Gazebo a Reggio, '2-1' per il Comune: il Tar conferma la rimozione

Solamente uno dei tre ricorsi presentati ha ricevuto (per ora) la sospensiva. Le altre due attività dovranno adeguarsi alle disposizioni

I dehors continuano a dividere la comunità reggina. E mentre tra istituzioni ed associazioni di categoria le relazioni sembrano farsi più distese, arriva la sentenza del Tar che dà ragione, solo in parte agli imprenditori di Reggio Calabria. Per usare una metafora calcistica, potremmo dire che il Comune, questa volta, porta a casa un 2-1.

Gazebo a Reggio Calabria: arriva la sentenza del Tar

Le strutture che caratterizzano, da tempo, l’esterno di diversi locali del Corso Garibaldi, sono finiti al centro di una turbolenta discussione che vede fronteggiarsi amministrazione e commercianti. Da una parte il regolamento del 2017 che deve essere attuato e, a questo punto, non può più attendere, dall’altra le esigenze di chi nei dehors ha investito ingenti somme, munendosi di autorizzazione da parte del Comune e, dunque, difficilmente farà un passo indietro per omologarsi a chi, invece, in regola non è.

A mettere un punto e virgola alla questione ci ha pensato il Tar con la sentenza odierna che dà ragione ad un imprenditore su tre. Alcune attività, infatti, in seguito al decreto di sgombero dei gazebo, hanno scelto di ricorrere al Tribunale.

Per l’attività Cbox se ne discuterà nel merito in autunno, per il momento il Tar ha disposto una sospensiva rispetto al provvedimento di rimozione del gazebo. La questione sarà riaperta probabilmente a novembre, mentre il locale potrà continuare a godere del proprio gazebo – uno dei pochi rimasti intatti sulla via principale di Reggio Calabria-. Nulla da fare, invece, per Cordon Bleu ed Etto che dovranno armarsi di buona volontà e adeguarsi alle altre attività disponendo lungo la pubblica strada solamente sedie e tavolini.

Secondo quanto raccolto da CityNow, l’amministrazione, vista la decisione del Tar sul gazebo Cbox non esclude di ritirare il provvedimento, consapevole della presenza di alcune criticità, riservandosi la possibilità di ripresentarlo.

Rimane ferma, quindi, l’esigenza di mettere ordine nel centro città secondo quella che è anche la visione della Soprintendenza, fatta di arredamenti minimal e soluzioni che abbiano l’impatto meno invasivo possibile.

Ricordiamo, inoltre, che i provvedimenti che in questo momento interessano il Corso Garibaldi, in futuro, potrebbero essere estesi anche ad altre zone della città, a partire dal Lungomare Falcomatà.