Programmazione Europea, cambia il modo di valutazione: sarà sugli obiettivi e non sulla spesa

La presidente Santelli avverte: ‘Occorre immaginare una nuova governance e dare un’anima ai progetti’

Altro tema molto delicato, affrontato dalla Presidente Jole Santelli, nel discorso sulle linee programmatiche del suo governo, è quello della programmazione Europea, e della programmazione italiana di fondi europei.

“Siamo davanti a una nuova sfida che non sarà sulla spesa. La Commissione Europea non ci giudicherà più sulla spesa, ci valuterà, e io dico finalmente, per il raggiungimento degli obiettivi. Perché dico finalmente? Perché al momento. Se guardiamo tutti i programmi, la programmazione, diventano una sorta di elenco della spesa ma è senz’anima è un servizio tecnico e io credo che in questo una grande responsabilità ce l’abbia proprio l’Europa, l’impostazione che l’Europa ha dato, frenata ulteriormente dalle catene che ha aggiunto la direzione italiana, che dovrebbe fare di tutto per accelerare la spesa dei fondi e invece aggiunge ulteriori vincoli e catene”.

Al 31 dicembre 2019 questo è l’ultimo monitoraggio ufficiale a fronte di una dotazione di Por di 2,3 miliardi di euro le attività avviate erano 2 miliardi, la spesa certificata 634 milioni. Oggi la spesa certificata di aggiunta di questo anno dovrebbe arrivare a 235 milioni.

“Non siamo in grado di dare ovviamente dei dati reali di monitoraggio, ci saranno i report a luglio e poi dicembre, però si è innestato in questo, un discorso diverso che sono gli allentamenti che la Commissione Europea ha accordato, anche su richiesta del Governo italiano, sia sullo spostamento degli assi, sia sul divieto di aiuti alle imprese, agli aiuti di Stato. Sulla base di questi allentamenti dobbiamo vedere l’impatto che la vicenda Covid possa avere sulla risalita, anche come acceleratore sulla spesa. Speriamo riesca ad averla”.

Però quello che secondo la Presidente è determinante in termini politico-programmatici e che bisogna immaginare una nuova governance dei fondi europei, che sia fatta da un livello politico quindi programmazione, gli assessori, una commissione tecnica con i direttori generali, e poi soprattutto un partenariato:

“Alla base deve esserci un sostanziale partenariato istituzionale sociale ed economico, affinché possano andare avanti. Cioè dobbiamo affrontare una nuova sfida e, ripeto, è ineluttabile, perché d’ora in poi sarà la Commissione Europea a valutarci secondo altri standard. Quindi è una sfida, in questo caso, che non possiamo che raccogliere. Ma è una sfida interessante perché significherà dare un’anima alla progettazione Europea. Io sfido chiunque di voi a leggere gli atti della programmazione e a riuscire a dargli una gerarchia di scelta: è impossibile, perché manca l’anima. Altri paesi hanno fatto molto meglio di noi. Copiamo dagli altri”.