Reggio, la storia della più antica traversata dello Stretto documentata

Il primo resoconto della traversata dello Stretto, secondo lo storico reggino Filippo Arillotta risale al 1667. Ecco la storia del marinaio Pietro da Oso

Riporto una notizia curiosa in cui mi sono imbattuto qualche tempo fa e alla quale ho dedicata una conferenza tenutasi presso i locali della Lega Navale Italiana, grazie alla ospitalità del suo Presidente Sandro Dattilo; inoltre hanno sponsorizzato l’iniziativa il comitato organizzatore della Traversata dello Stretto, rappresentato dal suo Presidente Mimmo Pellegrino, e l’Associazione Amici del Museo di Reggio Calabria, con tanti soci presenti ed il suo Presidente, Franco Arillotta.

In quella occasione ebbi modo di raccontare quanto da me letto in un giornale spagnolo del 1677, la “La Gazeta Ordinaria de Madrid”, che è l’antenato della attuale Gazzetta Ufficiale Spagnola. Nel suo numero di martedì 14 Settembre 1677 riporta una notizia da Reggio del 10 Agosto dello stesso anno.

In quel periodo si combatteva una guerra fra Francia e Spagna per il possesso di Messina: la città si era ribellata al governo spagnolo e si era offerta ai Francesi di Luigi XIV. Questi, prontamente, mandarono una flotta nella città peloritana e la tennero per ben 4 anni, dal 1674 al 1678. Al di là dei dettagli storici, la Gazzetta riporta, fra le notizie belliche, un episodio strano. Il 10 Agosto, appunto, una pattuglia di soldati spagnoli di stanza a Reggio stava svolgendo il suo servizio sulla spiaggia di Catona, prospiciente, come sappiamo, Messina. E lì trovarono un individuo palesemente affaticato che si rivelò essere un marinaio francese che era scappato da Messina dirigendosi a Reggio… a nuoto.

Il marinaio, di cui ci viene riportato il nome, Pedro de Oso da Nizza, prestava servizio sulla nave San Michele, da cui era sceso contravvenendo all’ordine superiore. Per tale motivo era stato condannato al remo. La pena comminata era severissima (si rischiava la morte); pertanto il povero Pedro non aveva trovato altro mezzo per evitarla che… di buttarsi in mare per attraversare lo Stretto a nuoto, giungendo in piena notte sulla spiaggia di Catona.

Interrogato dal Comandante della piazza, egli racconterà tutto l’accaduto, in un dettagliato resoconto che incuriosì molto gli Spagnoli, che lo riportarono come curiosità; le notizie di tipo militare, invece, non aggiunsero nulla a quanto gli Spagnoli già sapevano.

Riporto qui il racconto, scritto in terza persona da buon rendiconto di interrogatorio:

“La stessa sera, suonate le orazioni, si gettò e, osservata una stella per mantenere la giusta direzione, si mise a nuotare dalla Lanterna di Messina fino al Porto di Reggio, distante otto miglia italiane o due buone miglia spagnole in linea retta; in tre ore compì il suo intento , arrivando a Catona vicino alla città, dove ha trovato la pattuglia comandata quella stessa notte da Don Bernardo Gutierrez. Era quasi moribondo per la fatica e il freddo, e si dovette soccorrerlo prontamente in modo che tornasse in sé”.

“La stranezza dell’evento, continua la cronaca, non stava tanto nella distanza percorsa “otto miglia marine o due spagnole”, quanto nell’essere il marinaio riuscito a vincere “le forti correnti che attraversano quel tratto di mare. “In effetti, dichiarò il marinaio, quelle lo sbattevano da una parte all’altra con poche speranze di superarle. Racconta pure della diversità delle acque, avendone trovate alcune calde, altre molto fredde, altre tiepide, che gli causavano grandi dolori”.

Non sappiamo quale sia stato il destino di Pietro da Oso; ma certamente questo è il primo resoconto di una traversata dello Stretto, e per di più notturna, a nuoto.