Spirlì ricorda Jole Santelli: 'Si resta eterni nel cuore di chi ama'

"Non finirò mai di esserti devoto per avermi voluto al Tuo fianco nel tratto più difficile del sentiero". Il ricordo dell'ex presidente f.f. della Regione Calabria

È sempre difficile scendere a patti con la mancanza di chi ci ha lasciato, ancor di più quanto una scomparsa è avvenuta in fretta e troppo prematuramente. E così Nino Spirlì, che per circa un anno ha guidato la Regione Calabria, non smette di ricordare colei che gli ha lasciato il timone di una nave non facile da pilotare.

Jole Santelli, la prima presidente donna della storia calabrese, continua a vivere, a distanza di anni, nei ricordi di chi l’ha amata e apprezzata ed ha intenzione di trasmettere il suo carisma alle generazioni future.

Il ricordo di Nino Spirlì dell’amica Jole Santelli

In un lungo ed appassionato post su Facebook, l’ex presidente facente funzioni ha scritto:

“Temevi che mi sarei, prima o poi, dimenticato di te? E, invece, vedi, non c’è giorno, in questa casa, che io non ti consegni una preghiera, un pensiero, un sorriso, un abbraccio. (Ma si, in fondo lo sapevi…)

Sei in ogni stanza della casa, in foto, su tela, perfino sui francobolli dello Stato. Ma, soprattutto, vivi nell’aria che respiro! Nei colori della luce e della luce, nei profumi delle rose e dei garofani del terrazzo, nell’Anima propria dei luoghi devoti. Se anche sei partita, qui sei arrivata ancora, e di più! Non finirò mai di ringraziarti per quelle meravigliose mille e mille giornate, per oltre vent’anni, che ci siamo dedicati, fra coccole e baruffe, da Fratelli che si sono scelti.

Non finirò mai di esserti devoto per avermi voluto al Tuo fianco nel tratto più difficile del sentiero. Fianco a fianco, a dispetto di quello che “altri” e ” altro” avrebbero desiderato. Anche lì, abbiamo combattuto le ombre del male; che non è letteratura, ma reale essenza della notte dell’Uomo. Sì, sei ancora e per sempre qui, Joletta. Tu non parti e io non ti faccio andare, pur chinando il capo dinnanzi al volere Supremo.

Osservo a distanza, molta distanza, l’oblio di molti: non lo sapevamo, forse? Si resta eterni nel cuore di chi Ama, non di chi brama. Ma a Noi, a Te e me, va benissimo così! Avremmo tempo per trasportare zavorre? Invece, leggeri di pesi che non abbiamo creato, né accolto, ci accompagniamo in questa infinita passeggiata. La Tua, già luminosa; la mia, con le sue stanchezze terrene…

Sai cosa? Sono ogni giorno collegato alla tv che trasmette la Messa dal duomo di Cosenza: guardo la sacra effigie della Madonna al centro della Chiesa… Jole, Le somigli! Il Suo volto e il Tuo hanno qualcosa di familiare. Sorridi? Dai, su, che Ti inorgoglisce questa piccola “follia” del solito Ninuzzo (così ero e sono ancora, vero?) E, in ogni caso, a me piace così! Ecco: buona domenica, Amichetta mia! Pubblico perché Tu possa entrare in altre case della nostra Gente: quelle che aprono amorevolmente le porte e Ti accolgono come ospite d’onore”.