peggiore è che le prestazioni sanitarie sono sospese. Si stanno realizzando di già accorpamenti tra reparti. Praticamente si ricovera per un intervento solo in caso di urgenza”.

Il battagliero segretario della Uil è anche persona d’esperienza, e non crede al potere salvifico delle sole risorse sempre annunciate e coniugate al futuro:

“Le cose che mancano all’appello sono il personale e le risorse anche dal punto di vista tecnologico. Mi domando, quando si attiveranno i 12 posti letto di terapia intensiva, con quali medici, anestesisti, infermieri saranno gestiti?”

LO SFORZO ‘FAI DA TE’ DEL GOM

Azzarà riconosce lo sforzo del personale, che ringrazia e sostiene, ma sottolinea anche i limiti dell’azione del Commissario Iole Fantozzi che la settimana scorsa ha approvato una delibera che dà atto delle attività poste in essere dall’azienda ospedaliera, ipotizzando anche tre scenari di intervento a seconda dell’aggravarsi della pandemia:

“Al Gom si sta cercando di fare il possibile, ma siamo sempre al bricolage, al fai da te. Siamo sempre a qualcosa che non attiene a quello che dovrebbe essere fatto e quello che scientificamente è necessario. L’azienda ospedaliera però non può proprio prevedere delle misure atte a fronteggiare la situazione. È encomiabile, ma quando si prevedono tre scenari e siamo già al terzo, si capisce bene che la situazione è quella che è. In altre parole, quando si dice che tutto ciò che è stato predisposto al Gom è stato già abbondantemente superato”.

Azzarà, in particolare si riferisce al fatto che la palazzina Covid, che prevedeva 40 posti letto, ora ne conta 100, senza dimenticare che tutti i posti di malattie infettive sono occupati, e la terapia intensiva è sotto stress.

RAPPORTI VERGOGNOSI

“Qua non ci si può salvare” sbotta, mostrando un’espressione grave. La catena delle responsabilità è lunga, e Azzarà non si esime dal sottolineare l’attuale qualità dei rapporti – “è una cosa vergognosa”, dice – tra l’azienda ospedaliera e l’azienda sanitaria:

“Ci dovrebbe essere collaborazione precisa tra Gom e Asp e invece c’è un corto circuito”.

Azzarà invoca l’intervento del prefetto o del sindaco per mettere fine a quello che definisce “divorzio amministrativo istituzionale” tra le aziende sanitarie:

“L’Asp non collabora e non mette a disposizione i posti necessari per sgravare i posti meno importanti all’interno dell’azienda ospedaliera. Un atteggiamento di ostracismo, chiusura e blocco, e di spocchia vera e propria sulla pelle delle persone. L’Asp deve essere costretta a fare il proprio ruolo. I quaranta posti a Gioia Tauro devono essere messi a disposizione immediatamente altrimenti rischiamo l’ecatombe”.

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