Piano Spiaggia di Scilla, il sindaco Ciccone: 'Senza anima e senza cuore'

Il sindaco di Scilla, Pasqualino Ciccone, non nasconde la preoccupazione per le ripercussioni turistiche derivanti dal nuovo Piano Spiaggia

Il Piano spiaggia di Scilla non convince proprio nessuno. Dagli operatori della rinomata movida della perla tirrenica alla politica la protesta è unanime. Anche perché in questo caso la politica c’entra poco, visto che il Piano è stato confezionato dai Commissari che hanno governato Scilla fino alla rielezione di Pasqualino Ciccone, che intende sottolinearlo:

“Questa amministrazione comunale non ha niente a che vedere con il Piano spiaggia, ma ha l’obbligo di far rispettare la legge. C’è un però. Perché ora le istituzioni competenti dovrebbero andare a verificare se l’istruttoria e le cose che sono state realizzate nel Piano Spiaggia sono tutte in regola.

Ovviamente con l’autorizzazione della Città Metropolitana e della Regione dovrebbe essere così, ma questa eclatante protesta di Macrì potrebbe essere l’occasione per verificare che tutti i passaggi siano stati fatti nel modo giusto”.


Il sindaco insomma, nel rispetto del ruolo istituzionale che ricopre, sta dalla parte di chi è stato danneggiato dal nuovo Piano spiaggia, sul quale non vorrebbe entrare nel merito: “La mia posizione è di natura politica, per gli investimenti e per il progresso del mio paese. In questo momento faccio il sindaco e devo far rispettare il Piano, ma probabilmente questo avrà delle conseguenze sotto l’aspetto turistico per tutto il paese”.

 

Ciccone, ospite assieme a Pietro Macrì, Francesca Scarano e Giovanni Scarano (gli imprenditori che protestano per le limitazioni del nuovo Piano Spiaggia) della trasmissione ‘Live Break’ di CityNow,  esprime dunque solidarietà a tutti gli operatori che hanno subito, e subiranno i danni delle scelte commissariali, ma invita al contempo a rispettare i tempi della giustizia.

“In questo momento dobbiamo aspettare la sentenza del Tar: gli imprenditori hanno detto tutto quello che non va nel Piano spiaggia e solo dopo la pronuncia del Tribunale se si vince, si può tornare indietro e lì la politica può dire la sua”.

Ma come lo reputa Ciccone questo Piano spiaggia? Il sindaco vorrebbe glissare sulla domanda, ma alla fine lo definisce un Piano “senza anima e senza cuore” che non guarda con grande attenzione allo sviluppo di Scilla, confezionato da persone che non vivevano la realtà e che non pensavano al futuro del paese.

“Per loro era solo un fatto tecnico, bisognava farlo e in poco tempo. Ma in questo modo, se uno non guarda a fondo il tessuto sociale e quelle che sono le esigenze del territorio, che sono di uno sviluppo collettivo e non di fatti personali, tutte le cose che si fanno diventano facili, dal Piano Spiaggia al Piano regolatore”.

Poi Ciccone scende nel particolare esprimendo le sue perplessità e sostenendo che se tavolini e sedie non possono stare sulle pedane in spiaggia, è una incongruenza dare la possibilità di autorizzarle in assenza del Piano spiaggia: insomma, se non ci vanno, non dovrebbero andarci mai.

Per Ciccone quanto subito da Macrì (e gli altri imprenditori coinvolti nelle stesse problematiche) può rappresentare l’occasione per aprire una riflessione più ampia su quello che è stato, su quello che poteva essere e su quello che sarà il futuro della città di Scilla.