Scilla, l'imprenditore Pietro Macrì attende la sentenza del Tar: 'Chiedo solo di poter lavorare'

Nel mese di aprile Pietro Macrì si era incatenato davanti alla sua attività, iniziando al contempo uno sciopero della fame. Domani attesa la sentenza

Domani, mercoledi 26 maggio, è attesa la sentenza del Tar in relazione al caso del locale ‘Mana Pub’ di Scilla, dell’imprenditore Pietro Macrì. Nel mese di aprile l’imprenditore si era incatenato davanti alla sua attività, iniziando al contempo uno sciopero della fame. 

Motivo della protesta la variazione del piano spiaggia dell’amministrazione di Scilla che di fatto cancella con un colpo di spugna la posa di tavolini e sedie sulla spiaggia dell’attività di Macrì.

“Io non combatto contro nessuno, voglio solo capire i motivi di quanto accaduto. Al danno gigantesco derivato dalla pandemia subisco anche la beffa dalla politica locale.

Chiedo solo mi venga data la possibilità di lavorare e aprire la mia attività, con un pizzico di buona volontà credo si possa risolvere tutto”, aveva dichiarato Macrì ai microfoni di CityNow.

Accompagnato dal Sindaco di Scilla, Pasqualino Ciccone, Macrì lo scorso 8 aprile aveva incontrato il Prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani. Al termine dell’incontro, la decisione di sospendere lo sciopero della fame.

“Ringrazio fortemente Sua Eccellenza che in qualità di primaria figura rappresentativa delle Istituzioni della Provincia, ha accettato di ascoltare “le mie ragioni” cosa mai avvenuta durante l’iter della costituzione del piano spiaggia da parte degli incaricati dello Stato.

Attenderò quindi , anche se con molta apprensione l’esito della sentenza del TAR, rimandando eventualmente a dopo qualsiasi forma di protesta a tutela dei miei diritti”.

Si spera in un esito positivo della sentenza che offra la possibilità all’imprenditore di poter tornare a lavorare come fatto gli anni scorsi.