Strutture psichiatriche Asp 5, Legacoop: 'La soluzione c'è, ma serve fare in fretta'

La soluzione definitiva, secondo la missiva destinata ai consiglieri regionali, prevede l’approvazione di due emendamenti

“Come già più volte denunciato pubblicamente nel corso di questi anni, la situazione delle strutture psichiatriche residenziali nella provincia di Reggio Calabria si pone oggi davanti l’epilogo che si preannuncia drammatico in un territorio socio economico di particolare debolezza”.

Inizia così la lettera di Legacoop Calabria destinata ai consiglieri regionali.

“Solo uno sforzo congiunto delle forze politiche, indipendentemente da ogni appartenenza, potrà evitare la perdita di quella che è stata un’esperienza significativa, un piccolo esempio di come, anche alle nostre latitudini, possano essere espressi servizi di qualità in un settore così delicato quanto importante della tutela della salute.

Ma non c’è più tempo! Se si vuole ridare dignità ad un servizio rivolto alle fasce deboli ed al contempo si vogliono salvare i 150 posti di lavoro, che nella nostra realtà territoriale rivestono un’importanza particolare. Occorre intervenire immediatamente per la soluzione del problema. E se nella Regione Calabria per tanti e troppi anni è stata colpevolmente dimenticata un’esperienza che ha costituito e nonostante tutto ancora costituisce un “fiore all’occhiello” per l’assistenza psichiatrica non solo nel panorama regionale, è arrivato di certo il momento per ottemperare a quella che è stata una grave mancanza nell’impianto normativo e gestionale della Regione Calabria.

Per tali ragioni Legacoop Calabria, condividendone pienamente con le organizzazioni del Terzo Settore operanti nella residenzialità psichiatrica, gli stessi lavoratori e le forze sindacali, sollecita ed auspica che la proposta di seguito illustrata trovi da parte Vostra la giusta attenzione, per porre fine a questa vergognosa ed umiliante vicenda ed avvii quel percorso tanto proclamato dell’accreditamento, attraverso un’integrazione alla normativa del settore che sostanzialmente deve solo prendere atto dell’esistenza, sin dal 1990, delle strutture psichiatriche in questione.

LA STORIA E LE PROBLEMATICHE EMERSE

Come è noto, attorno il 1990, a seguito di una “battaglia di civiltà” che aveva come punto di riferimento la Caritas di Reggio Calabria, fu chiuso, per primo nella Regione, l’Ospedale Psichiatrico di Reggio Calabria.
Conformemente alla normativa della Regione allora vigente, nel territorio della provincia di Reggio (e solo in tale territorio), sorsero, fra il 1988 ed il 1992, le strutture residenziali, secondo il modello di gestione mista. La direzione ed il servizio sanitario veniva (e viene ancora ad oggi) gestito direttamente dall’azienda sanitaria; alle cooperative fu assegnato, in convenzione, il servizio di riabilitazione ed “alberghiero”.

La situazione nel territorio dell’attuale ASP 5 rimase sostanzialmente invariata per diversi anni.

La legge regionale sull’accreditamento e le linee guida.

Nel 2008 la Regione Calabria attraverso la L.R. 24/2008 emanava le regole per pervenire all’accreditamento delle strutture sanitarie (private) in tutto il territorio della Regione. La Giunta regionale, spinta dalle gravissime emergenze profilatesi all’epoca nel territorio (Ospedale Psichiatrico di Girifalco e Serra D’Aiello), stabiliva altresì (Delibera G.R. 141/2009) le linee guida per l’accreditamento e la gestione delle strutture private, senza impartire direttive riguardo le strutture residenziali psichiatriche a gestione mista già esistenti nella provincia di Reggio Calabria (operative col sistema “misto” pubblico-privato) che furono sostanzialmente dimenticate.

L’avvio del percorso di transito delle strutture psichiatriche nell’asp 5 verso il nuovo regime.

