Calabria, le Sardine si riuniscono: 'Più diritti e riforme'

Lavoro, diritto allo studio, ambiente e legge elettorale. Ecco cosa chiedono le Sardine calabresi al governo

E’ stata un’assemblea partecipata e vivace quella di ieri sera. Ci siamo trovati all’Università della Calabria. Ringraziamo i movimenti,  i comitati e le persone che sono intervenute durante l’assemblea animate dalla comune volontà di contribuire alla costruzione di una proposta politica nuova e sicuramente differente da quella che si è vista alle scorse elezioni regionali. E’ stata una platea eterogenea quella in sala, che ha fatto incontrare e dialogare generazioni diverse.

Abbiamo parlato della questione sociale che è frutto dell’attuale sistema economico neoliberista, del voto calabrese, di Sud, lavoro, diritto allo studio, ambiente e legge elettorale per dettare un’agenda politica precisa a chi siede ora nel Consiglio Regionale.

In questa fase non c’è la volontà di costituirsi come soggetto politico, ma di rintuzzare e incalzare chi detiene il potere politico rispetto a quelli che sono i problemi reali e le richieste dei cittadini.

VOTO CALABRESE

Hanno vinto due partiti: il partito dell’astensione e il partito della clientela. E’ stata rispettata la legge non scritta dell’alternanza centrodestra/centrosinistra alla guida della giunta regionale, ma di fatto la Regione resta in mano agli stessi che la governano da decenni e difendono gli stessi interessi di classe. L’opposizione sembra poco incisiva e ancora poco rappresentativa dalle istanze che provengono dalla società civile, per cui è necessario un processo di aggregazione e forte opposizione dal di fuori.

DIRITTO ALLO STUDIO

Se vogliamo affrontare seriamente e risolvere l’emergenza migrazione in Calabria, che porta ogni anno soprattutto molti giovani a partire e cercare fortuna al Nord o all’Estero, dobbiamo partire dal diritto a un lavoro dignitoso e dal diritto allo studio. Le responsabilità del diritto allo studio negato nella nostra regione sono parimenti di classe politica nazionale e classe politica locale, essendo l’istruzione materia concorrente di Stato e Regione.

Al governo nazionale chiediamo una legge (che aspettiamo da anni) sui Livelli Essenziali di Prestazione per il diritto allo studio, gli studenti calabresi hanno diritto alla stessa borsa di studio di uno studente emiliano. Chiediamo di aumentare la soglia ISEE per accedere alla borsa di studio, aumentando di conseguenza la platea degli studenti che usufruiscono della borsa.

In Italia solo l’11% degli studenti ha diritto alla borsa di studio, in Francia il 40% e nei paesi scandinavi il 70%. L’Italia deve investire di più in diritto allo studio, attualmente investe circa lo 0,01% del Pil. Inoltre, non distribuisce le sue risorse secondo il principio del bisogno, privilegiando anzi le regioni più ricche.

Alla Regione Calabria chiediamo una legge regionale sul diritto allo studio coraggiosa che elimini una volta per tutte la figura dell’idoneo non beneficiario, affronti il tema della carenza di posti letto per gli studenti fuorisede e internazionali con un’operazione di recupero e riconversione del patrimonio pubblico dismesso e degli immobili inutilizzati, che renda gratuito per gli studenti e le studentesse il trasporto pubblico locale e regionale come succede in Toscana e in gran parte dei paesi europei. Solo così ci avvicineremo a realizzare l’Art.3 della Costituzione: rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale all’eguaglianza dei cittadini e al pieno sviluppo della persona umana.

SUD

Viviamo in una regione che ha un grande bisogno di infrastrutture. Abbiamo un sistema sanitario che non garantisce il diritto alla salute dei cittadini e una corruzione dilagante. Siamo molto preoccupati sulla svolta autonomistica di alcune regioni italiane e guardiamo con molta attenzione a come si svilupperà la nuova proposta sull’autonomia differenziata. Crediamo che bisogna uscire dalla gabbia del principio della “spesa storica” adottato fin ora, che ha stritolato il welfare calabrese. Tutti i cittadini, dalle Alpi a Lampedusa, hanno diritto ad un welfare di qualità ed ai servizi essenziali. Non accettiamo disparità nella spesa pubblica pro-capite tra sud e nord (Nel 2017 – ci dice l’Eurispes – lo Stato italiano ha speso 15.297 al centro-nord e 11.939 al meridione). Su questa materia saremo vigili e intransigenti.

AMBIENTE

L’emergenza ecologica è una delle emergenze di cui soffre la nostra regione. Pensiamo all’emergenza rifiuti che continua da settimane nella città di Cosenza; pensiamo ai tanti siti inquinati in attesa da anni di bonifica; pensiamo ai nostri mari, il cui inquinamento ha effetti disastrosi sulla nostra economia; pensiamo all’acqua che nonostante un referendum non è ancora pubblica e anzi oggetto di lucro.

Tanti sono sul nostro territorio i comitati e le associazioni che si battono sulla vertenza. come Sardine intendiamo promuovere tutte le iniziative utili a sottrarre ai privati la gestione di questo bene e appoggiando sostenendo privati e associazioni di cittadini  del nostro territorio che vorranno coinvolgerci.

DEMOCRAZIA

L’analisi del voto non può prescindere dall’analisi della legge elettorale regionale. Abbiamo un consiglio regionale che taglia fuori la rappresentanza di una grande fetta della società civile calabrese. Attualmente ci troviamo un consiglio quasi completamente appiattito sul centro destra. Attualmente abbiamo 30 seggi, di cui 19 alla maggioranza e 10 all’opposizione.

RIFORMA DELLA LEGGE ELETTORALE

A questo proposito vogliamo lanciare una richiesta concreta, nella speranza che gli addetti ai lavori la raccolgano. Chiediamo una riforma della legge elettorale che tenga conto di 3 aspetti:

1.      Le soglie di sbarramento attuali, all’8% per le coalizioni e al 4% per le singole liste, sono troppo alte, e lasciano fuori una grande fetta di rappresentanza, le soglie vanno riviste;

2.      la doppia preferenza di genere. Si tratta di un meccanismo che esprime un’azione positiva per rimuovere gli ostacoli alla piena affermazione della rappresentanza di genere nelle istituzioni. Obiettare che che debba essere il merito o le competenze a determinare la competizione politica, in una regione come la nostra, dove il mercato politico e le clientele si sono sempre dimostrate indifferenti al merito, questa obiezione risulta ridicola. Questa misura è necessaria.

3.      Il voto disgiunto: questo meccanismo consentirebbe di slegare il voto clientelare alla scelta del candidato governatore, e in qualche modo indebolire il peso delle clientele.

L’assemblea si è conclusa con l’impegno di tutti i presenti affinché la discussione appena aperta sui temi succitati possa essere allargata a diverse altre tematiche che oggi più che mai ci vengono proposte come urgenti dai cittadini calabresi. I partecipanti hanno sottolineato l’indispensabilità di coinvolgere nell’approfondimento dei temi all’ordine del giorno sia altre associazioni, gruppi e rappresentanze professionali sia tutti quei cittadini che vogliono partecipare ad una riappropriazione degli spazi decisionali finora sempre più costretti in spazi angusti ed infrequentabili della cattiva politica.