La rottura con Rami rafforza la Reggina. Il messaggio è chiarissimo

La società non si scompone e va avanti

I successi nel calcio, sono spesso la conseguenza di una grande organizzazione complessiva, una buona solidità economica e ovviamente le competenze. Poi a scendere in campo sono i calciatori ed è attraverso le loro prestazioni che si raggiungono i risultati. Non bastano le qualità tecniche o la bravura dell’allenatore nel saperli mettere in campo, ci vuole altro. La Reggina questo lo sa bene e la straordinaria cavalcata della passata stagione, è arrivata attraverso determinate caratteristiche spesso messe in evidenza dal Ds Taibi e mister Toscano.

Costruzione di un gruppo forte, attraverso l’unità di intenti, la trasmissione del senso di appartenenza, la convinzione di sposare un progetto senza se e senza ma.

Carnesecchi, Hall, Rosafio, Donnarumma, sono solo alcuni dei nomi sui quali Taibi ha fatto dei sondaggi per capirne volontà e disponibilità al trasferimento in amaranto, salvo poi decidere di interrompere qualsiasi discorso, nel momento in cui vi sono stati dei tentennamenti.

Le eccezioni si possono fare con i grandi campioni, quelli, come sono stati definiti dal presidente Luca Gallo, di caratura internazionale. Ed è per questo che per Adil Rami le trattative sono andate oltre i tempi consueti. Per ammissione delle parti interessate, sin dai primi di luglio c’è stato l’avvio dei contatti, fino ad una firma che sarebbe dovuta arrivare nella giornata di ieri e che invece ha visto raccontare un finale diverso.

E se a primo impatto qualcuno ha potuto sollevare dei dubbi sull’intera vicenda, le dichiarazioni di Rami e soprattutto quelle dei suoi procuratori, non possono aver lasciato spazio a possibili fraintendimenti.

La Reggina ha fatto tutto quello che era necessario per portare in amaranto il fortissimo difensore. Lo ha atteso e coccolato, aveva organizzato il viaggio di arrivo e l’accoglienza, ci si preparava ad una presentazione in grande stile. Avrebbe potuto attendere qualche giorno ancora secondo le esigenze del francese, qualora le problematiche fossero solo quelle familiari, ma non essere l’alternativa di nessuno. L’ennesimo rinvio è stato letto come una mancanza di rispetto, soprattutto per le modalità. La società, da questa vicenda ne esce certamente rafforzata e lancia ancora una volta un messaggio chiarissimo: il progetto Reggina va sposato a pieno e con assoluta convinzione. E questo vale per tutti, anche per un campione del mondo.