Scudo penale, obbligatorietà dei vaccini e ritorno alla normalità: il punto con il dott. Veneziano

Il Presidente dell'Ordine dei Medici di Reggio Calabria commenta le recenti novità inserite nell'ultimo Decreto varato dal Governo Draghi

La pandemia ha portato a galla numerosi falle nel “sistema Italia”. Partendo dalla sanità, passando per la pubblica amministrazione, la giustizia, i privati, l’onda del Covid ha messo in subbuglio un ordinamento già in precario equilibrio. Per questo motivo non stupisce il ritorno sulla scena dello scudo penale. L’emergenza epidemiologica non ha fatto altro che acutizzare il già grave problema della protezione dei sanitari che, dallo scorso febbraio, si trovano in prima linea in una battaglia di cui ancora non si conoscono bene i risvolti.

Lo scudo penale per i vaccinatori

Quella che doveva essere una bella notizia si è trasformata, invece, in una sorta di premio di consolazione per una piccola categoria di operatori sanitari. Come si fa a gestire e definire le azioni di responsabilità in tempi di Covid? Le linee guide e le buone pratiche che, secondo la legge Gelli, sono il parametro per valutare la condotta possono essere adottate anche in situazioni di crisi come quella in cui il mondo si trova al momento attuale?

Il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri del 31 marzo ha stabilito:

“di escludere la responsabilità penale del personale medico e sanitario incaricato della somministrazione del vaccino anti SARS-CoV-2, per i delitti di omicidio colposo e di lesioni personali colpose commessi nel periodo emergenziale, allorché le vaccinazioni siano effettuate in conformità alle indicazioni contenute nel provvedimento di autorizzazione all’immissione in commercio e alle circolari pubblicate sul sito istituzionale del Ministero della salute relative;
introduce disposizioni volte ad assicurare l’assolvimento dell’obbligo vaccinale da parte del personale medico e sanitario, prevedendo una dettagliata procedura per la sua operatività e adeguate misure in caso di inottemperanza (assegnazione a diverse mansioni ovvero sospensione della retribuzione)”.

La replica dell’ordine dei medici di Reggio Calabria

A tal proposito si è espresso il presidente dell’ordine dei medici di Reggio Calabria. Il dott. Veneziano, ai microfoni di CityNow, ha detto:

“Con il decreto si preserva da eventuale denuncia per omicidio colposo i vaccinatori, ma si tratta di un’arma a doppio taglio”.

Sulla scia di quanto affermato anche da Anelli, il Presidente nazionale, Veneziano ha aggiunto:

“Speravamo, invece, che lo scudo riguardasse i medici che avevano curato i pazienti, in considerazione del fatto di essersi trovati di fronte ad una malattia nuova e sconosciuta. Invece è limitato ai vaccinatori. Questo cosa significa? Che è dovuto ai medici o al personale?”.

Per esprimere meglio in concetto, il dottore reggino ha fatto un esempio pratico: se dovesse capitare qualcosa in farmacia, chi ha effettuato il vaccino verrebbe considerato dato che non è un medico? È da chiarire se, chi si occuperà della somministrazione e non è medico, sarà protetto dallo scudo. Ci sono una serie di fattori da considerare”.

Il nuovo decreto Covid approvato dal Governo Draghi parla però anche di obbligatorietà al vaccino da parte del personale medico e sanitario e, su questo punto, Veneziano non ha dubbi:

“Sono assolutamente d’accordo, per garanzia nei confronti dei pazienti e per garanzia personale, l’aver inserito l’obbligo è un passo davvero importante. Da approfondire, invece, il discorso della sospensione, giusta per chi si rifiuta. La grandissima parte dei medici di Reggio Calabria è stata vaccinata, chi non lo ha fatto era in pensione o aveva problemi di salute”.

E sul ritorno alla normalità, il Presidente dell’Ordine dei medici ha detto:

“Non lo so sinceramente, è come giocare alla roulette. Il problema principale è legato al vaccinare i due terzi della popolazione, superato quello saremo a buon punto. Aspetto importante, capire quanto dura l’immunizzazione. Se fosse di breve durata, questo vorrebbe dire a ottobre/novembre vaccinare di nuovo chi lo è stato a gennaio scorso. Sarà importante fare controlli sierologici al personale sanitario e capire quanto dura l’immunizzazione, cosi da prevenire il problema prima che esploda”.