Nell’anno 2012, nelle more della definizione del procedimento che avrebbe dovuto condurre le strutture residenziali psichiatriche preesistenti ed a gestione “mista” verso il nuovo regime di accreditamento in capo alle cooperative, l’ASP di Reggio Calabria sottoscriveva con le cooperative impegnate nel servizio il cosiddetto “Contratto Ponte”. Tuttavia tale accordo, che negli intenti dichiarati negli atti deliberativi dell’ASP avrebbe dovuto avere validità per un tempo molto breve (6 mesi circa) resta ancora in vigore, in quanto il processo di accreditamento in capo alle cooperative non si è ancora completato.
Il blocco dei ricoveri nell’ASP 5.

Nel 2015, con modalità, presupposti e contenuti che appaiono manifestamente contraddittori ed erronei, l’ASP 5 assunse la gravissima decisione di bloccare i ricoveri nelle strutture psichiatriche a gestione mista, in relazione alla circostanza che le stesse venivano ritenute non accreditate; invece lo erano (e lo sono) in quanto strutture pubbliche che la normativa regionale considera “provvisoriamente accreditate” (legge finanziaria Regione Calabria 2009 art. 65 conosciuta come “Legge Loiero”). Cacciandosi in una sorta di labirinto logico, l’ente pubblico bloccava così i ricoveri nelle strutture psichiatriche dell’ASP di Reggio, ove operava personale proprio (medici, infermieri, etc.), in attesa che si completasse il processo di accreditamento in capo alle cooperative che l’ente pubblico medesimo avrebbe dovuto portare a compimento! Questo blocco, tuttora in vigore, ha prodotto e produce gravissime conseguenza sulle famiglie e sugli utenti, costretti ad “emigrare” per fruire altrove (in altre provincie o regioni) dell’assistenza.

Senza contare gli effetti negativi sulle casse dell’ASP 5, che da un lato deve continuare a corrispondere gli stipendi al proprio personale impiegato nella gestione delle strutture miste, dall’altro deve corrispondere ad altre aziende sanitarie la retta (per intero) per gli utenti originariamente residenti nel territorio di competenza (sono più di 100 i pazienti “trasferiti”).

L’ente pubblico stabilisce i termini per l’accreditamento.

Nel 2015 il “Dipartimento Tutela della Salute della Regione” istituì un Tavolo Tecnico, che “fotografando” la situazione esistente nella ASP 5, individuando la necessità di pervenire in tempi brevi al nuovo regime di accreditamento in capo alle cooperative, stabilì come termine ultimo per il completamento del programma il 31/12/2016. L’ASP 5 recepì integralmente il verbale del Tavolo Tecnico con delibera 598/2015. SOSTANZIALMENTE SI STABILI’ UN PERCORSO SPECIFICO PER LE STRUTTURE RESIDENZIALI PSICHIATRICHE PREESISTENTI, STABILENDO COME ESSE (E SOLO ESSE) AVREBBERO DOVUTO TRANSITARE VERSO IL NUOVO REGIME DI ACCREDITAMENTO IN QUESTIONE. Nel 2019, preso atto del ritardo accumulatosi nelle procedure da parte dell’ente pubblico, il Commissario ad Acta (DCA 91/2019) differiva i termini temporali di completamento del programma, confermandone integralmente i contenuti.

Le cooperative operanti presso le strutture preesistenti e solo esse) venivano invitate così a “riconfermare” le proprie istanze entro il 15/07/2019.
Febbraio 2022.

Nel corso di un incontro tenutosi presso il Dipartimento Tutela Salute – presente il sub Commissario Ernesto Esposito, le cooperative, dirigenti del Dipartimento e dell’ASP 5 – si delineavano i percorsi per pervenire all’accreditamento di tutte le strutture preesistenti; alla fine dell’incontro veniva assicurato che le parti sarebbero state riconvocate entro 20 gg per la definizione delle procedure. Tale incontro non ebbe luogo.

Giugno 2022 l’ente pubblico disattende il programma di riconversione prefissato.
Con provvedimenti emanati dal Dipartimento la Regione Calabria disattende in toto il percorso che l’ente medesimo aveva prestabilito. In contrapposizione ai provvedimenti precedentemente assunti viene completamente disatteso il percorso di “conversione” di tutte le strutture preesistenti ed, incredibilmente, per l’assegnazione di un certo numero di posti letto prefissato dalla rete territoriale” viene stilata una graduatoria in ordine cronologico delle istanze pervenute; come si trattasse di una procedura “a sportello” e non, come prestabilito, di un processo di riconversione riservato alle strutture preesistenti. Incredibilmente nella graduatoria vengono inseriti soggetti “esterni” al prestabilito procedimento, cioè strutture nuove, mentre vengono scartate ben 6 strutture preesistenti.

Marzo 2023 la Regione Calabria convoca tutte le cooperative in questione.

In tale incontro, presente il Commissario Straordinario dell’azienda a zero Giuseppe Profiti, fu comunicato che, nel giro di tre mesi, le problematiche si sarebbero risolte con l’ampliamento dei posti letto, pervenendo all’accreditamento contestuale di tutte le strutture preesistenti ed. al contempo, sbloccando i ricoveri. Ad oggi la situazione non solo non si è in alcun modo sbloccata ma si registrano “passi indietro” in relazione a pastoie burocratiche sussistenti fra la Regione Calabria ed il governo (“Tavolo Adduce”).

IN SINTESI A Reggio, nel 1990, si era creata un’esperienza all’avanguardia nel territorio nazionale, con la creazione di 13 piccole strutture (20 utenti). Tali strutture, che costituiscono un piccolo patrimonio sociale nella nostra realtà, in parte si sono già perse, gran parte rischia di chiudere definitivamente i battenti con ogni conseguenza sul piano sociale per pazienti, familiari e lavoratori. A margine di questo processo si registra la gravissima e disastrosa scelta, civilmente ancor prima che legalmente inaccettabile, di tenere bloccati i ricoveri già da 8 anni.

LA SOLUZIONE DEFINITIVA

Prevede l’approvazione di due emendamenti alla L.R. n. 24/2008 recante:

“Norme in materia di autorizzazione, accreditamento, accordi contrattuali e controlli delle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private.”

Tali emendamenti servono a colmare quello che è stato un vero e proprio vuoto normativo da parte della Regione Calabria che non ha tenuto conto in alcun modo della preesistenza delle strutture psichiatriche residenziali sorte nella provincia dopo la chiusura dell’Ospedale Psichiatrico di Reggio Calabria.

1) All’art. 3 (Autorizzazioni sanitarie), comma 2 (elenco degli enti assoggettati ad autorizzazione), va aggiunto il capoverso “v” così articolato:

v) le strutture sanitarie miste pubblico-privato sociale operanti nel settore della residenzialità psichiatrica già operative alla data di entrata in vigore della presente legge, in forza di contratti/convenzioni con le ASL regionali ed all’interno delle quali la responsabilità sanitaria, le ammissioni e le dimissioni siano in capo all’ente concedente, nonchè tuttora operative.

2) Alla legge va aggiunto il seguente articolo:
Le strutture sanitarie miste pubblico-privato sociale, già operative alla data di entrata in vigore della presente legge in forza di contratti/convenzioni stipulate all’epoca del loro avvio per il superamento dell’Ospedale Psichiatrico di Reggio Calabria con le Unità e le Aziende Sanitarie nella provincia di Reggio Calabria e tuttora operanti, all’interno delle quali le ammissioni e le dimissioni dei pazienti sono rimaste in capo all’ente concedente, sono da considerarsi provvisoriamente accreditate, nelle more della verifica della sussistenza dei requisiti strutturali, tecnologici e professionali in capo ai soggetti del privato sociale attuali gestori dei servizi socio-riabilitativi presso le strutture medesime. Le stesse, pertanto, rientrano nel campo di applicazione della L.R. 19/2009, art. 65, comma 3, laddove prevede che “L’accreditamento definitivo di singoli reparti e servizi di strutture delle aziende sanitarie o di singoli reparti o servizi delle aziende ospedaliere già attivi, riconvertiti o ristrutturati, è differito alla ultimazione degli adeguamenti complessivi delle strutture dove gli stessi sono collocati. Pertanto le stesse strutture devono essere considerate provvisoriamente accreditate” e l’accreditamento definitivo sarà sancito in capo ai soggetti del privato sociale previa verifica della sussistenza dei requisiti suddetti.